Eugenio Balzani: parlando di “ItaliòPolis” come di un disco vintage

I tempi della discografia moderna impone l’etichetta di “passato” già ad opere nate qualche mese fa. E poi un disco come quello di Eugenio Balzani che al “vintage” deve molto, fosse solo per il DNA con cui l’ha pensato, è “passato” già nel momento stesso in cui parliamo a favore di mode. Eh si perché qui di casa gioca il peso poetico del cantautore, del suono ricercato e libero, della forma pop e di quel retrogusto fumoso che porta con se una certa radice francese. “ItaliòPolis” è un lavoro artigiano che concorre all’immortalità e noi certamente ce la prendiamo comoda nel calpestarne i sentieri anche perché qui, dove ti muovi e qualsiasi cosa calpesti, non è certamente al caso che bisogna riferirsi. Disamina sociale danza con amore e per l’amore, nella vita e con la vita. Un disco impegnativo per gli ascolti superficiali di ogni giorno… che sia benedetta ancora la penna di artisti come Eugenio Balzani.

Stando ai tempi della discografia moderna, il tuo disco è già vecchissimo. Eppure il vintage che porta con se tradisce ben altre percezioni del tempo… è come se diventasse più attuale col passare del tempo… cosa ne pensi?
Una buona parte della discografia moderna, produce musica a getto continuo, come un accessorio qualsiasi da mettere quotidianamente sul mercato, in un’orgia produttiva che non ha riscontri nel passato e che non si fermerà. Il passaggio da musica d’ascolto a musica da consumo, supportato da una tecnologia sempre più performante, è dominante e irreversibile. Alla luce di questo, tutto ciò che si produce, sull’onda di un concetto d’ascolto, ha in sé l’idea di una musica “vecchia”, che per paradosso, a confronto della massa di suono stagnante che ci viene propinato ogni giorno, sembrerà sempre più attuale e necessaria.

E in questo circo dei pazzi dove non smetteremo mai di andare (e partecipare anche)… come si muove e come ci vive un artista “vintage” come te?
La musica mi aiuta, ad uscire dal circo dei pazzi, e ad osservare da fuori, distante quel tanto che basta a respirare , ad accendermi una sigaretta e lasciare che tutto scivoli…..

Posso dirti che la chiusa finale in inglese davvero sembra provenire da un altro disco e da ben altre intenzioni? Mi incuriosisce questa scelta…
Il suono del Wurtlitzer , mi ha trasportato in un’atmosfera natalizia e così, anche la scelta di un testo in inglese, mi sembrava più efficace e coerente con la semplicità che questo blues in RE maggiore evocava. Per me, è stato un gioco di citazioni e di auguri di una vita più serena per tutti.

Cosa ha seminato questo disco nell’immaginario musicale di Eugenio Balzani?
Una consapevolezza aggiornata, del mio rapporto con le canzoni e con la musica più in generale. Un rapporto più maturo con l’autoproduzine , nuovi compagni d’avventura e tanto altro….è stato bello fare “ItaliòPolis”.

Il prossimo futuro? Inevitabile chiederti se la tua musica sta contaminandosi di altro…
Si, aumenterà l’interazione con le immagini e le parole, per un percorso espressivo che trovo molto vicino alla mia idea di “emozione” e che avevo cominciato un po’ di anni fa, poi lasciato in soffitta a prendere polvere vintage……..

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