Esperienze fuori norma. Modelli di genere, manipolazioni oltre il binarismo. Conferenza di Carolina Vesce

Mercoledì 31 gennaio alle ore 17.30, l’ISIA di Faenza ospita la conferenza Esperienze fuori norma. Modelli di genere, manipolazioni oltre il binarismo dell’antropologa Carolina Vesce, moderata dal Prof. Ivan Severi.

Nelle culture occidentali gli esseri umani vengono classificati e distinti in maschi e femmine prima ancora di venire al mondo. Di norma, i cuccioli di uomo sono successivamente educati in continuità con i modelli dominanti nei contesti euro-americani, che stabiliscono una stretta correlazione tra la dimensione bio-anatomica del sesso, quella sociale del genere e la sfera del desiderio o dell’orientamento sessuale. D’altra parte, l’antropologia e l’etnografia hanno consentito di evidenziare l’ampia gamma di possibilità e variazioni di genere riscontrabili in società e culture diverse dalla nostra: dalla figura dei/delle berdache tra gli indiani delle pianure, alle muxes dell’Istmo di Tehuantepec, dalle hijras del subcontinente indiano fino ai mahu tahitiani, alle fa’afafine samoane. Si tratta di esperienze e “identità” che sfidano la logica binaria maschile/femminile e che, nel corso dei secoli, hanno contribuito a creare una netta separazione tra “noi” e “loro”, tra l’Europa-mondo degli imperi e le popolazioni che abitano altre porzioni del pianeta.

Mettendo in relazione tre diverse esperienze di ricerca etnografica, l’intervento esplorerà gli stereotipi e le rappresentazioni di senso comune a partire da cui si struttura ed agisce l’immaginario normativo che caratterizza la concezione occidentale del genere e della sessualità. Qual è il nesso che lega i processi di inferiorizzazione delle popolazioni meridionali o di quelle colonizzate, da un lato, e la medicalizzazione delle varianze di genere nei contesti occidentali contemporanei? Quali i tratti distintivi che, sul piano delle pratiche del corpo o delle rappresentazioni del sé, caratterizzano queste esperienze? Quale contributo può offrire l’antropologia per comprendere, oggi, i vissuti delle persone che non si riconoscono nel sesso assegnato alla nascita? Cosa lega i femminielli napoletani alle fa’afafine samoane o ai rifugiati e alle rifugiate che sbarcano nel nostro paese a causa di persecuzioni legate all’orientamento sessuale, all’identità di genere o a specifiche caratteristiche sessuali? Dal confronto con queste diverse esperienze emerge un’immagine iridescente del genere e dell’identità che permette, con gli strumenti teorici e metodologici dell’antropologia, di provincializzare la visione determinista e normativa che caratterizza le società occidentali.

Carolina Vesce è antropologa e ricercatrice presso l’Università degli studi di Macerata. Formatasi tra Siena e Messina, ha condotto ricerche sul campo in Italia, Samoa e Nuova Zelanda. I suoi interessi di ricerca si concentrano intorno alle forme di costruzione e manipolazione del genere e dell’identità in contesti socio-culturali diversi, affrontati da una prospettiva femminista e materialista, anche in relazione alla classe sociale, alle classi d’età e alle rappresentazioni razzializzanti dell’alterità. È autrice di saggi comparsi in volumi collettanei e riviste scientifiche e del volume Altri transiti. Corpi, pratiche, rappresentazioni di femminielli e transessuali (Mimesis 2017).

Ingresso libero

Articolo precedenteNapoli rappresentata a Casa Sanremo live box 2024 tra il lirico pop e la musica leggera 
Articolo successivoMarea online con Dietro le Nuvole