Educa: rendere visibili i processi di apprendimento

Focus dell’incontro che ha segnato l’apertura della seconda giornata di Educa, a Palazzo Todeschi, è l’importanza del trasferimento e della condivisione di nuove conoscenze nell’ambito dei processi di apprendimento. Anche l’assessore provinciale all’istruzione Marta Dalmaso e la collega del Comune di Rovereto Giovanna Sirotti, insieme agli esperti invitati, hanno portato le loro riflessioni davanti ad un folto pubblico composto in gran parte da educatori di vari livelli.

Il seminario ha puntato a due obiettivi. Il primo: proporre una riflessione sulla crescente importanza della documentazione dei processi di apprendimento e della formazione dei docenti. Il secondo: focalizzare l’attenzione su come sia necessario alimentare nella scuola la tensione alla ricerca, lo sguardo solidale, la relazione intensa ed empatica con le cose, l’esperienza estetica.
Coordinati da Luciano Covi (direttore del Centro per la Formazione continua del personale insegnante di Rovereto) ne hanno parlato Carla Rinaldi (pedagogista e presidente di Reggio Children, Centro Internazionale per la difesa e la promozione dei diritti delle potenzialità dei bambini e delle bambine) e Vea Vecchi (Atelierista e responsabile dell’Area Mostre Editoria Atelier di Reggio Children). Marta Dalmaso, assessore provinciale all’istruzione ha portato il suo saluto evidenziando l’importanza di rendere visibili i processi di apprendimento .

Nel momento in cui la scuola sempre di più “si confronta con altri ambienti di apprendimento e non più soggetto esclusivo –ha spiegato Covi – deve dare visibilità alla propria attività e al proprio lavoro, confrontarsi con il territorio. Tanto più si lavora sulla formazione continua dei docenti, tanto più è necessario documentare. Infatti la documentazione è uno strumento che favorisce la riflessione della pratica didattica e dei processi di apprendimento messi in atto dagli studenti. Costituisce, inoltre, una delle competenze di base della funzione di chi insegna”.

In apertura di lavori è intervenuta Giovanna Sirotti, assessore all’istruzione del Comune di Rovereto. “Il processo di apprendimento non deve appartenere solo al docente ma deve interessare anche lo studente – ha osservato – Il centro di formazione di Rovereto sta svolgendo un’opera che sta crescendo sempre di più e si radica con autorevolezza nella vita della scuola trentina. Ci sono due aspetti della documentazione: documentare le buone pratiche e documentare il processo produttivo. Non c’è scuola che non abbia desiderato l’attivazione di buone pratiche anche se non è facile fare opera di raccolta di tutto ciò che di innovativo gli insegnanti riescono a creare riuscendo a condividerla per poterla offrire anche agli altri. Per poterla esportare bisognerebbe confezionarla in modo differente rispetto a come è stata realizzata a scuola, contare all’interno dell’istituto scolastico un documentarista come avviene all’estero, essere generosi e non appellarsi al copyright”.

Compito di chi educa “non è solo consentire ai processi di conoscenza del bambino, alle differenze di ciascun bambino, di esprimersi ma anche di rendere possibili queste differenze e di impegnarsi nel confronto e nello scambio – ha precisato Carla Rinaldi. L’apprendimento è individuale ma l’esistenza di un gruppo che sostiene i processi di apprendimento di ciascuno è altrettanto essenziale perché, al suo interno, le qualità dell’uno possono assorbire le qualità dell’altro. Ascoltare e ascoltarsi è fondamentale”.

Nel suo intervento Vea Vecchi ha parlato del rapporto tra documentazione e processo di apprendimento. Se essa diventa tale non scade mai e diventa materiale di lavoro e di ricerca. In un passaggio del suo intervento ha aggiunto che “l’educazione non deve essere gelosa delle proprie idee ma deve espanderle, comunicarle. La documentazione serve per confrontarsi”.

A conclusione dei lavori è stata inaugurata la mostra “I cento linguaggi dei bambini”, un punto di riferimento importante per la cultura pedagogica italiana e internazionale. Allestita al piano terra di Palazzo Todeschi e curata dal Centro per la Formazione continua del personale insegnante di Rovereto in collaborazione con Reggio Children, la rassegna è visitabile fino a dicembre 2011
Immagini a cura dell’ufficio stampa EDUCA
provinciale all’istruzione Marta Dalmaso e la collega del Comune di Rovereto Giovanna Sirotti, insieme agli esperti invitati, hanno portato le loro riflessioni davanti ad un folto pubblico composto in gran parte da educatori di vari livelli.

Il seminario ha puntato a due obiettivi. Il primo: proporre una riflessione sulla crescente importanza della documentazione dei processi di apprendimento e della formazione dei docenti. Il secondo: focalizzare l’attenzione su come sia necessario alimentare nella scuola la tensione alla ricerca, lo sguardo solidale, la relazione intensa ed empatica con le cose, l’esperienza estetica.
Coordinati da Luciano Covi (direttore del Centro per la Formazione continua del personale insegnante di Rovereto) ne hanno parlato Carla Rinaldi (pedagogista e presidente di Reggio Children, Centro Internazionale per la difesa e la promozione dei diritti delle potenzialità dei bambini e delle bambine) e Vea Vecchi (Atelierista e responsabile dell’Area Mostre Editoria Atelier di Reggio Children). Marta Dalmaso, assessore provinciale all’istruzione ha portato il suo saluto evidenziando l’importanza di rendere visibili i processi di apprendimento .

Nel momento in cui la scuola sempre di più “si confronta con altri ambienti di apprendimento e non più soggetto esclusivo –ha spiegato Covi – deve dare visibilità alla propria attività e al proprio lavoro, confrontarsi con il territorio. Tanto più si lavora sulla formazione continua dei docenti, tanto più è necessario documentare. Infatti la documentazione è uno strumento che favorisce la riflessione della pratica didattica e dei processi di apprendimento messi in atto dagli studenti. Costituisce, inoltre, una delle competenze di base della funzione di chi insegna”.

In apertura di lavori è intervenuta Giovanna Sirotti, assessore all’istruzione del Comune di Rovereto. “Il processo di apprendimento non deve appartenere solo al docente ma deve interessare anche lo studente – ha osservato – Il centro di formazione di Rovereto sta svolgendo un’opera che sta crescendo sempre di più e si radica con autorevolezza nella vita della scuola trentina. Ci sono due aspetti della documentazione: documentare le buone pratiche e documentare il processo produttivo. Non c’è scuola che non abbia desiderato l’attivazione di buone pratiche anche se non è facile fare opera di raccolta di tutto ciò che di innovativo gli insegnanti riescono a creare riuscendo a condividerla per poterla offrire anche agli altri. Per poterla esportare bisognerebbe confezionarla in modo differente rispetto a come è stata realizzata a scuola, contare all’interno dell’istituto scolastico un documentarista come avviene all’estero, essere generosi e non appellarsi al copyright”.

Compito di chi educa “non è solo consentire ai processi di conoscenza del bambino, alle differenze di ciascun bambino, di esprimersi ma anche di rendere possibili queste differenze e di impegnarsi nel confronto e nello scambio – ha precisato Carla Rinaldi. L’apprendimento è individuale ma l’esistenza di un gruppo che sostiene i processi di apprendimento di ciascuno è altrettanto essenziale perché, al suo interno, le qualità dell’uno possono assorbire le qualità dell’altro. Ascoltare e ascoltarsi è fondamentale”.

Nel suo intervento Vea Vecchi ha parlato del rapporto tra documentazione e processo di apprendimento. Se essa diventa tale non scade mai e diventa materiale di lavoro e di ricerca. In un passaggio del suo intervento ha aggiunto che “l’educazione non deve essere gelosa delle proprie idee ma deve espanderle, comunicarle. La documentazione serve per confrontarsi”.

A conclusione dei lavori è stata inaugurata la mostra “I cento linguaggi dei bambini”, un punto di riferimento importante per la cultura pedagogica italiana e internazionale. Allestita al piano terra di Palazzo Todeschi e curata dal Centro per la Formazione continua del personale insegnante di Rovereto in collaborazione con Reggio Children, la rassegna è visitabile fino a dicembre 2011
Immagini a cura dell’ufficio stampa EDUCA

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