“Diversity” il primo album di Diletta Longhi è un concentrato di universi variegati

“Diversity” è un concentrato di piccoli universi “diversi” fatti di sonorità e «messaggi sussurrati ad alta voce». Diletta Longhi è alla sua prima uscita ufficiale con un album in bilico tra jazz e world music. Si respirano suoni africani, europei e americani in alcune delle loro forme ed evoluzioni, dal reggae al jazz, dal soul all’hip-hop, dal pop al rock. La voce calda e corposa di Diletta Longhi è il filo conduttore di questo album eterogeneo che non smette di stupire ad ogni ascolto.

Dal 26 gennaio, “Diversity”, title track dell’album di debutto di Diletta Longhi è disponibile per la messa in onda radiofonica. Il primo messaggio associato al lancio dell’album della giovane singer e songwriter è «Diversity is something good» e si presenta con un sound nu jazz ispirato alla nuova scena americana.

Diletta Longhi nasce a Lecco, animo sensibile e attenta osservatrice del mondo, sin da giovanissima ama giocare con le parole che diventano sin da subito poesia (ha pubblicato In bilico, trovo l’equilibrio per Habanero/Erga Edizioni, 2018). Diplomata al Conservatorio di Parma con Serena Ferrara e specializzatasi al Conservatorio di Bari con Gianna Montecalvo, oggi insegna, scrive e compone.

«Credo che il disco presenti un buon equilibrio fra scrittura, arrangiamento e libertà espressiva. Per me è molto importante dare valore alle parole che si pronunciano e al messaggio che si vuole lanciare» racconta Diletta Longhi. La musica è un linguaggio universale e come tale può trattare anche argomenti importanti e sensibili che possono essere colti da più persone. E se si ha un dono, e anche una spiccata sensibilità come nel caso di Diletta, non si può far altro che esserne il tramite. «In “Diversity” si canta d’amore ma non solo; mi lascio andare a riflessioni sull’evoluzione umana, che diventa consapevolezza di ciò che riserva il futuro all’essere umano e del rapporto con la Natura». Un album con dei concetti su cui riflettere, lanciati al mondo e lasciati andare, come semi in balia del vento «nella speranza che trovino nuove terre fertili in cui depositarsi per poi germogliare». 

Otto, in totale i brani – oltre al singolo e title track Diversity – che compongono l’album: Under Water è il brano che ha convinto il patron di Birdbox Records, Lorenzo Vella ad investire sul progetto su sollecitazione del chitarrista Francesco Mascio. We belong to the Forest è un messaggio di rispetto nei confronti della Natura. Looking into Myself nata inizialmente come Ballad è un inno alla vita che richiama le sonorità a cavallo tra gli anni ‘60 e ‘70. A Change is meant to come è un funky jazz in duetto con Nicola Scagliozzi. In Sometimes emergono le chitarre elettriche. Voglio un mondo vero, unico brano in italiano, è un “j’accuse” alla società moderna, all’informazione, all’economia, ai singoli individui. L’album termina con una ninna in spagnolo, Canción de Cuna.

La formazione che ha registrato il disco è composta da sette eccellenti musicisti provenienti da diverse zone d’Italia: dalla Puglia, Nicola Scagliozzi, pugliese, che oltre ad occuparsi degli arrangiamenti, ha suonato basso, contrabbasso, chitarra, percussioni e cori; e Antonio Cicoria alla batteria. Sempre pugliese, ma attualmente a Firenze, Flavio Buccino, alle percussioni africane, sudamericane e alla Kora. Dal Lazio, Francesco Mascio alle chitarre e Giuseppe Sacchi al pianoforte, al Rhodes e al Synth. Luigi Acquaro (pugliese) al sax tenore, Roberto Solimando (pugliese trapiantato a Bologna) al trombone ed il partenopeo Raimondo Esposito a tromba e flicorno.

“Diversity” è disponibile dal 26 gennaio 2024 in CD e sulle piattaforme di streaming digitale, oltre che direttamente nello store del sito ufficiale di Birdbox Records. Il vinile e il master tape saranno pubblicati nei prossimi mesi e avranno una bonus track esclusiva.

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