Ciò che le nuvole non dicono. In viaggio alla scoperta di Sé

Ciò che le nuvole non dicono. In viaggio alla scoperta di Sé – Esce in sala a fine novembre (30 novembre, UCI Cinema di Marcon, provincia di Venezia) Ciò che le nuvole non dicono di Marco Recalchi. Prodotto da The Old Film Farm in collaborazione con iKona e distribuito da Running Tv, Ciò che le nuvole non dicono è un road movie delicato e pieno di colore costruito attorno alla storia di Antony, Lorenzo Cassol, sedicenne pieno di tutti i più classici dubbi adolescenziali, che, alla ricerca delle proprie origini, compie un lungo viaggio attraverso l’America e l’Europa, fino in Grecia. Un viaggio pieno di incontri, fra personaggi reali ed interiori, ma soprattutto un viaggio intimo profondo sulla via della maturità.

 

Cast artistico

Lorenzo Cassol (Antony), Leonardo Mason (sub-conscio di Antony), Manrico Dell’Agnola, Marco Recalchi, Nicole Piazzetta.

 

Cast Tecnico

Marco Recalchi (director), Marco Recalchi (executive producer), Lorenzo Cassol e Marco Recalchi (screenplay), Barbara Demetri (secretary of production), Daniela Cingolani (DOF), Mauro Baldissera (music).

 

Locations

Deserto della California, Las Vegas, Venezia, Feltre, Trieste, Lubiana, Grecia (Preveza, Meteore, Ioannina, Ouranoupoli e Corfù).

 

 

Sinossi

Antony ha 16 anni e vive in California con lo zio. All’età di un anno ha perso i giovanissimi genitori in un incidente stradale. Non sa nulla di loro se non solo che erano appena diciottenni quando si sono conosciuti in un viaggio in Europa e subito lo hanno concepito. Antony vuole scoprire dove si siano incontrati per interpretare il proprio passato. Non ha nessun ricordo di mamma e papà se non un’icona acquistata proprio dove si sono conosciuti. Seguirà gli indizi che questo vecchio dipinto racchiude per scoprire le proprie origini e per capire se la sua nascita sia stata un peso per la giovane coppia oppure un gesto d’amore. Un lungo viaggio che lo porterà ad attraversare l’America e l’Europa tra mille difficoltà.

 

 

Note di regia

 

Il regista non ha cercato un film complesso e ricco di scene spettacolari dal punto di vista tecnico. Ha scelto piuttosto movimenti di camera capaci di raccontare il viaggio in modo dinamico, ma semplice. Lasciando così che fossero i luoghi a parlare. I paesaggi, i colori e l’uso del grandangolo sono gli elementi cardine di questo lavoro. Frequentissimo l’utilizzo del grandangolo anche per i dettagli. Una scelta che gli ha permesso di lasciare un ampio lo spazio posteriore al soggetto; il protagonista Antony, infatti, si sente perso in un viaggio così ampio e così lontano dalla casa in cui è cresciuto. Spesso si chiede se ce la farà o se si perderà in questo sconfinato mondo visto che viaggia senza meta. Alcune scene sono state volutamente esasperate con l’utilizzo di colori e di un croma key al limite del possibile. La figura del subconscio (interpretato dal giovane Leonardo Mason) è fondamentale nello svolgersi della storia. Antony, spesso in crisi, discute con il proprio subconscio per capire quale sia la strada migliore da percorrere. È un ragazzo dal forte carattere che non si limita a fare delle scelte d’istinto ma ripercorre con il raziocinio ed una consapevolezza notevole per l’età la sua anima più profonda, fino a prendere contatto con l’intimo, con il subconscio appunto.

 

In questo grande viaggio Antony incontra molte persone che lo aiuteranno e lui aiuterà loro senza però intrecciare in modo permanente o incisivo il loro destino. Sono incontri fugaci o perlomeno così sembrano: la realtà è che Recalchi ha scelto volutamente di sfuggire al banale e di evitare di scivolare nel romanticismo di personaggi stereotipati e di sentimentalismi di facciata.

 

Anche la figura di Claudio è strana e forse inattesa. Dopo un lungo viaggio arriva il momento in cui due destini si intrecciano. Claudio un personaggio ambiguo del quale non si saprà nulla fino alla fine del film, ma che sarà la chiave di svolta per la storia. Anch’egli sta vivendo un momento difficile, ma decide di superarlo con le proprie forze senza cedere alla tentazione della disperazione. Il finale del film è triplo e vuole inizialmente lasciare l’amaro in bocca al pubblico per poi fare un passo indietro regalando ciò che lo spettatore vuole: sapere cosa i genitori hanno scritto sul libro che Antony troverà al termine del viaggio. In tutta questa costruzione narrativa, le musiche sono pensate per fondersi pienamente con le emozioni e con i luoghi di questo viaggio. Che ha i forti colori della speranza.

 

Note tecniche

Il film è stato girato in 5 settimane e in due continenti; ha toccato 5 stati raccogliendo interpreti e pronunce molto differenti fra di loro. Da qui la scelta del doppiaggio.

Articolo precedenteBartleby, racconto per suono e immagini al Brancaccino
Articolo successivoOstriche e vino. In cucina con gli antichi romani e visite guidate a Tridentum