La struttura, posta sotto sequestro, era autorizzata alla detenzione di un numero massimo di 40 esemplari. I cani rinvenuti sono circa 120, tutti detenuti in condizioni igienico-sanitarie pessime e incompatibili con la loro natura
L’operazione è stata condotta dal personale del Nucleo Investigativo Provinciale di Polizia Ambientale e Forestale (NIPAF) del Corpo forestale dello Stato di Lecce, in seguito ad una serie di controlli dai quali sono emersi il sovrannumero di cani ospitati all’interno del canile e le precarie condizioni di lavoro dei volontari operanti nella struttura.
La struttura era autorizzata alla detenzione di un numero massimo di 40 animali e 20 box, dai controlli effettuati è invece emersa la presenza di circa 120 esemplari ospitati oltre che all’interno dei box, anche nei corridoi, in alcune stanze al primo piano, negli spogliatoi, all’interno dei bagni, della medicheria e dell’ambulatorio. Altri esemplari erano stati condotti nelle abitazioni private degli operatori dell’Associazione per motivi di spazio.
Dalle verifiche sui registri è risultato inoltre che molti dei cani erano detenuti da diversi anni, non ottemperando al termine massimo di 60 giorni previsto dalle normative sui canili sanitari. In particolare, erano presenti cuccioli al di sotto dei sei mesi insieme ad alcuni esemplari adulti affetti da le smaniosi, per i quali è obbligatoria la detenzione in box di isolamento.
Il personale intervenuto ha proceduto al sequestro preventivo della struttura, disposto dal Giudice per le Indagini Preliminari di Lecce, per i reati di detenzione di animali in condizioni incompatibili con la loro natura e per il reato di omissione d’ufficio.