Atipico: la sua vita, le sue nostalgie, il suo esordio

Ecco l’esordio del cantautore abruzzese Andrea D’Orazio in arte Atipico: si intitola “Eterno”, parola importante che dentro questo raffinato pop d’autore sembra vuole abbracciare davvero tanti significati importanti… perché anche la parola torna ad avere un peso nella scrittura di Atipico, non solo il suono o la melodia dunque. Ed il tempo sembra davvero una chiave importante per questa nuova voce italiana che certamente ha scelto un tempo strano per dare in pasto al mondo un ricamo personale e a tratti privato di suoni e di liriche.

Un esordio a cui spesso si perdonano anche delle ingenuità. Con il senno di poi che cosa cambieresti immediatamente?
Immediatamente non so, sicuramente un’album per il pubblico apre una porta ma per chi lo scrive probabilmente chiude con una parte di sé. È come un viaggio che dal momento che lo si regala alle persone non è più il mio ma di tutti.

Pescando “Se non bastasse il tempo” ti chiedo: la tua personale soluzione a questa vita di macchine operatrici che ogni giorno fanno parte della catena di montaggio…
Noi viviamo attraverso il tempo, bisogna avere gli attributi per capire fin quando accettare di essere numeri e quando essere persone. Giacchè la vita è una proviamo a viverla facendo quello che ci piace accettando poi in futuro i rimorsi e mai i rimpianti.

Parli anche di “Fotografie” e da un ragazzo giovane come te è assai strano. Che rapporto hai col passato e con la memoria?
Per noi del 1999 probabilmente abbiamo ancora potuto toccare con mano le foto e gli album da sfogliare ed ascoltare i racconti e le storie che ogni scatto aveva dentro di sé. A pensarci bene proprio perché rappresentiamo l’ultimo anno prima del nuovo millennio qualcosa ci è rimasta dentro. Negli anni in cui sono cresciuto ci sono stati dei progressi graduali, dalla radiolina portatile al lettore cd e allo streaming, dalla video cassetta al dvd , blu ray e streaming e cosi via.

Andrea D’Orazio perché si fa chiamare Atipico?
È un aggettivo che mi hanno attribuito, e spesso mi sono sempre sentito sbagliato in un determinato contesto. Sicuramente le cose cambiano e un modo di essere rimane ma il mio nome e cognome vorrei ancora guadagnarmelo nel mondo musicale.

Articolo precedenteIntervista alla flautista Carlotta Vettori
Articolo successivoI vincitori di accordi @ DISACCORDI – Festival internazionale del cortometraggio – 19ma edizione a Napoli