Artefice: una rassegna monografica firmata Alessandra Magrini

23 Luglio6 Agosto, San Giorgio a Liri (Frosinone)

All’insegna dell’hashtag #ilteatrochesalva, dal 23 luglio al 6 agosto il Lyris di San Giorgio a Liri (FR, ingresso gratuito), in collaborazione con l’associazione culturale Scenikattiva, ospiterà una retrospettiva dedicata interamente al teatro sociale e di canzone di Alessandra Magrini: otto spettacoli che, attraverso un dialogo serrato fra musica e parole, ripercorrono i luoghi, le memorie e le storie del nostro paese in un singolare teatro di sperimentazione sociale e culturale di impronta popolare in cui la dimensione individuale e quella comunitaria si intrecciano in forme inaspettate.

La prima settimana è quella dedicata al teatro sociale. Si parte il 23 luglio con Se questo è un operaio, viaggio nell’inferno Ilva: uno spettacolo ideato nel 2005 e realizzato nello stesso anno assieme agli stessi operai dell’Ilva di Taranto. Il 24 luglio sarà la volta di Madama Cie, rievocazioni estemporanee di una divisa scoppiata, uno spettacolo d’inchiesta che affronta il dramma dei Centri Identificazione ed Espulsione giocando ironicamente con una drammaturgia ispirata alla storia di Lady Oscar.

Il 25 luglio in programma Rosso Vivo la storia di Carla e Valerio Verbano, un omaggio caldo e commosso ad una storia senza risposte e ad una grande madre, Carla, che fu lei stessa protagonista al debutto di questa pièce. Il 26 luglio andrà in scena Partigiane della libertà: un reading che ripercorre, attraverso documentazioni e testimonianze, l’esperienza di molte donne fondamentali per la Resistenza. Infine, il 27 luglio Volevo Essere Raffa, uno spettacolo che racconta con affetto, ironia ed un pizzico di trash la generazione figlia degli anni 80.

Dopo il teatro sociale è il momento dell’altra grande passione di Alessandra Magrini: il teatro canzone legato alla tradizione popolare romanesca declinato al femminile, frutto di una approfondita ricerca sulla poetica e il linguaggio romaneschi. In collaborazione con il musicista e chitarrista Antonio Carboni, Alessanda Magrini reinterpreta la canzone popolare mescolando tradizione e attualità, cercando in angoli e incontrando personaggi dimenticati in vicoletti e borgate, reinventando storie inzuppate di realtà. Dal 28 al 30 quindi abbiamo Trilussa e Belli, i poeti all’osteria, il 31 luglio, 1, 2 e 3 agosto Madama Roma e il 4, 5 e 6 Agosto TiberinaX.

Dopo il lungo ed estenuante letargo forzato dalla pandemia il teatro torna a vivere! E il teatro indipendente di Alessandra Magrini torna nelle piazze, quelle che appartengono al popolo: il destinatario naturale (e favorito) per le sue storie. Attrice, regista, autrice, conduttrice radiofonica, interprete e cantautrice, Alessandra Magrini è un’artista dall’eclettismo puro. Arte e biografia in lei si uniscono in una trama intricata in cui l’una trae linfa dall’altra. Amata soprattutto negli ambienti antagonisti è stata anche apprezzata dalla critica ufficiale. Non solo teatro nel Curriculum Vitae di questa artista: anche ruoli nel cinema d’autore come la strega del film Do You Like Hitchcock (2005, regia di Dario Argento).

Qual è oggi il potere salvifico del teatro?

«Poco più che adolescente ho iniziato i miei viaggi teatrali in giro per l’Italia. Nel 2005, sono stata a Taranto con gli operai dell’Ilva per raccontare una realtà scomoda di cui ancora non si parlava. Li ho coinvolti nello spettacolo, permettendogli di esorcizzare e denunciare la propria tragedia quotidiana. Ho portato i miei palchi in tutta l’Italia, in luoghi nei quali in genere il teatro non arriva, come la fabbrica dei portuali di Genova. Sono stata in fabbrica a Napoli con le operaie e gli operai che mi aiutavano a montare le scenografie, perché ero incinta di mia figlia Marlene. Poi ho attraversato la storia di Carla e Valerio Verbano, un ragazzo che negli anni 70 sognava di cambiare il mondo ma è stato ucciso davanti ai suoi stessi genitori. La mamma, Carla, scomparsa alcuni anni fa ha cercato la verità per tutta la propria vita ed io ho interpretato la sua storia nello spettacolo Rosso Vivo, con lei al mio fianco. È stato un legame forte, il nostro, che mi accompagna sempre nell’arte e nella vita.  Ho raccontato la terribile realtà dei CIE (centri identificazione ed espulsione) con Madama CIE, uno spettacolo d’inchiesta che ho colorato con una drammaturgia ispirata alla storia di Lady Oscar. Devo molto alle mie basi di teatro classico ma poi ho sviluppato una mia ricerca personale che mi spinge a sentire la scena come un momento collettivo e di condivisione, una necessità antropologica dell’essere umano. Credo molto anche nel potere del cinema, spesso nei miei lavori c’è una dedica a Gian Maria Volonté, oserei dire il mio spirito guida, a cui ho dedicato anche una rassegna (Io sto con Volonté). Oggi il cinema italiano sta rinascendo, grazie a giovani produzioni coraggiose e anche alle donne sempre più numerose dietro la macchina da presa e in produzione, il loro modo di lavorare genera quell’impatto attivo che l’arte dovrebbe porsi come fine sociale, soprattutto in questi tempi. Finalmente, in questa calda estate, un sogno che si realizza: tutto il mio Teatro, una vita di viaggi, emozioni, incontri, lacrime, risate, abbracci, treni, scarpe consumate, amore e rabbia. Il vizio di voler stare in mezzo alla gente comune! 

Ringrazio di cuore tutte le persone che, in questi 15 anni, con il passaparola e l’autorganizzazione, hanno permesso al mio teatro di starci e mi hanno spinta come il vento… Grazie!»

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