In occasione di Arte Fiera 2015, la città di Bologna, per tradizione da sempre attenta alla riflessione sull’identità di genere anche grazie a manifestazioni del calibro di Gender Bender e all’attività più che trentennale del Cassero LGBT center, offre una mostra dedicata al tema dell’alterità.
A partire da oggi giovedì 22 gennaio, GALLLERIA PIU’ è lieta di presentare Altrimenti che essere, progetto espositivo a cura di Andrea Bruciati, che mette in scena 10 artisti italiani e internazionali dotati di un’ottica “disturbante”, in grado di percepire una realtà meno omologata e coerente ma sicuramente più autentica. E di celebrare la diversità e l’unicità di ogni individuo. L’inaugurazione ufficiale sarà sabato 24 gennaio in occasione di ART CITY WHITE NIGHT.
Patrick Angus, Tomaso De Luca, Didier Faustino, Joanna Piotrowska / Nefeli Skarmea, Elodie Pong, Prinz Gholam, Athi-Patra Ruga, Davide Savorani, Paul Mpagi Sepuya, Namsal Siedlecki.
La mostra è realizzata in collaborazione con Cassero LGBT center.
Inaugura sabato 24 gennaio 2015 il progetto espositivo Altrimenti che essere, che affronta il tema dell’alterità, alla luce del saggio omonimo di Emmanuel Lévinas, secondo un’ottica che guarda alla sensibilità di genere. In occasione dell’inaugurazione sono previste le performance degli artisti Davide Savorani e Nefeli Skarmea.
Il soggetto è interpretato in una visione di apertura e dialogo, come Io desiderante che entra criticamente in comunione con ciò che è altro da sé. L’ambivalenza che ne deriva costituisce un segnale di resistenza contro l’omologazione della realtà, è frutto di un pragmatismo filosofico che può essere applicato sia all’arte che alla vita quotidiana, sia all’esperienza estetica che a quella pratica.
Qui il processo creativo, inteso come fertile metamorfosi, si formalizza in trasformazione della vita stessa. L’approccio dell’arte intende interrompere il flusso omologato di segni, il suo compito è quello di essere critica e disturbante, di avere uno sguardo strabico che permette di percepire una realtà più autentica.
Come dimostrano le opere in mostra, ciò è reso possibile solo riconoscendo la solitudine dell’altro, la sua unicità, ma anche il suo mistero e il valore del suo essere persona. Confutando Freud, secondo il quale l’alterità non è che una proiezione dell’Io, essa diventa totalmente estranea all’Ego producendo fratture esistenziali anche dal punto di vista iconografico, perché ogni esperienza è unica e mai paragonabile.
Pure laddove gli artisti parlano di sentimento ed emotività li interpretano in una accezione antiromantica perché non implicano la fusione, l’identità totale, e dunque l’Eros non prevede possesso ma mistero verso l’altro, quasi in una accezione metafisica.
Termini crudi come esposizione, vulnerabilità, prossimità, sostituzione, ostaggio, sono ricorrenti in ogni lavoro esposto e sono il risultato di un controllo concettuale prima che emotivo, che non consente abusi sulla sua interpretazione. In questo, tali espressioni confermano quei teoremi di Kurt Gödel sull’incompletezza, per cui la natura dell’arte si fonda sul bisogno soggettivo di interrompere l’equilibrio e l’apparente coerenza del mondo.
Gli autori invitati, alcuni dei quali per la prima volta in Italia (Angus, Piotrowska, Sepuya), perseguono questa prospettiva diversamente empatica su differenti registri e le loro espressioni assurgono a veri e propri campi d’azione per interventi di relazioni e scambio, finalizzati a quello che il filosofo lituano Emmanuel Lévinas definiva ‘umanesimo dell’altro uomo’.
Artisti:
Patrick Angus Tomaso De Luca Didier Faustino Joanna Piotrowska / Nefeli Skarmea Elodie Pong
Prinz Gholam Athi-Patra Ruga Davide Savorani Paul Mpagi Sepuya Namsal Siedlecki
Si ringraziano:
Fabio Cherstich; Freymond-Guth Fine Arts, Zurigo; Monitor, Roma/New York; MICHEL REIN, Parigi/Brussels; Anna Siccardi; WHATIFTHEWORLD Gallery, Cape Town; Galerie Jocelyn Wolff, Parigi.
GALLLERIAPIÙ
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