Alla scoperta di “Io sono salvo” con lo scrittore Sebastian Ruggiero

In un’intervista esclusiva per Oltrelecolonne, esploriamo con l’autore il cuore pulsante di Io sono salvo, un romanzo che rilegge il mito del vampiro attraverso una lente moderna e psicologica.

Ambientato in un ospedale durante la pandemia, il libro intreccia tematiche di sacrificio, colpa e ricerca d’identità, portando il lettore in un viaggio intenso e personale.

Dalla creazione del tormentato protagonista Salvo, alla genesi delle oscure “sastrie”, fino all’influenza delle tradizioni sarde nella sua narrativa, l’autore ci guida in un mondo dove il fantastico e il reale si fondono, rivelando l’anima del suo lavoro.

“Io sono salvo”, Sebastian Ruggiero (Giovane Holden Edizioni)

Il protagonista di Io sono salvoè un vampiro che vive un tormentato percorso di redenzione. Da dove nasce l’ispirazione per questo personaggio così complesso e per la sua ricerca di umanità?

La storia nasce come risposta al tema di un concorso letterario della casa editrice con cui collaboro, la Giovane Holden edizioni. L’argomento principale era “Streghe e vampiri”. Il personaggio del vampiro è ben presente nella letteratura di genere, ma io volevo tratteggiare una figura più originale, moderna. Ho pensato di scrivere un romanzo ispirandomi a questa domanda: “Come potrebbe vivere un vampiro nei nostri tempi contemporanei?”

L’ambientazione in un ospedale durante una pandemia è particolarmente intensa e significativa. Quale ruolo ha questo contesto nell’evoluzione del protagonista e nel suo rapporto con la sua natura immortale? Ha intenzionalmente voluto inserire un legame tra la finzione del romanzo e la realtà moderna?

Il protagonista di “Io sono salvo” vive una contemporaneità a noi tutti ben nota, quella del terribile periodo della pandemia. Mi sono interrogato su un aspetto, ossia come avrebbe potuto vivere un vampiro ai tempi del covid e che effetti potesse avere su un immortale. La realtà oscura che abbiamo dovuto attraversare in quei mesi si sposa con i sentimenti contrastanti del mio personaggio, che sceglie di diventare un medico e nascondersi, per una ragione precisa, tra le corsie degli ospedali. E da medico dovrà poi affrontare una inedita condizione che sconvolge l’intera umanità.

In Io sono salvo, il tema del sacrificio sembra centrale, insieme a quello della colpa e della redenzione. Quali sono i messaggi che vorrebbe trasmettere attraverso il viaggio interiore e morale del protagonista? Che cosa rappresenta per lei la colpa e quali possibilità di redenzione sono concesse ai comuni mortali?

La storia fluisce con l’unico punto di vista del protagonista che racconta in prima persona gli stessi istanti in cui vive, in una sorta di presa diretta del suo agito. Salvo è un personaggio contradditorio che ha scelto di diventare immortale ma che ad un certo punto ripudia quella sua condizione. Non è immune di colpe e di questo è consapevole. Ma attraversando il profondo male di cui è stato anche artefice anela ad un ritorno ad una primigenia condizione di bene.La redenzione deve essere sempre possibile, intendendo con essa il riconoscimento e l’abiura di colpe commesse che devono tendere alla ricerca di un bene condiviso e gratuito.

La presenza delle sastrie, le streghe vampiro, aggiunge un elemento oscuro e minaccioso al romanzo. Può parlarci del loro significato simbolico e del loro ruolo nella trama? Da dove provengono?

Il termine “sastrie” è stato coniato da me. Io sono un autore sardo e mi piace inserire all’interno dei miei racconti elementi provenienti dalla mia terra. La strega vampiro è un personaggio presente nella tradizione di alcune aree della Sardegna. “La strega” in sardo è tradotto in “sa stria”, da cui il nome nel mio romanzo. Sono delle creature oscure con un compito orribile, che non svelo, ma di sicuro una delle peggiori nefandezze.

Lei ha già affrontato temi mitologici e fantastici in opere come Intrigo sull’Olimpo Il fato racconta. Come si è evoluto il suo approccio alla narrativa con Io sono salvo e cosa rende unico questo romanzo rispetto ai suoi lavori precedenti?

Credo che questo testo, pur essendo un fantasy e contenendo molte caratteristiche del genere, si distingua per la scelta dell’ambientazione storica in cui molti lettori potranno ritrovarsi.

“Il Fato Racconta. Il fuoco: Prometeo e Fetonte” (Edizioni Erickson)

Il tema dell’immortalità viene trattato in modo molto personale e profondo in Io sono salvo. Cosa l’ha portata a esplorare l’immortalità non solo come dono, ma anche come fardello per chi la possiede?

Il tema dell’immortalità mi ha sempre affascinato. Chi da piccolo non ha mai sognato di essere immortale? Ma anche chi, da adulto, riconoscendo la caducità della vita, non aspira all’immortalità per sé o per i propri cari? Penso che però, come per Salvo, se potessimo avere in regalo l’immortalità inizialmente potrebbe essere intesa come un dono ma poi diventerebbe una condanna per l’impossibilità di poter stringere legami e relazioni durature. Oggi, probabilmente chiedo troppo, spero di poter diventare immortale attraverso le mie opere.

Il protagonista, Salvo, si scontra con il proprio lato oscuro ma anche con il bisogno di un senso di appartenenza. Secondo lei, cosa ci dice il suo romanzo sul concetto di identità e di rifiuto di sé? Inoltre, Salvo cambia identità nel corso dei secoli, adattandosi e cercando una nuova vita. Quanto è importante, secondo lei, il tema del cambiamento e dell’adattamento nel romanzo, e come si lega al bisogno di Salvo di ritrovare sé stesso?

Salvo è costretto a cambiare identità poiché essendo un immortale che non può invecchiare deve celarsi dietro nuovi nomi con cui presentarsi agli altri. È diventato ostaggio di una condizione che ripugna e probabilmente anela a poter tornare a essere Emmanuel, nome con cui è nato. Ma nelle vesti di Salvo, è alla ricerca di una quotidianità comune, una sorta di parvenza di pseudo-normalità che però viene sconvolta da una inattesa e imprevedibile pandemia che scardina ogni certezza.

“Intrigo sull’Olimpo”, Sebastian Ruggiero (Giovane Holden Edizioni)

Concentrandoci sul suo stile di scrittura, si può affermare che la sua narrazione è ricca di descrizioni dettagliate e di figure retoriche che immergono il lettore in un’atmosfera gotica e densa di suspense. Quali autori o opere l’hanno influenzata maggiormente nel definire questo stile narrativo?

Ho scelto la struttura del narratore autodiegetico perché ho voluto cercare di raccontare ogni istante della realtà vissuta da Salvo con i suoi occhi, i suoi gesti, le sue emozioni, le sue contraddizioni. In questo probabilmente ho attinto da Salinger ma anche dalla profondità psicologica di alcuni personaggi pirandelliani.

Guardando al futuro, ci può anticipare qualcosa sui suoi prossimi progetti? Continuerà a esplorare il genere fantastico e gotico, oppure ha in mente nuovi temi o direzioni narrative da intraprendere? Intende ritornare alla mitologia?

Ho alcuni progetti su cui sto lavorando. Il primo è una rilettura di leggende sarde e il secondo è la prosecuzione della collaborazione con la Erickson Live col ciclo “Il Fato racconta…” in cui rielaborerò due miti legati all’elemento dell’acqua.

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