Dino Flange è il progetto solista del cantautore e polistrumentista Alessandro Corsini. Dino come i dinosauri che ancora oggi rappresentano la magia di un altro mondo che non esiste più, sono i guardiani del tempo. Flange come l’effetto flanger che sembra il suono di un razzo supersonico o di un’astronave che ti porta nel futuro. Per essere chiari, cantautorato vivo sintetizzato in una navicella spaziale, stregoneria d’amore per fermare un’apocalisse nucleare, la dolcezza e la forza della natura in una nostalgia a occhi lucidi.
Abbiamo intervistato il cantautore in occasione dell’uscita del suo nuovo singolo “Andare via”.
Qual è stato il momento che ti ha fatto dire “voglio fare musica”?
Non c’è mai stato, è da sempre così; in famiglia, forse soprattutto da parte del nonno, c’è sempre stata questa sensibilità per la musica. Musica soprattutto da imparare a suonare, come canto, come strumento. Quindi se ci penso, mi ha sempre accompagnato in modo più o meno presente nella mia vita.
Ricordo poi le vacanze con la mia famiglia: addirittura una volta fino in Puglia con una Fiat Uno rossa e Lucio Battisti su cassetta messo a ripetizione da mia mamma.
Sicuramente però la coscienza che volevo dire qualcosa di mio e potevo farlo con la musica nasce quando ho frequentato l’università. Un periodo molto eccentrico e con le sue contraddizioni. Ho studiato filosofia a Trento e lì ho conosciuto alcuni musicisti impegnati nei propri progetti musicali. Le mie orecchie furono catturate dai Beatles, e da li è stato un nuovo inizio!
Raccontaci “Andare via” in qualche riga.
Andare via è una bugia, che ti racconti per non cambiare
Andare via è una follia, le mie aspettative sono strane
È tutto.
Qual è l’aspetto della tua musica di cui sei più fiero?
Il fatto di essermi portato a casa il mix; ho mixato e prodotto altri musicisti, ma mai sono riuscito ad arrivare alla fine di un mio lavoro. Mi sembrava una montagna insormontabile che in passato ho sempre affidato ad altri. Questa volta ci ho provato fino in fondo. Forse sono troppo critico? non lo so… ma penso che lavorare su cose proprie sia molto più difficile. È come specchiarsi, a volte ti piaci a volte no, una condizione instabile, che continua a mutare, ma quello che c’è in gioco è l’espressione di sé. Un vero labirinto!
Qual è invece il tuo tallone d’Achille, l’aspetto su cui senti di dover migliorare?
Riguarda sempre il mix, migliorare il workflow, il processo di produzione per non perdersi nei tecnicismi, non perdere la visione d’insieme. E affinare sempre di più la propensione alla semplicità.
Come speri di continuare la tua esperienza musicale?
Con tante altre canzoni di Dino Flange, ma producendo anche altri artisti, viaggiando, vivendo cose, conoscendo persone.