“… siamo tutti persi in gironi infernali alla ricerca e rincorsa di ciò che non abbiamo“
Il 14 settembre ricorrono i 700 anni della scomparsa del sommo Poeta Dante Alighieri. Cramum celebra il Sommo Poeta raccontando in anteprima l’opera inedita “Batea” di Fulvio Morella, a breve in mostra al Gaggenau DesignElementi di Milano. Strano a dirsi, ma il lockdown e la Divina Commedia di Dante hanno infatti ispirato il noto artista-designer nella realizzazione di un’opera in legno e alluminio, di cui è disponibile solo un’immagine in anteprima.
Batea è lo strumento (piatto) impiegato lungo i corsi d’acqua dai ricercatori d’oro. Le particolari scanalature di questo strumento permettono di separare le pagliuzze d’oro dalla pirite, nota anche come “finto oro”.
L’artista durante l’ultimo lockdown, riflettendo sul tema per lui centrale della libertà, ha accostato i rimandi – di forma e contenuto – di questo strumento alla rappresentazione dei gironi infernali danteschi. In particolar modo l’attenzione dell’artista è ricaduta sulla nota pergamena del Botticelli “Voragine infernale” (1481-1495) oggi conservata alla Biblioteca Apostolica Vaticana.
Da questa intuizione nasce la nuova opera di Morella “Batea” che attualizza la Divina Commedia ai tempi del Covid19. L’artista ci fa notare come “la pandemia e l’allontanamento forzato dagli altri e dalle nostre abitudini ci hanno mostrato chiaramente come in fondo siamo tutti persi in gironi infernali alla ricerca e rincorsa di ciò che non abbiamo. La conseguenza è che spesso non riusciamo a distinguere ciò che vale – l’oro – da ciò che solamente luccica – la pirite“.
Ma ecco che Morella ci offre, come sempre nella sua arte, anche una via d’uscita, una speranza, completando l’opera con la scritta “E quindi uscimmo a riveder le stelle“.