“Pessima Idea” di Sasà V è un brano che esplora il delicato equilibrio tra passato e presente nella vita di una persona. Il testo affronta il conflitto interiore che nasce quando ci si trova di fronte alla possibilità di ripetere scelte già fatte, pur sapendo che potrebbero rivelarsi nuovamente dannose. La canzone cattura quel momento di stasi emotiva in cui il tempo sembra sospeso, mentre si è combattuti tra razionalità e sentimento.
Ne abbiamo parlato direttamente con Sasà V in questa intervista.
Nel tuo brano “Pessima Idea” esplori il conflitto tra passato e presente. Hai mai vissuto personalmente un momento in cui ti sei trovato esattamente in bilico tra queste due dimensioni? Come hai affrontato quella situazione?
Sì spesso. In amore ho perso tante occasioni, perché non mi sono mai sentito abbastanza per una persona per la mia fisicità e per paura di mettermi in pericolo ho rinunciato alle tante occasioni che mi si sono presentate magari poi pentendomene. Nel corso degli anni questa paura l’ho affrontata dicendomi che, se dovevo far qualcosa dovevo farla per me stesso e non per piacere per forza agli altri.
Hai detto che ciò che sembra una pessima idea può essere il catalizzatore del cambiamento. Secondo te, nella vita e nella musica, è più utile seguire la razionalità o il sentimento?
Io credo che nella vita come nella musica bisogna seguire più la razionalità ma ogni tanto seguire il cuore non fa male.
Il videoclip di “Pessima Idea” è stato girato all’alba, in una Bologna malinconica e immersa nella pioggia. Come è nata questa scelta e quanto il contesto visivo influisce sull’interpretazione della canzone?
Abbiamo voluto girare il video all’alba perché volevamo esprimere questo contrasto tra il buio e il giorno per sottolineare il contrasto tra il passato e il futuro, tra la paura e la possibilità di cambiamento. Personalmente ho scelto Bologna perché è una città di grandi artisti e poi Piazza Maggiore è la piazza tanto cara a uno dei miei cantautori preferiti Lucio Dalla.
La tua carriera è iniziata con reinterpretazioni di brani celebri, ma ora stai costruendo la tua identità musicale con pezzi inediti. Qual è stata la sfida più grande nel passare da interprete a cantautore?
Come interprete, mi sono sempre concentrato sul dare voce alle emozioni e alle storie di altri, mettendoci sempre comunque la mia impronta personale, ma quando ho iniziato a scrivere le mie canzoni, ho dovuto confrontarmi con la mia stessa esperienza, le mie paure, le mie gioie.
È stato un processo di scoperta di me stesso, di ricerca di un linguaggio musicale che esprimesse veramente chi sono.
Se dovessi descrivere il viaggio emotivo di “Pessima Idea” con tre parole che non compaiono nel testo della canzone, quali sceglieresti e perché?
Rimpianto, liberazione e speranza perché il protagonista del brano che sono io ma che potrebbe essere benissimo ognuno di voi sembra rimpiangere le scelte fatte, ma nonostante il rimpianto, prova un senso di liberazione e una voglia di proseguire con la vita con la speranza della possibilità di un nuovo inizio.