“Riflessi diversi” al Salone del Libro di Torino. Indossare una poesia per camminare nella vita

E’ come una pennellata su tela la poesia di Vittoriano Solazzi che ha raccolto le sue liriche nell’opera “Riflessi diversi”, pubblicata nella collana “I Diamanti della Poesia” dell’Aletti editore. L’autore, nato a Mondolfo (provincia di Pesaro e Urbino), dove vive, per la prima volta presenterà la sua silloge al Salone Internazionale del Libro di Torino, che si terrà dal 15 al 19 maggio prossimi, negli spazi del Lingotto Fiere.

«Il titolo Riflessi diversi – spiega il poeta, laureato in Giurisprudenza – tenta di condensare i motivi di chi scrive e magari le sensazioni di chi legge e gioca con la parola “versi”. Quella di scrivere non è un’idea. E’ un’esigenza complessa da spiegare o da giustificare». La poesia «ferma o afferma un’emozione, una sensazione, un ricordo, una riflessione, una gioia, un dolore, una speranza, una paura. Nulla di più, molto di più». Nei versi di Vittoriano Solazzi – che ricercano sempre musicalità e scorrevolezza per facilitarne la comprensione – c’è la vita, la morte, l’amore, la guerra, l’odio, la speranza, la paura, il passato, il presente, il futuro. Il bambino che siamo stati, l’uomo o la donna che siamo o che avremmo voluto essere. C’è l’inizio e la fine. «Il poeta – scrive, nella Prefazione, Hafez Haidar, già candidato al Premio Nobel per la Letteratura, la cui traduzione del famoso libro “Le mille e una notte” è diventato un best seller – con tratti delicati e profondi mostra attenzione alle fragilità dei più deboli ed indifesi con “Gli invisibili” e “Gracili fiori” e non esita a rivolgersi anche ai figli dell’indifferenza, a coloro che sono in continua guerra con il mondo, alle anime malate di solitudine, piegate su sé stesse, che vivono nel buio delle loro menti, in un mondo in cui i rapporti umani diventano sempre più superficiali e frettolosi».

Attraverso la penna, l’autore riesce a imprimere sul foglio la realtà circostante, riuscendo a coglierne le diverse sfaccettature. Una società in cui convivono la pace e la guerra, il bene e il male, la gioia e il dolore. «La scrittura che non parte dalla realtà è un esercizio che non mi appartiene. Io appunto la realtà. Certo, poi, ci sono mediazioni, iperboli, tratti di fantasia, immaginazione, stravaganza ma tutto parte sempre dalla realtà vera o percepita o rammentata o anche immaginata, ma sempre realtà».

Il libro è possibile trovarlo anche nella versione e-book. «Non sono contro il progresso, contro la tecnologia, l’informatica, la telematica, la robotica ma un libro lo voglio possedere, odorare, sfogliare, appuntare, sottolineare ed anche bruciare. Sì, avete capito bene, anche bruciare». Cartaceo o digitale, però, il messaggio di Vittoriano Solazzi è chiaro: «leggere fa bene e leggere poesie fa meglio. Allena il cervello, perché una poesia si studia, si scopre, si comprende, si interpreta e poi si indossa».

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