Pietro Cuppone –  Nobody’s Home (Maxy Sound)

Non a caso, credo, questo brano, è stato messo come traccia d’apertura di questo dolce e intimista lavoro d’esordio del chitarrista veneto.

“Madrigale” passa, con l’uso della sola chitarra baritona, da atmosfere d’altri tempi che fanno pensare alle stanze colorate di Versailles a basi per dolci ballate pop anni 60, passaggi intricati e virtuosi in cui viene a galla tutta la sapienza dell’artista nel maneggiare lo strumento.

In generale quasi tutto il disco si muive comunque entro queste coordinate.

Non mancano passaggi più moderni, come la ballata dedicata a Davide, il gelataio di Verona più conosciuto, in cui la chitarra diventa ritmica, o la spagnoleggiante “Una caricia”, “Secret of Yerevan”, che con la presenza di Ehab Samir, violoncellista del Cairo, assume subito sonorità mediorentali.

E la bellissima Drwning In Tears, in cui si concede l’uso di una chitarra elettrica Gibson, a dimostrare che anche non unplugged l’artsita ci sa fare.

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