Mathew Emmett Museo dell’Arte Classica alla Sapienza

Il maestoso contesto del Museo dell’Arte Classica ospiterà, a partire dalla seconda settimana di febbraio, la sezione dedicata agli eventi paralleli, Il Mondo Nuovo: The Contemplative Edge, che Camilla Boemio affianca e pone in relazione con la personale di Bruno Lisi – inauguratasi lo scorso 12 gennaio – esplorando la nozione di contaminazione in senso ampio e concettuale, in un dialogo con la storia dell’arte e in una rappresentazione dei rapporti tra artista e pubblico, corpo e tela, il simbolico e il fisico.

Il 18 Febbraio, prenderà forma la videoinstallazione St Sebastian: Plague Memory dell’artista ed architetto inglese Mathew Emmett, una performance audiovisiva che riflette sulla ricerca umana di rifugio e protezione di fronte alla paura e alla violazione.

Emmett considera lo spazio come psicoattivo; composto da strutture affettive che offuscano i confini fisici dell’architettura con le patologie dei suoi abitanti. In questo stato di grazia Emmett costruisce uno spazio ibrido; nel quale condividere una performance immersiva, un’installazione reattiva pensata appositamente per lo spazio, con un suono generato dai dati e con una narrativa teorica. Le qualità narrative ed estetiche dell’installazione sono ottimizzate nel museo, nel quale le sculture greche e romane in gesso, raccontano la nostra storia epica. Senza dimenticare, che il martirio di Sebastiano è stato uno dei soggetti preferiti degli artisti rinascimentali, raffigurato, tra gli altri, da Gian Lorenzo Bernini, Sandro Botticelli, Andrea Mantegna, il Perugino e El Greco.

Emmett innesca una narrativa sconfortante, sfruttando le forme necrotiche simili alla carne. Rappresentando i tessuti infetti del corpo umano, la malattia e la vulnerabilità subiscono una trasformazione in qualcos’altro: si manifestano con la guarigione. San Sebastiano il protettore delle piaghe è presentato come l’archetipo della mortalità e della protezione.

Il risultato è St Sebastian: Plague Memory. Questo stato di rigenerazione riflette su quali possibili forme potrebbe assumere la società futura, il corpo umano come sede del confine della spiritualità; partendo dal nostro mondo attuale per proiettarsi verso il mondo a venire.

La mostra, che segna anche la collaborazione scientifica tra due dipartimenti dell’Università di Roma Sapienza — il Dipartimento di Storia Antropologia Religioni Arte Spettacolo e il Dipartimento di Studi Europei Americani e Interculturali — sarà accompagnata da un catalogo che presenta la ricerca artistica di Bruno Lisi attraverso i testi di Camilla Boemio, Patrizia Ferri, Francesca Gallo, Francesco Moschini, Marcello Venturoli, Marisa Volpi.

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