L’ultimo saluto a Papa Francesco: un funerale per la pace e l’unità

Oltre 250 mila fedeli e 160 delegazioni internazionali, tra cui capi di governo, capi di Stato e regnanti di Europa e del mondo, si sono radunati in Vaticano e lungo le vie del centro di Roma per dare l’ultimo, sentito e profondo saluto a Papa Francesco deceduto il Lunedì dell’Angelo. Un momento di raccoglimento universale, che ha unito popoli e culture in un abbraccio spirituale senza confini.

Durante l’omelia, il cardinale Giovanni Battista Re ha evocato le parole incisive del pontefice scomparso: “Per fare la pace ci vuole coraggio, molto di più che per fare la guerra. Ci vuole coraggio per dire sì al dialogo e no alla violenza.” Parole che hanno riecheggiato nella Basilica di San Pietro, ricordando il messaggio di speranza e riconciliazione che ha caratterizzato il suo pontificato.

Papa Francesco, con il suo stile diretto, umano e profondamente empatico, ha lasciato un segno indelebile nella memoria collettiva. Frasi come “Non dobbiamo abituarci alla guerra, a nessuna guerra. La pace è un dono troppo prezioso, che deve essere promosso e tutelato” rimangono un lascito che continua a ispirare milioni di persone nel mondo.

Uno dei momenti più commoventi della cerimonia funebre è stato l’istante in cui, subito dopo l’aspersione della bara con l’acqua benedetta, il vento ha aperto e sfogliato le pagine del Vangelo posato sopra il feretro del Papa, proprio come accadde vent’anni prima durante i funerali di Giovanni Paolo II. Un evento che ha suscitato emozione nei presenti.

Conclusi i riti in Vaticano, è iniziato il suo ultimo viaggio, il 48° e ultimo viaggio del Pontefice, compiuto su una papamobile riadattata affinché il feretro fosse visibile lungo tutto il tragitto dalla Basilica di San Pietro a quella di Santa Maria Maggiore, dove il Pontefice aveva espresso il desiderio di essere sepolto. Il corteo ha attraversato luoghi simbolici della città eterna: dalla Porta del Perugino, passando per la Galleria Pasa, Corso Vittorio Emanuele, Piazza Venezia, i Fori Imperiali, via Labicana e via Merulana, fino alla Basilica Liberiana.

©️MassimoSestini/PoliziadiStato

La tumulazione, avvenuta in forma privata, ha accolto il feretro di Papa Francesco in una sepoltura fuori dalle mura vaticane, un evento straordinario che non accadeva da oltre un secolo. Ad accoglierlo, tra gli altri, vi erano circa 40 poveri selezionati dalla Caritas, un gesto che ha rispecchiato il cuore stesso del pontificato di Francesco: l’amore per gli ultimi.

Sulla sua lapide, semplice ed essenziale, compare un unico nome: Franciscus. Un simbolo di umiltà e di un amore incondizionato per il prossimo, che continuerà a illuminare il cammino della Chiesa e di quanti hanno trovato in lui una guida spirituale.

La cerimonia ed il corteo si sono svolti sotto l’occhio vigile ed attento delle Forze dell’Ordine  che hanno garantito la sicurezza di tutti coadiuvati dall’aiuto di moltissimi volontari. Le immagini sono state scattate da un elicottero della Polizia di Stato.

 

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