Un titolo evocativo per questo nuovo lavoro del cantautore marchigiano Lucio Matricardi: “Non torno a casa da tre giorni” che porta con se il senso del viaggio certamente ma anche molto altro nel suo sottotesto… viaggio che significa scoperta, visione critica della vita, dei rapporti. Ed è proprio critica la visione con cui Matricardi fotografa tutto quello che racconta, dolcemente romantico, nebuloso a tratti… dalla morte di un padre allo sfruttamento padronale del lavoro. Suoni puliti, un ricamo delicatissimo e un disco che certamente merita attenzione.
Un nuovo disco che dichiari essere maggiormente prodotto, con un suono più corposo. Di preciso che intendi?
Intendo questo: abbiamo ragionato a tavolino sul suono di cui ogni canzone aveva bisogno. C’era desiderio di un quartetto d’archi? Abbiamo inserito 4 musicisti per quel brano. C’era bisogno di un suono sconosciuto? Abbiamo passato ore su un Sinth per cercare di crearlo. E qui arrivo al dunque: visto che il nostro gruppo è costituito da strumenti acustici classici (Fiati, violini, pianoforte, chitarre di ogni tipo etc..) cosa significava per noi l’elettronica? Mi sono risposto subito. La prima sensazione era: alienazione. La meccanica di una produzione di questo tipo porta con sé una robotizzazione dell’espressione. Può aumentare l’alienazione se è solo una ricerca commerciale. Può indicarla ,esorcizzarla, trasformarla se è usata ad arte. L’altro aspetto erano i mondi. Ci sono emozioni nell’animo umano che per essere trasmesse hanno bisogno di suoni che alludano a nuovi universi. Le emozioni sono sempre in cambiamento, il vasto e passionale strumento dell’elettronica può evocarle. Ecco che significato aveva per me dopo 35 anni di pianoforte. Era un gioco potentissimo. Tra il robot malato che c’è in noi e il robot sognatore. Senza rinunciare alle proprie radici. Il suono di uno strumento classico, paradossalmente, diventa un fratello più primitivo e più istintuale. Come un fratello maggiore che ti dice prima la verità e te la dice in faccia.
Senti che la produzione somigli alla tua idea iniziale?
Sento che ha spinto i miei desideri ancora più lontano. Prima non sapevo neanche di desiderare certe cose. È stata una piccola maieutica. Come camminare sulla luna. È piacevole? Si. Adesso desidero la terra rossa di Marte, gli anelli di Urano, e pianeti che forse non esistono neanche.
E domanda assai profonda: pensi che somigli alla tua persona e al tuo modo intimo di vedere il mondo?
Si. Non pubblicherei mai una cosa che non ha avuto un valore per me, anche fosse solo in quel momento. Certo alcuni brani mi parlano di un Lucio passato, altri di un Lucio confuso. Ma posso sempre specchiarmici, come in una macchina temporale. Se invece mi chiedi se nel frattempo sono cambiato, rispondo di si. Ma ogni canzone è una traccia dei boschi che ho attraversato. Oggi ho altre idee in testa, ma fanno parte di un nuovo viaggio che sta partendo.
Oggi per te la composizione che ruolo ha? Estetico o di concetto? Siamo nel tempo dell’apparire ma non tutti ne sono convinti sostenitori… per fortuna…
Non parlo della società, ma di un discorso personale. La composizione ha tante valenze.
Una di guarigione. Scrivo quando sto male e non capisco qualcosa o non ho risposte. Scrivo e cerco di superare la piccolezza del mio io quando lo faccio.
Un’altra è il divertimento. Amo ballare, amo quando la musica cambia l’atmosfera, quando il solo averla di sottofondo gioca un ruolo da centravanti.
Un’altra è il racconto. Mi piace fare esperienza e il mio sogno è che una canzone possa essere una piccola esperienza portatile. Un’altra è la meraviglia di trasformare qualcosa di quotidiano in qualcosa di meraviglioso. Come un atto di celebrazione della vita.
Ce ne sono mille altre ma ti annoierei. Se per estetico intendi superficiale non saprei che risponderti. Possiamo avere coscienza solo di una parte leggera di noi, o solo della parte più nascosta, possiamo intrattenere o far pensare. Ognuno sceglie il suo terreno. Ma la verità è che la vita è sempre intera. “La botta sui denti” è sempre completa. Non ti accorgi di alcune cose? Torneranno in altre forme. Sta a te decidere quello che vuoi capire e quando.
Dopo un video così importante come “La manna dal cielo”, hai in cantiere altro di simile?
Si certo! E vorrei farlo ancora con Alessandro Negrini. Abbiamo fatto una sorta di patto esistenziale, ma la verità è che ci siamo divertiti tanto e siamo in sintonia perfetta. L’unico problema è che lui è sempre in viaggio, spesso in treno e abbiamo poco tempo.
Dovremmo fare un video sulle stazioni!!!