Libri al mare per Sylvie Renault, La farfalla con gli artigli

Sylvie Renault a Oltre le colonne per raccontare del suo primo libro La farfalla con gli artigli. Il libro sarà presentato online sul canale YouTube di SBS Comunicazione, il 26 aprile e, il 1 maggio a Santa Severa (Roma), dalle 12.45 presso lo stand di SBS ComunicazioneLibri al mare.

Ciao Sylvie, congratulazioni per il tuo esordio letterario. Il titolo, La farfalla con gli artigli, è decisamente intrigante! Vuoi raccontare del tuo romanzo?

Il libro è per immagini, come una sceneggiatura. In ogni capitolo una micro storia  approfondisce personaggi con parole che sembrano scorrere come ritratti.

Lo stesso titolo è un’icona. La farfalla con gli artigli è lei. Tara. L’Itzpapalotl Azteco.
La pantera con le ali, che morde l’asfalto leggera. Due voci si alternano nella narrazione.
È Tara contro Tara. Amica e nemica di se stessa.
Che ci immerge attraverso digressioni, flash-back e inaspettati colpi di scena, nei suoi amori, nei suoi dolori e nelle scelte che questi la porteranno a prendere.

I messaggi sociali all’interno del libro sono molti, quali credi siano i punti principali?

L’indifferenza sociale. Infatti, grazie a questo sentimento che accomuna tutti i personaggi di questo Realistic Fiction, Tara non solo non viene vista per quello che è, ma viene percepita come una minaccia. L’unica che tenta di sottrarsi a questa dinamica è lei, ma finisce con il rimanerne stritolata fino quasi a sparire. Perché “L’unico modo per non provare dolore è non provare più niente.”

In questa ribellione al sistema dell’invisibilità di tutto ciò che non si omologa, nel pieno del paradosso di Schrödinger, Tara si interroga, attraverso un gioco di parole sul suo nome, su come si determini il peso a vuoto di un essere umano e che cosa si debba togliere per arrivare al suo vero valore. Se gli altri ci ignorano, noi esistiamo?

Il tuo lettore, idealmente, chi è?

L’amore è la trama portante, quindi risponderei “lettori Romance”. Ma dentro c’è molto altro, che potrebbe non piacere alla categoria. Per i temi trattati e il modo crudo con cui vengono descritti, è sicuramente un romanzo rivolto a pubblico adulto.

Hai un modo di scrivere decisamente particolare e inusuale, a chi ti sei ispirata e quali sono gli autori che ami maggiormente?

De Carlo, Pennac, Coelho e Yoshimoto gli autori più letti e amati. Il primo amore? Pirandello. Da qui il mio scrivere come una sceneggiatura, così come il non sentire il bisogno di una frase completa per esprimere un concetto.

Le opere teatrali infatti sono asciutte. Recitate devono sembrare reali. I dialoghi si interrompono. Non si concludono. Sono privi di struttura.

A me piace scrivere così. I suoni delle parole descrivono meglio del significato stesso.
Corti. Precisi. Diventano proiettili.

Il libro è accompagnato da una colonna sonora, perché questa scelta?

Creando mi chiedevo “Che musica avrebbe questa scena?” Trovavo una canzone, la mettevo in sottofondo, scrivevo. Questo ha dato ritmo alla metrica del romanzo.
Poi ho realizzato una playlist affinché il lettore potesse immergersi ancora di più in questa narrazione.

Da quanto tempo pensavi di scrivere questo libro?

La prima scintilla scoccò nel 2006. Ne feci un pezzo “Meditazione bicilindrica desmodronica”. Fu così che nacque. Ma lo lasciai a metà, chiuso nella mancanza di fiducia in me stessa, fino al 2020.

C’è qualche altra opera nel cassetto in questo momento?

Sto finendo “Senza cuore”, il proseguimento delle avventure amorose di Tara.
E ho iniziato anche un terzo romanzo che scriverò a 4 mani con un noto speaker radiofonico nazionale. Ma questa… è proprio tutta un’altra storia.

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