Libellule: giocando con le parole e il suono di un cantautore

Eccolo Alexander Frizzera, eccolo Libellule in un nuovo disco molto interessante che vi segnaliamo con piacere. “Nuovo ordine” è un manifesto sociale ma anche romantico, è un mosaico di parole e allegorie ma anche di sano pop d’autore che sconfina dentro “prove di trasgressione glam ma non troppo” come disse il saggio. In rete il video della title track, velenoso ma anche dolcemente provocatorio. Nessuna offesa al sistema: soltanto una sveglia eccentrica al torpore quotidiano.

“Nuovo Ordine” è descritto come un album che fonde il futurismo di Marinetti con il cantautorato alla Battisti. Come hai messo in relazione questi due estremi decisamente distanti tra loro?
Mah ho fatto un pò una ricapitolazione della musica italiana che mi piacevano, gli stili e momenti culturali secondo me rilevanti!

Nel manifesto dell’album parli di un disco che non è solo intrattenimento ma anche uno spazio per guardarsi dentro e agire. Qual è il vero messaggio che vorresti che tutti raccogliessimo dopo l’ascolto di questo disco?
Spero che tutti possano diventare creatori e non consumatori, di essere se stessi e di non e cercare la propria unicità.

Dall’energia all’intimismo: sembra essere questa la parabola del disco lungo l’ascolto. Ha un senso e una ragione?
Sì l’idea è di portare l’ascoltatore dal trambusto e caos del mondo esterno a quello interiore, l’unico posto dove si può trovare la pace che non dipende da fattori esterni.

L’ego e lo spazio metropolitano. Le cose possono coincidere se non contaminarsi a vicenda. Questo disco dove si pone? Tra le strade o dentro l’ego?
Secondo me la città è un manifestazione dell’ ego. Se non ci fosse ego potremmo vivere nella natura e restare in armonia. Ma il sogno della città, di farcela, di arrivare è tutto ego.

Tante le radici geografiche ma di sicuro il Vietnam colpisce: che storia è stata e cosa hai raccolto o seminato lli per questo disco?
Li è stata una fase di transizione importante, vedere l’occidente ti aiuta a capire l’oriente. Ci ammiriamo e scontriamo allo stesso tempo, ma siamo uno una parte dell’altro.

Articolo precedenteI Ragazzi della Strada, scritto da Riccardo D’Alessandro e Gabriele Fiore in scena a Via Giulia
Articolo successivoVerso il MEI dei 30 ANNI Musica: annunciate le prossime date del MEI a Faenza, e anteprima a Bologna