LA BOHÈME
IN UN NUOVO ALLESTIMENTO
AL TEATRO REGIO DI PARMA
L’opera di Giacomo Puccini, nella nuova produzione firmata da Marialuisa Bafunno, vincitrice del bando rivolto a team creativi under 35.
Riccardo Bisatti sul podio della Filarmonica di Parma, della Banda degli Allievi del Conservatorio Peri-Merulo, del Coro del Teatro Regio di Parma, preparato da Martino Faggiani, e del Coro di voci bianche del Teatro Regio preparato da Massimo Fiocchi Malaspina.
Protagonisti Atalla Ayan (Rodolfo), Roberto Lorenzi (Schaunard), Eugenio Maria Degiacomi (Benoit, Alcindoro), Roberta Mantegna (Mimì), Aleksei Kulagin (Colline), Maria Novella Malfatti (Musetta), Francesco Congiu (Parpignol), Angelo Lodetti (Sergente dei doganieri), Matteo Mazzoli (Doganiere), Matteo Nonni (Venditore ambulante).
Teatro Regio di Parma
4, 6, 10, 12 aprile 2025
La Bohème di Giacomo Puccini, scene liriche in quattro quadri sul libretto di Luigi Illica e Giuseppe Giacosa dal romanzo Scène de la vie de Bohème di Henri Murger, va in scena al Teatro Regio di Parma venerdì 4 aprile alle ore 20.00 (recite domenica 6 aprile ore 15.30, giovedì 10 aprile ore 20.00, sabato 12 aprile ore 17.00) nel nuovo allestimento coprodotto da Teatro Regio di Parma, OperaLombardia e iTeatri di Reggio Emilia, firmato dalla regista e costumista Marialuisa Bafunno, dalla scenografa Eleonora Peronetti, dal light designer Gianni Bertoli e dal coreografo Emanuele Rosa, vincitori del bando rivolto a team creativi under 35 per promuovere la professionalità e creatività di giovani artiste e artisti e stimolare un approccio progettuale che valorizzi temi di accessibilità e sostenibilità, realizzato dal circuito di OperaLombardia, in collaborazione con Opera Europa, con il sostegno di Ministero della Cultura. Anche il podio sarà under 35, con Riccardo Bisatti per la prima volta al Regio alla direzione della Filarmonica di Parma, della Banda degli Allievi del Conservatorio Peri-Merulo, del Coro del Teatro Regio di Parma, maestro del coro Martino Faggiani, e del Coro di voci bianche del Teatro Regio di Parma preparato da Massimo Fiocchi Malaspina. Protagonisti Atalla Ayan (Rodolfo, per la prima volta al Regio), Roberto Lorenzi (Schaunard, per la prima volta al Regio), Eugenio Maria Degiacomi (Benoit, Alcindoro), Roberta Mantegna (Mimì), Alessandro Luongo (Marcello), Aleksei Kulagin (Colline), Maria Novella Malfatti (Musetta, per la prima volta al Regio, che sostituisce l’annunciata Juliana Grigoryan), Francesco Congiu* (Parpignol), Angelo Lodetti (Sergente dei doganieri), Matteo Mazzoli (Doganiere), Matteo Nonni (Venditore ambulante). *già allievo dell’Accademia Verdiana.
“La Bohème, opera perfetta nella forma e nella sintesi – scrive il direttore artistico del Teatro Regio Alessio Vlad. La si conosce benissimo, nota per nota, momento per momento, eppure prende e commuove sempre, come se la si vedesse la prima volta. Modernissima e attualissima nel meccanismo teatrale, nella costruzione musicale, nell’orchestrazione, ma eterna e fuori da qualsiasi definizione temporale nella rappresentazione della vita e dei sentimenti. Esaltazione della giovinezza, delle speranze, della purezza idealizzata dell’amore e della tragicità della vita. La morte della piccola fioraia diventa la rappresentazione assoluta di una tragedia che è di tutti, senza distinzioni. Nello stesso modo l’amicizia, la gelosia, l’illusione, la generosità vengono trasfigurati in una dimensione ideale e assoluta in cui tutto ciò che apparentemente è piccolo diventa grande e ancora più grande perché ci appartiene. Opera della giovinezza e anche per questo affidata ad una squadra di giovanissimi pieni di talento e di energia: dal direttore d’orchestra, 25 anni, Riccardo Bisatti, ai responsabili dell’allestimento, tutti sotto i 35 anni, vincitori di un concorso internazionale dedicato all’allestimento di quest’opera, alla compagnia di cantanti che vede affiancati artisti giovani, ma di consolidata esperienza ad altri che si stanno da poco affacciando alla carriera. Grazie a tutti loro il Teatro guarda avanti e, credendo nel futuro e sostenendo le nuove generazioni, assolve al primo tra i suoi tanti doveri”.
“L’azione di Bohème è rapida e musicalmente legata da una serie di temi conduttori che creano la struttura e tengono insieme la storia – scrive il direttore Riccardo Bisatti. Nell’affrontare una partitura così complessa è necessario innanzitutto partire dal meraviglioso libretto di Illica e Giacosa e successivamente immergersi nelle dettagliatissime indicazioni offerte da Puccini stesso. Il compositore è meticolosissimo nell’indicare le varie sfumature agogiche e dinamiche che il direttore ha il compito di far risaltare in tutta la loro potenza ed intensità. Un’opera caratterizzata non solo dalla tragedia, ma anche dalla commedia; numerosi sono gli episodi in cui il pubblico si lascia andare alla risata nel vedere le azioni dei personaggi. La Bohème è un’opera simmetrica: il primo quadro è imparentato con il quarto sia dal punto di vista di ambientazione sia musicale. A tali quadri vengono contrapposti un secondo di grande massa e movimento e un terzo più descrittivo nella prima parte e nella seconda parte preparatorio alla tragedia dell’ultimo quadro. I personaggi declamano su un tessuto orchestrale, a volte usano il puro parlato oppure, come all’inizio del terzo quadro, questa espressione si unisce alla pittura sonora del paesaggio della Barrière d’Enfer. Quello che colpisce nella Bohème è l’economia nell’uso dei materiali musicali da parte di Puccini: stessi materiali possono essere variati nell’agogica, nel ritmo, nell’armonia e assumono significati completamente diversi. Quando ho affrontato per la prima volta un capolavoro come questo è stato per me un sogno che si è realizzato. Scoprire ogni dettaglio con i cantanti e la regista, un lavoro entusiasmante che si può realizzare solo con un vero gioco di squadra e puro amore verso il teatro”.
“Nella Bohème–la scatola dei ricordi, la vicenda si svolge attraverso gli occhi di un Rodolfo anziano, un artista che arriva dal futuro e ritrova una scatola di latta contenente alcuni oggetti del periodo più felice della sua giovinezza – scrive la regista e costumista Marialuisa Bafunno. Una cuffietta rosa, un quaderno di poesie, una candela profumata, una fotografia sbiadita diventano il filo conduttore per un viaggio nel tempo, riportando Rodolfo alla “bella età d’inganni e d’utopie”. Il ricordo non vive solo nella sua mente ma si materializza sul palcoscenico: una grande scatola si apre svelando “la soffitta” dove il giovane Rodolfo vive la sua vita da bohémien. La scatola non è un semplice elemento scenico, ma il cuore pulsante della narrazione: un confine sottile tra passato e presente, tra memoria e realtà. Gli spazi che si aprono al suo interno sono abbozzati, frammentati come ricordi sbiaditi dal tempo, e come essi oscillano tra momenti realistici e visioni oniriche. Rodolfo, Marcello, Colline e Schaunard vivono in uno spazio di aggregazione, un misto tra laboratorio, studio e loft e coltivano il sogno di una vita condivisa, in balìa del presente e di tutte le sue contraddizioni. I personaggi rappresentano degli “archetipi” del nostro tempo: Marcello è uno street artist che affigge stencil e si trova irresistibilmente attratto da Musetta, un’aspirante ballerina influencer. Colline, oltre a studiare filosofia all’università, si impegna attivamente in un collettivo ambientalista, mentre Schaunard, violinista di giorno, sogna di esibirsi come drag queen di notte. Il giovane Rodolfo è la figura più romantica del gruppo, affascinato da un’idea nostalgica del passato. Si innamora di Mimì, una bellezza pura e antica, che sembra provenire da un’epoca remota. Ognuno di loro si scontra, a modo suo, con una profonda paura che attraversa l’intera opera, diventando il simbolo di un’intera generazione. È la paura del futuro, un sentimento che permea ogni scelta dei protagonisti, sempre alla ricerca del proprio posto nel mondo e della propria strada. In un mondo che spesso sembra ostile e pronto a sabotarli, questa paura offusca le menti e annebbia i giudizi. La neve cade e si posa sui ricordi di un Rodolfo ormai anziano, che affronta solitario il lungo cammino per perdonarsi il grave errore della gioventù: non essere stato vicino alla persona amata nel momento del bisogno. Nel frattempo, tenta disperatamente di cambiare il suo passato, ma non perde l’occasione di accarezzare ancora una volta la sua dolce Mimì. Resta solo uno spazio addobbato a festa dalla sera precedente, qualche bottiglia vuota, un mucchio di neve e la fine di un’epoca”.
“Che poi La Bohème sia musicalmente cucinata in salsa di Falstaff è cosa ben nota – scrive lo storico della musica Giuseppe Martini – ed evidente nella continua adesione allo scorrere dell’azione di una musica cangiantissima che per frammenti si compone e si scompone e si ricompone, musica che senza mai descrivere è densa di significato. Puccini salta cioè il Verdi “aidiano” che lo aveva entusiasmato (ma a diciott’anni, e in mezzo già d’acqua n’era passata) e pure quello otellesco statuario e ridondante da lui lontanissimo, e trova in Falstaff la ricetta per mescolare i modi musicali più disparati, da Wagner al café-concert, fuorché quello verista con cui niente aveva a che spartire: il realismo pucciniano è solo un punto di partenza, l’arredo di un mondo popolato di situazioni e di cose che sanno di poesia e portano a una commozione sorgiva, senza filtri, quella che si prova da bambini, cioè quello di cui il pubblico di quel tempo non sapeva ancora di avere bisogno. Non lo sapeva perché fu Puccini a farglielo scoprire. Il “puccinismo” è nato lì, captandogli umori nell’aria, e infatti parecchi anche fra i critici ci furono che all’indomani della prima torinese alla Bohème preconizzarono vita corta. Perché? Perché erano nientemeno che orfani dei wagnerismi di Manon Lescaut. “Wagnerismo” che in Italia era un parolone magico per dire opera moderna, cioè temi conduttori e fluire musicale, pensa un po’. Visto com’è andata a finire – oggi LaBohème è la quinta opera più rappresentata al mondo – verrebbe voglia a questo punto di mandare all’aria tutti i discorsi da manualetto, che pur son cose che van dette, e spingere l’immaginazione a quei giorni fra gennaio e febbraio del 1896 quando si preparava il debutto al Regio di Torino e Puccini voleva il cast di stelle, e Ricordi glielo negò perché non riteneva fosse il caso, e il pubblico che arrivò addirittura a criticare i manifesti di Adolf Hohenstein – ci si attacca sempre a tutto, come oggi – e Illica gli preparò i cantanti facendogli fare gli attori così bene da smontare persino le perplessità di Puccini sul tenore. Evan Gorga – Evan sta per Evangelista, era ciociaro – si presentava da tenorino di grazia di quelli che il Rodolfo di Caruso avrebbe spazzato via, un tenorino che Puccini considerava una capra, ma fu così scenicamente credibile da arrivare a entusiasmarlo. Fu cioè l’immagine dell’interprete che nella Bohème si fonde alla sua musica asciutta, a uno stile personalissimo che permise a Puccini, di colpo e inaspettatamente, di farsi carico dei malesseri collettivi, che è in fondo il compito di ogni arte. Malesseri di un’Italia che cercava goffamente di compensare con le imprese coloniali il disagio di una società divisa fra chi per sopravvivere si aggrappava alle barricate e chi nei nuovi tram elettrici si compiaceva del proprio benessere in una pletorica fiducia per la tecnologia e il progresso. Anche Puccini se n’era compiaciuto, di quel progresso. Poco prima si era appassionato per “il bicicletto”, con entusiasmo sproporzionato, pare, alla sua capacità di maneggiarlo. Da lì a poco passerà, più o meno sciaguratamente, alle automobili. Ma qui, più che fiducia nel progresso, è segnale di una fuga in una dimensione autarchica e consolante, come lo scanzonato “Club La Bohème” allestito in tempi non sospetti sul lago di Massaciuccoli con un manipolo d’artisti amici. Molto somiglia a quei tempi il nostro, e non è questione di gioventù che si dissolve: bastano la delusione del nuovo, l’apatia di un mondo senz’anima, il rimpianto di quando c’era l’entusiasmo. Puccini l’ha detto con la corda musicale più ombrosa e delicata dell’opera italiana, e per questo La Bohème è ancora fra noi, senza che le si debba cambiare una virgola”.
PRIMA CHE SI ALZI IL SIPARIO
Un approfondimento sul compositore, la genesi dell’opera e il capolavoro letterario a cui si ispira, con l’esecuzione dal vivo dei brani più celebri: Prima che si alzi il sipario, ciclo di incontri a ingresso libero alle ore 17.00 al Ridotto del Teatro Regio di Parma, a cura di Giuseppe Martini, presenta La Bohème sabato 29 marzo 2025, con la partecipazione dei cantanti del Conservatorio di Musica “Arrigo Boito” di Parma Lee Eunhye (Mimì), Erika Kohira (Musetta), Li HaoJun, Zhao Xinran (Rodolfo), Haoran An (Colline), JeongWoo Lee (Marcello) accompagnati al pianoforte da Claudia De Natale e coordinati da Donatella Saccardi.
PROVA UNDER30 CON AFTERSHOW E PROVA APERTA
Nei giorni che precedono il debutto, sono aperte al pubblico la prova riservata agli under30 lunedì 31 marzo ore 20.00, al termine aftershow con aperitivo e dj set di Silvia Milani nelle sale del Ridotto, e la prova aperta al pubblico mercoledì 22 gennaio ore 20.00.
REGIOINSIEME
Diverse le iniziative realizzate in occasione del debutto de La Bohème per Regioinsieme, il progetto dedicato alle comunità sensibili del territorio, nato e sviluppato dal Regio per creare opportunità e rendere accessibili spettacoli, concerti, laboratori, percorsi ed esperienze formative, per fare ancora una volta del teatro e della musica occasioni concrete di inclusione, crescita, di benessere e di arricchimento.
Al Punto, il nuovo hub creativo del Comune di Parma in Piazza Garibaldi, uno spazio di informazione e aggregazione dedicato ai giovani e alle giovani under 35 per promuovere l’arte, mercoledì 26 marzo alle ore 18.30 l’incontro con Martino Dondi.
Saranno esposte nel foyer del Teatro Regio lunedì 31 marzo alle ore 20.00 in occasione della prova under 30 de La Bohème, le creazioni elaborare attraverso la pittura e altre forme espressive e realizzate dai giovani artisti dei Centri Giovani del Comune di Parma nell’ambito del percorso laboratoriale coordinato da Alessandro Scanu.
La rinnovata e accresciuta collaborazione del Teatro Regio di Parma con UICI, l’Unione Italiana Ciechi e Ipovedenti di Parma, prosegue con le Conversazioni musicali con Laura Minto e il maestro Milo Martani, nella Sala Gandolfi al Teatro Regio di Parma lunedì 31 marzo 2025, ore 15.00: un incontro di carattere divulgativo per avvicinarsi a La bohème prossima al debutto, con la partecipazione di Marialuisa Bafunno e degli artisti che hanno aderito al Manifesto etico del Teatro Regio di Parma.
Nell’ambito del progetto L’Opera in Carcere, recentemente insignito del Premio Abbiati dall’Associazione Nazionale dei Critici Musicali, Gabriella Corsaro curatrice del laboratorio corale del Teatro Regio negli Istituti Penitenziari di Parma porterà in scena La Bohème sabato 5 aprile 2025 alle ore 11.00 (ingresso riservato, non aperto al pubblico), ove l’opera sarà interpretata dai 30 artisti del Coro dei detenuti e dagli artisti del cast in scena al Teatro Regio che hanno aderito al Manifesto etico del Teatro Regio di Parma, accompagnati al pianoforte da Milo Martani.
PARTNER E SPONSOR
La Stagione del Teatro Regio di Parma è realizzata grazie al contributo di Comune di Parma, Ministero della Cultura, Reggio Parma Festival, Regione Emilia-Romagna. Major partner Fondazione Cariparma. Main partner Chiesi. Cultural partner Crédit Agricole. Media partner Mediaset. Main sponsor Iren, Barilla. Sponsor Agugiaro e Figna, CePIM, Grasselli, Parmacotto, Opem, GHC, Poliambulatorio Dalla Rosa Prati, Drill Pac, Rainieri, GloveICT, Amoretti. Security partner Metronotte. Educational partner Parmalat. Wine partner Oinoe. Mobility partner Tep. Radio Ufficiale Radio Monte Carlo. Fair Play partner Zebre. Con il contributo di Ascom Confcommercio Parma Fondazione, Ascom Parma Confcommercio, Camera di Commercio dell’Emilia, Fondazione Monteparma. Legal counselling Villa&Partners. Con il supporto di “Parma, io ci sto!”. Sostenitori tecnici De Simoni, Teamwork, Graphital. Partner artistici e istituzionali Casa della Musica, Coro del Teatro Regio di Parma, Conservatorio “Arrigo Boito”, Società dei Concerti di Parma, Fondazione Teatro Comunale di Bologna, La Toscanini. Il Teatro Regio di Parma aderisce a Fedora, Opera Europa, Operavision, Emilia taste, nature, culture.
BIGLIETTERIA DEL TEATRO REGIO DI PARMA
Biglietti da 10 a 110 euro. Agevolazioni e riduzioni sono rivolte a Under30, famiglie, lavoratori, neomaggiorenni, studenti e docenti, studenti universitari, gruppi, aziende. Strada Giuseppe Garibaldi, 16/A 43121 Parma Tel. +39 0521 203999 biglietteria@teatroregioparma.it
I biglietti sono disponibili online su www.teatroregioparma.it, senza costi di commissione. Orari di apertura: la Biglietteria del Teatro Regio di Parma è aperta da martedì a sabato dalle 10.00 alle 13.00, il mercoledì e il venerdì dalle 16.00 alle 18.00 e un’ora e mezza prima dello spettacolo. In caso di spettacolo nei giorni di chiusura, da un’ora e mezza prima dello spettacolo. Chiuso il lunedì, la domenica e i giorni festivi.
Parma, 22 marzo 2025
Teatro Regio di Parma strada Garibaldi, 16/A, 43121 Parma – Italia
Tel. +39 0521 203969
www.teatroregioparma.it
Teatro Regio di Parma
Venerdì 4 aprile 2025, ore 20.00 (TURNO A)
Domenica 6 aprile 2025, ore 15.30 (TURNO D)
Giovedì 10 aprile 2025, ore 20.00 (TURNO B)
Sabato 12 aprile 2025, ore 17.00 (TURNO C)
LA BOHÈME
Giacomo Puccini
Scene liriche in quattro quadri sul libretto di Luigi Illica e Giuseppe Giacosa dal romanzo Scène de la vie de Bohème di Henri Murger.
Casa Ricordi, Milano.
Prima rappresentazione il 1 febbraio 1896 al Teatro Regio di Torino.
Rodolfo | ATALLA AYAN |
Schaunard | ROBERTO LORENZI |
Benoit, Alcindoro | EUGENIO MARIA DEGIACOMI |
Mimì | ROBERTA MANTEGNA |
Marcello | ALESSANDRO LUONGO |
Colline | ALEKSEI KULAGIN |
Musetta | MARIA NOVELLA MALFATTI |
Parpignol | FRANCESCO CONGIU* |
Sergente dei doganieri | ANGELO LODETTI |
Doganiere | MATTEO MAZZOLI |
Venditore ambulante | MATTEO MONNI |
*già allievo dell’Accademia Verdiana
Direttore RICCARDO BISATTI
Regia e costumi MARIALUISA BAFUNNO
Scene ELEONORA PERONETTI
Luci GIANNI BERTOLI
Coreografie EMANUELE ROSA
FILARMONICA DI PARMA
BANDA DEGLI ALLIEVI DEL CONSERVATORIO PERI-MERULO
CORO DEL TEATRO REGIO DI PARMA
Maestro del Coro MARTINO FAGGIANI
CORO DI VOCI BIANCHE DEL TEATRO REGIO DI PARMA
Maestro del Coro MASSIMO FIOCCHI MALASPINA
Nuovo allestimento in coproduzione con OperaLombardia e iTeatri di Reggio Emilia. Progetto vincitore del bando rivolto a team creativi under35 per promuovere la professionalità e creatività di giovani artiste e artisti e stimolare un approccio progettuale che valorizzi i temi di accessibilità e sostenibilità, realizzato dal Circuito di OperaLombardia, in collaborazione con Opera Europa, con il sostegno di Ministero della Cultura. Spettacolo con sopratitoli
OPERA 2025
Teatro Regio di Parma
24, 26, 30 gennaio 2025
1 febbraio 2025
GIOVANNA D’ARCO
Giuseppe Verdi
1, 5, 7, 9 marzo 2025
IL BARBIERE DI SIVIGLIA
Gioachino Rossini
4, 6, 10, 12 aprile 2025
LA BOHÈME
Giacomo Puccini
3, 6, 9, 11 maggio 2025
ANDREA CHÉNIER
Umberto Giordano
16 maggio 2025
REGIO 196
Musiche Giuseppe Verdi
CONCERTISTICA 2025
Teatro Regio di Parma
15 febbraio 2025
FILARMONICA ARURO TOSCANINI
violino ANNA TIFU
violoncello GIOVANNI GNOCCHI
direttore JOEL SANDELSON
Johannes Brahms, Carlo Nielsen
8 marzo 2025
pianoforte ANGELA HEWITT
Johann Sebastian Bach
5 aprile 2025
pianoforte ALEXANDER GADJIEV
Ludwig van Beethoven, Fryderyk Chopin, Robert Schumann,
Sergej Rachmaninov, Béla Bartók
11 aprile 2025
violino MASSIMO QUARTA
violoncello ENRICO DINDO
pianoforte PIETRO DE MARIA
Maurice Ravel
4 maggio 2025
fisarmonica RICHARD GALLIANO
George Gershwin
31 maggio 2025
Chitarre SERGIO E ODAIR ASSAD
Heitor Villa Lobos, Astor Piazzolla,
Egberto Gismonti, Radames Gnattali, Clarice Assad
In occasione del Paganini Guitar Festival 2025
Realizzata da Società dei Concerti di Parma
DANZA 2025
Teatro Regio di Parma
15 marzo 2025
CCN/ATERBALLETTO
Solo Echo / Reconciliatio / Glory Hall
21 maggio 2025
BALLETTO DI ROMA
Otello
29 maggio 2025
BÉJART BALLET LAUSANNE
REGIO YOUNG 2024-2025
Teatro Regio di Parma
Per le Famiglie
DUE
8 marzo 2025
FALSTAFF
BURATTINI E BURLE
(da 3 a 6 anni)
5 aprile 2025
FALSTAFF
(da 3 mesi a 3 anni)
24 maggio 2025
FALSTAFF
GLI ALLEGRI GIOCATTOLI
DI WINDSOR
7 giugno 2025
UNA NOTTE ALL’OPERA
Per le Scuole
Date in via di definizione
DUE
7 marzo 2025
FALSTAFF
(da 3 a 6 anni)
24 marzo 2025
FORTISSIME!
9 aprile 2025
IMPAROLOPERA
LA BOHÈME
23 maggio 2025
FALSTAFF
GLI ALLEGRI GIOCATTOLI
DI WINDSOR
CALENDARIO
MARZO 2025
24 lun 10.00 FORTISSIME! scuole
29 sab 17.00 PRIMA CHE SI ALZI IL SIPARIO La bohème
31 lun 20.00 LA BOHÈME Under30, a seguire Aftershow
APRILE 2025
2 mer 15.30 LA BOHÈME prova aperta
4 ven 20.00 LA BOHÈME Opera A
5 sab 15.00 e 18.00 FALSTAFF (da 6 mesi a 3 anni) famiglie
20.30 ALEXANDER GADJIEV
6 dom 15.30 LA BOHÈME Opera D
9 mer 10.00 IMPAROLOPERA LA BOHÈME scuole
10 gio 20.00 LA BOHÈME Opera B
11 ven 20.30 QUARTA / DINDO / DE MARIA
12 sab 17.00 LA BOHÈME Opera C
26 sab 17.00 PRIMA CHE SI ALZI IL SIPARIO Andrea Chénier
28 lun 20.00 ANDREA CHÉNIER Under30, a seguire Aftershow
30 mer 20.00 ANDREA CHÉNIER prova aperta
MAGGIO 2025
3 sab 20.00 ANDREA CHÉNIER Opera A
4 dom 17.30 RICHARD GALLIANO
6 mar 20.00 ANDREA CHÉNIER Opera B
9 ven 20.00 ANDREA CHÉNIER Opera C
11 dom 15.30 ANDREA CHÉNIER Opera D
16 ven 20.00 REGIO196
21 mer 20.30 BALLETTO DI ROMA
23 ven 9.00 e 11.00 FALSTAFF GLI ALLEGRI… scuole
24 sab 15.00 e 18.00 FALSTAFF GLI ALLEGRI… famiglie
29 gio 20.30 BÉJART BALLET LAUSANNE
31 sab 20.30 SERGIO E ODAIR ASSAD
GIUGNO 2025
7 sab 20.00 UNA NOTTE ALL’OPERA famiglie