Ken La Fen: si completa la trilogia di sano trash emozionale

Mettiamo in circolo “Tuo padre” l’ultimo disco degli abruzzesi Ken La Fen, folli e densi di quello che definisco Trash Emozionale. Siamo ai confini della follia romantica, di quel pop di ricercate soluzioni mai scontate. Pop d’autore anche… ma prima di tutto pop irriverente, “transgender” e di colorate allegorie sfacciatamente ironiche. Si fa il verso alla vita… ma alla vita si parla.

Un titolo importante. Chiude una trilogia o sbaglio?
Si il titolo è molto importante. Come fosse il continuo degli altri due album e a dirla tutta non sappiamo come e quando finirà questa saga musicale. Le famiglie sono molto numerose dalle nostre parti e per arrivare alla prozia di 3° grado del Canada, ci impiegheremo almeno 10/15 album.

Per come la vedo io il trash ha sempre emozionato o no? Dalla vostra che tipo di significato c’è?
Tutto può emozionare a patto che l’occhio che vede e l’orecchio che ascolta, debbano fare l’esercizio dell’oltre. Sforzarsi di intraprendere un viaggio ulteriore, tra le righe, cercando i significati nascosti e avvicinarsi cosi ad un’interpretazione sempre meno didascalica e a favore di quella metaforica. Per noi è un po’ come riprendere il concetto del clown che, nella vita di tutti i giorni, quando sveste i panni dell’intrattenitore, è triste e avvolto da pensieri lugubri.

Il suono invece? In che modo coniuga questo concetto di “trash emozionale”?
Il suono talvolta diventa un tappeto ossimorico, triste quando le parole sono felici, e felice quando le parole sono tristi. Ha una funzione complementare e viene studiato ad hoc in post, visto che i testi nella stragrande maggioranza dei casi vengono improvvisati in freestyle.

Ve lo chiedo perché è come se avessi l’impressione che dentro confluisca tantissimo, dal britpop alla psichedelica… o sbaglio?
Si forse c’è anche del britpop e della psichedelia, ma anche il folk, il cantautorato italiano anni 60/70, c’è dell’italo dance dell’indie, del pop, insomma c’è un po’ di tutto quello che ci piace ascoltare. Miscelato ed estremizzato e a volte ridicolizzato.
La musica la consideriamo un gioco e come tale ha bisogno di essere esplorato e sperimentato il più possibile.

Dal vivo? Come suona tutto il mondo dei Ken La Fen?
Il mondo dei Ken La Fen suona amaro, metaforico, pungente, ma anche scanzonato, cazzone e spensierato. Un’allegoria dove si abbatte la barriera tra pubblico e cantanti, il palco diventa un modo per avvicinarsi a tutti e spogliarsi della banalità della routine.

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