INFERNO | Esiste una via d’uscita? è la prima mostra del Museo d’Arte Trasformativa

Visitando la mostra “INFERNO | Esiste una via d’uscita?”, si capisce il senso della sfida lanciata da chi, gestendo un Centro Commerciale, non riesce a vederlo solo come un luogo destinato allo shopping, ma anche come una spazio dove le persone vanno per socializzare e quindi un luogo dove l’offerta culturale dovrebbe non mancare mai.

Tuttavia è chiaro che offrire contenuti culturali a un pubblico che per lo più non è abituato a trovarli e spesso nemmeno a usufruirne, non è facile e non va affrontato in modo classico. Ecco che la mostra, commissionata a una società che ha 25 anni di esperienze espositive in tutto il mondo, offre modi di visita sofisticati e nuovi, dove il concetto di immersività si sposa con quello della narrazione.

Un’arte che interpella il presente

“INFERNO | Esiste una via d’uscita?” non è solo una mostra d’arte, ma un’occasione per riflettere su temi urgenti, coinvolgendo attivamente lo spettatore nel dialogo tra arte e società. L’esposizione alterna continuamente denunce e prospettive, lasciando al pubblico l’idea che non esista solo il male, ma che il bene sia il prodotto della responsabilità di ciascuno di noi e quindi la prospettiva di un mondo migliore sia concreta e perseguibile, ma solo con il contributo di tutti.

MAT | Museo d'Arte Trasformativa
Entrata del Museo

La mostra offre tre modalità di visita e una sorpresa finale, per un’esperienza personalizzata e per rendere la mostra accessibile a ogni tipo di pubblico.

– Classica curatoriale: il visitatore esplora autonomamente le opere, trovando didascalie dettagliate e confrontando le proprie chiavi di lettura con quelle dei curatori.

– Narrativa immersiva: un’esperienza sonora disponibile sul proprio smartphone, che racconta la mostra attraverso gli occhi di un personaggio speciale, rendendo il percorso ancora più coinvolgente.

– Percorso fiabesco per bambini: un’audioguida dedicata ai più piccoli, che li accompagna alla scoperta delle opere con un linguaggio accessibile e affascinante.

Dietro le quinte: attraverso QR Code dedicati, è possibile accedere a contenuti esclusivi online sul backstage di come sono nate le opere, con interviste agli artisti e approfondimenti esclusivi, una novità assoluta che coinvolge gli spettatori delle mostre facendoli affacciare alle soglie degli atelier degli artisti, quei luoghi magici dove le opere vengono ideate e prendono forma.

Esperienza immersiva 3D: alla fine del percorso espositivo sarà possibile rivivere, come se si fosse dentro l’enorme stanza, proprio lì davanti, grazie al visore 3D (Oculus), la visita al nuovo Giudizio Universale, l’opera di 15 x 12 metri realizzata da Jorge R. Pombo (l’ultimo artista esposto in mostra) ed esposta l’anno scorso a Villa da Porto Barbaran; inoltre sarà possibile rivivere le opere viste prima esposte con un’ottica originale, entrando dentro di esse a 360°.

La mostra riunisce 12 artisti internazionali (Afran (Francis Natan Abiamba) | Julia Bornefeld | Arturo Castelli | Luigi Dellatorre | Gianfranco Gentile | Umberto Mariani | Matteo Mezzadri | Alberto Salvetti | Carlo Pasini | Jorge R. Pombo | Giusy Rampini | Alessandro Zannier) e presenta oltre 30 opere tra installazioni monumentali, dipinti, sculture, fotografie e videoarte, offrendo un’esperienza immersiva e multidimensionale. La metà degli artisti ha partecipato alla Biennale di Venezia negli ultimi 2 anni e quasi tutti sono stati invitati alle Biennali internazionali Italia – Cina e di Curitiba in Brasile; tutti hanno esposto in diversi Musei e spazi istituzionali internazionali.

Il percorso si snoda fra denuncia e speranza, attraverso una serie di stanze tematiche, il pubblico è invitato a confrontarsi con le realtà “infernali” della contemporaneità: l’inquinamento e la distruzione ambientale, lo sfruttamento dei lavoratori, l’analfabetismo funzionale, la manipolazione dei social media e la perdita del patrimonio artistico.

Tra le opere più significative si segnalano:

“Sacro Pomodoro” di Gianfranco Gentile: una grande installazione che mette a nudo il mito della pasta al pomodoro svelandone i retroscena.

“Alba” di Julia Bornefeld: grande installazione di oltre 6 metri dell’Italia bruciata con un trono traballante che tocca il tema dell’incuria della politica.

“Le voci del fiume” di Alberto Salvetti: fotografie e video che immortalano l’artista immerso in un acquario realizzato con un cassonetto dell’immondizia, mentre nuota con i pesci d’acqua dolce.

“La materia Oscura” di Matteo Mezzadri: installazione di 6 video che riprendono sculture classiche che esplodono in mille pezzi come vittime innocenti di guerre ingiuste.

“Amanita” di Afran: un’installazione surreale che denuncia la proliferazione incontrollata delle fake news attraverso la metafora di enormi funghi psichedelici.

“Nel multiverso” di Alessandro Zannier: una rivisitazione della scena finale di “2001: Odissea nello spazio”, che mette in luce l’alienazione contemporanea generata dall’uso smodato degli smartphone e dei social media.

Alessandro Zannier - Multiverso
Alessandro Zannier – Multiverso, 2018, tecnica mista, 110x198x140 cm

“Cucire il mondo” di Luigi Dellatorre: un’imponente barchetta di carta realizzata con necrologi, che naviga su un fiume di tela jeans, in un viaggio simbolico in cerca redenzione.

La mostra è sotto l’egida del MAT | Museo d’Arte Trasformativa il cui obiettivo è quello di creare mostre in cui le opere d’arte siano oggetti proattivi che trasformano le idee, nel dialogo con i visitatori, lungo tre direzioni:

PENSIERO (trasformazione cognitiva, educazione/formazione)
EMOZIONE (trasformazione emotiva, che tocca la sfera della sensibilità)
RICORDO (trasformazione cronologica, dialogo con la storia, con l’eredità culturale)

Il MAT opera nella direzione di creare mostre dove la BELLEZZA sia la linea guida, per suscitare emozione e lasciare un bel ricordo al visitatore, e il CONTENUTO sia la fonte ispiratrice per suscitare un pensiero di cambiamento.

Non vale la pena svelare la morale, il messaggio finale della mostra “INFERNO | Esiste una via d’uscita?”, dato che il visitatore lo potrà leggere in una frase riportata sopra alla porta che reca all’uscita, ma vale la pena di sicuro visitare questa mostra ricca di contenuti, di spunti di riflessione e di idee originali per coinvolgere davvero chi andrà a vederla, all’attuale sede del MAT, al primo piano riservato del Centro Commerciale Verona UNO, raggiungibile anche direttamente con l’ascensore panoramico esterno, dal 7 marzo all’8 giugno 2025.

La mostra rimane aperta tutti i giorni (esclusa la Domenica di Pasqua) con i seguenti orari: lunedì – venerdì dalle 11:00 alle 19:00, sabato, domenica e festivi dalle 10:00 alle 20:00.

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