Articolo di Paolo Zama
Edito da Nepturanus di Firenze, città dove vive lo scrittore e musicista fiorentino, I Punkinari inaugura la collana “Chicche di riso”
Due calciatori punk con la cresta, due numeri di maglia improponibili (333 e 666, a simboleggiare l’antinomia delle due figure letterarie, ma solo in apparenza) e tutto il tempo a disposizione nell’attesa di calcare un campo di calcio inverosimile, i due amici della battuta sarcastica dal guizzo improvviso si scambiano, durante la lettura del libro, opinioni, domande e considerazioni su ciò che li circonda, sia esso un evento, un personaggio, un fatto a loro accaduto o che deve ancora succedere, in una girandola di parole e doppi sensi originali.
Trasformando a loro piacimento i termini della lingua italiana, alla quale chiedono aiuto, la panchina dove sono seduti in questo caso diventa metafora dell’attesa, di qualcosa o qualcuno che possa cambiare lo stato delle cose; i fumetti, disegnati con originalità da Massimiliano Zatini, scorrono piacevolmente lasciando ogni volta in sospeso nuove meditazioni sul senso di ogni battuta, che non sempre arriva subito ed è un bene, perché rielaborare un concetto a posteriori, liberi da pregiudiz o clichè, non può far che bene al pensiero stesso.
L’idea del progetto, eccentrica ed ambiziosa, rinnova la riflessione sull’uso dell’ironia, forse ancora sottovalutata dai più, quando invece sarebbe utile che tutti ne ripristinassimo l’utilizzo, se non altro per ridimensionare gli eccessi seriosi che la vita presenta ogni giorno. Un libro consigliato, che sorprende per freschezza ed umorismo intelligente, per uscire fuori dai soliti schemi (che a proposito non sono soltanto quelli ormai abusati del calcio moderno) e per ricordare a noi stessi che esiste sempre un lato triste dell’esistenza dal quale si può uscire attraverso l’estro ed il sorriso; come Alessandro Pagani e i suoi collaboratori sanno fare egregiamente.
A completare l’opera, che si è avvalsa del progetto grafico di Laura Venturi e delle illustrazioni aggiuntive di Matteo Cialdella, la prefazione di Stefano Manca di Pino e gli Anticorpi.
Articolo di Paolo Zama