Peppino di Capri aveva il suo champagnino per brindare a un incontro, Lino Banfi i suoi spaghetti a mezzanotte per riprendersi dalle curve di Barbara Bouchet, Elia invece stupisce tutti con il suo GELATO A MEZZANOTTE, nulla a vedere con quello di PUPO!
Scherzi a parte, Elia Truschelli alza la mano e dice “ci sono anche io” in questo marasma di emergenti affamati di ascolti e visibilità, ma lo fa con classe, raffinatezza e dolcezza, si perché il disco d’esordio del cantautore veronese è bello da ascoltare, gustare come quando mangi il gelato con una persona che ti piace.
E’ un disco profondo, un viaggio nei ricordi e un desiderio di vivere la vita intensamente, dove le ferite sono lezioni di vita che ci rendono migliori (forse) e capaci (non sempre) di essere grati della quotidianità che ci è data.
Musicalmente è un disco pop che non presenta grandi innovazioni, non per questo non lo si può apprezzare, anzi, è uno di quegli album che lo metti e lo fai girare per fari compagnia, perché la voce di Truschelli è davvero dolce come quella di una persona cara che sa cosa dirti ma soprattutto sa cosa non dirti.
Nel complesso un buon esordio che strappa una sufficienza abbondante.
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