Emanuela Castaldo: due chiacchiere sul suo nuovo romanzo

“I pensieri di una donna scalza” è più di un libro: è un grido sommesso e potente, un racconto intimo che scava nel dolore per risalire verso la luce. In queste pagine, Emanuela Castaldo ci accompagna in un viaggio emotivo che parte da una fuga – quella da una violenza subita tra le mura domestiche – e arriva alla rinascita di una nuova identità, quella di “EMA”, donna consapevole, madre ferita eppure vitale, capace di guardare al futuro con speranza. Non è solo una testimonianza, ma uno sguardo profondo e sincero su ciò che significa ricostruirsi pezzo dopo pezzo, affrontando paure, fiducia tradita, amore che cambia. Un racconto necessario, che illumina angoli bui dell’esperienza femminile e dona voce a chi spesso resta in silenzio.
Ne parliamo con l’autrice, per addentrarci nei significati nascosti tra le righe e nel coraggio che ha trasformato il caos in forza vitale.

EMA un personaggio tra vittima e grande rinascita. Che processo psicologico hai messo in atto?
Una distruzione e ricostruzione da zero di me stessa, devi elaborare il dolore, sviscerarlo in ogni sua minima parte, gridare, piangere per rinascere. Poi un giorno ti guardi allo specchio e sei tu con i capelli alti, truccata e di nuovo bellissima perché libera.

Nel denunciare la violenza domestica a quali ostacoli istituzionali, sociali e personali affronta la protagonista?
Tantissimi un paese il nostro dive lavorate tanto, troppi i massacri in tribunale , troppo dolore non essere capite, ascoltate, non avere giustizia. Poi si aggiunge la difficoltà economica di uno stato che non aiuta e quella personale di dover affrontate il mondo sola.

Morte e rinascita… che simboli e che peso hanno sono dentro questo romanzo?
Morta sicuramente più volte ma il 6 maggio 2019 ho tentato il suicidio, rialzarmi è stato difficile ma rinascere è stato un percorso lunghissimo ma bellissimo.

E dunque anche il concetto di fiducia che diviene una conseguenza importante nel romanzo… come la si raggiunge secondo te?
Con tanta terapia, bisogna che le donne fanno un percorso di consapevolizzazione estremo per comprendere cosa hanno subito, da lì possono avere dei rapporti da costruire ma io sono ancora diffidente.

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