Il percussionista italiano Bruno Genèro fonde la potenza della percussione africana con le pulsazioni elettroniche della techno-house in un’opera unica.
L’album “Ekùn” di Bruno Genèro è un audace incontro di mondi musicali lontani. L’artista, con una lunga carriera di esplorazione musicale in Africa, usa la potenza del djembé per entrare in sintonia con le vibrazioni della techno e della house.
Il lavoro, scritto con DJ Alain Diamond, rappresenta un equilibrio perfetto tra il passato e il futuro, dove le percussioni tribali incontrano le linee elettroniche moderne.
Una dimostrazione di come la musica non abbia confini, creando un suono sia caldo che viscerale, pur mantenendo una forte pulsazione elettronica. Ogni traccia racconta una storia, una ricerca che porta a scoprire la connessione tra le tradizioni e la contemporaneità.
L’album si apre con il brano eponimo “Ekùn”, un pezzo che sfida le etichette e invita ad una riflessione sul rapporto tra la percussione tribale e le sonorità elettroniche.
La traccia sembra un fiume che scorre inesorabile, alternando la forza organica del djembé con l’energia disinvolta della techno.
I beats metallici e freddi della techno si intrecciano ai ritmi africani in un modo che ricorda i lavori di artisti come Acid Pauli, dove la spinta della techno non smorza mai l’energia naturale delle percussioni.
È come vedere un incontro tra l’antico e il futuristico, dove i tamburi sembrano provenire da un’altra epoca, ma sono collocati perfettamente in un contesto elettronico moderno.
“Ekùn” non è solo un album, è un dono. Bruno Genèro ha riversato in queste dieci tracce tutta la sua esperienza, la sua passione e la sua profonda connessione con il ritmo, trasformando ogni battito di tamburo in un gesto di condivisione.
La sua musica non è esclusiva, non crea barriere: al contrario, abbraccia, unisce, accoglie.
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