Disponibile dal 9 maggio su tutte le piattaforme digitali “Per amore della febbre”, album d’esordio del cantautore lombardo Cece. Le undici tracce sono una fusione di musica d’autore, pop e influenze mediterranee senza tempo . Cece è identità, tradizione ma anche cuore e spirito; un appassionato cantore dell’animo umano, delle sue contraddizioni, secondo la migliore e più autentica tradizione cantautorale italiana.
ASCOLTA L’ALBUM: https://orcd.co/peramoredellafebbre
La voce calda e le chitarre oniriche catturano l’anima degli ascoltatori in un viaggio straordinario lungo le strade del sentimento. “Per amore della febbre” non è un disco monocromatico: a canzoni più intimiste e di stampo classico come Il nostro regno, si affiancano pezzi con sonorità più rock.
“Il denominatore comune è ‘l’io lirico’, che porta ad emergere dall’abisso dell’introspezione il nettare del mio vissuto e percepito, tracciando un costante parallelismo tra storie di vita vissuta ed elementi della natura e della navigazione” – Cece.
CREDITI
Testi: Francesco Baranzini ad eccezione di “Piccole storie” ed “Una vita intera” scritti con la partecipazione di Carlo Maria Baranzini
Musica: Francesco Baranzini
Mix e Mastering: Alberto Cutolo e Niccolò Caldarini
Registrato presso il “Massive Arts Studios” di Milano
Hanno suonato: Francesco Baranzini (voce, chitarra elettrica ed acustica, tastiere) Gabriele Costa (basso elettrico), Simone Rossetti Bazzaro (archi), Stefano Volpe (batteria acustica)
Copertina e foto: Carlo Maria Baranzini
TRACCE
1. Per amore della febbre 2. Piccole storie 3. Il nostro regno 4. Maladroxia 5. Superluna 6. Onda rossa 7. Linea del sud 8. Canzone del lago 9. Ti voglio 10. Una vita intera 11. Alveare
DESCRIZIONE TRACCIA PER TRACCIA
Per amore della febbre: è l’unica traccia strumentale, raccoglie al suo interno elementi che comporranno le canzoni che seguono ponendosi come prologo e al contemporaneo come elemento di sintesi. Composto in seguito ad una sessione di navigazione, vuole ripristinare le vibrazioni oniriche e psichedeliche di onde raccolte da un vento arrivato al mattino presto.
Piccole storie: costituisce una dichiarazione di intenti da parte dell’autore, oltre che a un biglietto da visita: presentando la propria voce, Cece dichiara di abitare i solchi che la scia di un’elica di un natante lascia al largo, in acqua, rincorrendo il sole che va a morire. Non ci sono morali da insegnare nell’intento delle parole dell’autore, ma solo il desiderio di trasmettere le proprie emozioni.
Il nostro regno: l’autore ha voluto scrivere un inno di agrodolce consapevolezza che parla di malinconia e di speranza, di incertezza e di possibilità: incertezza sul futuro (comune denominatore per la generazione a cui appartiene); possibilità di ritrovare un rapporto più sano, meno opportunista, con sé, con l’altro da sé e con il mondo.
Maladroxia: è un luogo dell’anima e al contemporaneo una località della Sardegna più autentica e incontaminata. Tra le note di una dolce ballata l’autore ripercorre la trama di un amore infranto come onda sullo scoglio. Il suono dell’ebow sulla chitarra ricorda il canto di una sirena che riaffiora dagli abissi dell’anima, mentre la pioggia che bagna la spiaggia ricorda il dissaguarsi di una rosa di carta.
Superluna : il brano forse meno “canonico” dell’album alterna ritmi e tonalità diverse, il canto come un’altalena che oscilla tra tonalità maggiori e minori riporta alla luce momenti felici e risvolti dolorosi di un amore tanto luminoso quanto buio, come un chiaro di luna che luccica su un lago la notte.
Onda rossa: ballata di stampo prettamente cantautorale classico, assieme ad “Alveare” uno dei pezzi più eterei dell’album: la canzone esprime un senso di sospensione, il vuoto che si prova al termine di un amore, una bolla di sapone che cerca il cielo per morire descritto nel suo malinconico ma necessario viaggio, come metafora di una catarsi.
Linea del sud: la storia di un sogno primordiale permeato di speranza, in cui un treno viaggia alimentato dai sentimenti invece che dal carbone. Composta durante interamente un’esperienza onirica, descrive la trama di un sogno di mare permeato di reminiscenze dell’infanzia.
Canzone del lago: il lago nel suo mistero, nel suo torbido esser calmo, pacifico e al contemporaneo inquietante, custodisce segreti oscuri: uno dei pezzi più rock dell’album, caratterizzato dal riff di chitarra elettrica, racconta una storia di passione e ossessione.
Ti voglio: potrebbe sembrare la meno impegnata delle canzoni dell’album, caratterizzata dal ritmo incalzante e l’atmosfera adrenalinica e vagamente spensierata dati dalle chitarre elettriche; invece, raccoglie il sunto di un pensiero epifanico: in amore la vera trasgressione è poter e saper dire quello che si pensa.
Una vita intera: la canzone trasmette un’idea di ciclicità aprendosi con un fade-in nel punto esatto in cui il ritornello sfuma nel fade-out finale, quasi a sottolineare la tematica che sostiene il brano stesso: a volte per il gioco delle circostanze e delle coincidenze della vita, ci si perde “ad libitum” in un’altalena di occasioni sfumate, speranze, rimorsi, motti d’orgoglio ed impeti di nostalgia, rincorrendo la “crisalide di una chimera”.
Alveare: il brano che chiudendo l’album riprende la sospensione onirica con cui si era aperto: l’armonia segue una scala modale lidia restituendo un’atmosfera sospesa, sognante, al contempo luminosa nella sua indeterminazione. Il testo, il più breve della raccolta, descrive un amore vivo e presente, seppur connotato inevitabilmente dalla controparte di struggimento che una passione vera porta con sé.
CHI È CECE?
“Cece: esatto, è il mio soprannome. Quello che usi con chi ti conosce autenticamente, al di là della vetrina delle formalità. Ecco l’ho scelto, preferendo relegare il nome anagrafico all’attività di medico che svolgo ad Angera, sul Lago Maggiore, dove vivo. Se tira vento sul lago, mi trovi con molta probabilità in acqua, a navigare: perché natura e storie di vita nutrono la mia ispirazione, che cerco di tradurre in qualcosa di autentico appunto, di vero, restituendolo in forma di canzone”.
Francesco Baranzini, in arte Cece, nasce l’08/07/1993 ad Angera, sul Lago Maggiore in provincia di Varese, dove frequenta le scuole primarie. Parallelamente agli studi scientifici (diploma di liceo scientifico e in seguito la laurea in Medicina e Chirurgia) oltre all’amore per gli sport acquatici e la natura coltiva la passione la musica e lo spettacolo prendendo parte a svariati progetti musicali locali come tastierista, chitarrista, fisarmonicista e sassofonista. Nel 2025 esordisce con il suo progetto cantautorale, con l’album “Per amore della febbre”.
CECE
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