Birthh live al BOtanique di Bologna – BIRTHH è l’oscuro alter-ego di Alice Bisi, “la coscienza di una ventenne che spende la maggior parte del proprio tempo a pensare a eventi apocalittici”.
Sarà una ventata di freschezza e di dolcezza quella che soffierà mercoledì 28 giugno al BOtanique.
Farà dunque tappa anche ai giardini rock dell’estate bolognese il tour con cui BIRTHH da più di un anno porta in giro per lo stivale, e non solo, il suo debut album “Born in the Woods”, pubblicato a soli 19 anni e riconosciuto da molte testate specializzate come uno dei migliori album del 2016.
Artista del mese su MTV New Generation con il video di “Queen of Failureland”, secondo estratto dal suo album d’esordio, la giovanissima cantautrice toscana ha sin da subito incantato pubblico e addetti al settore con la sua voce intensa, ma allo stesso tempo delicata, e con la sua notevole maturità sia nella scrittura che nella composizione, nonostante la giovane età.
Dopo un lungo tour italiano e la recente partecipazione all’Eurosonic Noorderslag, Birthh è tornata a esibirsi fuori dallo stivale, in occasione di due importanti e prestigiosi Festival Internazionali: SXSW di Austin (Texas) e il Canadian Music Week di Toronto (Canada).
Il suo concerto al BOtanique sarà aperto da HÅN.
Il BOtanique aprirà alle ore 20, con i punti bar e ristoro.
La musica live inizierà alle ore 21.
L’ingresso è ad offerta libera.
Per info e aggiornamenti sul BOtanique: https://www.facebook.com/BOtaniqueFestival
www.botanique.it
BOtanique è parte di BEST – La cultura si fa spazio, il cartellone estivo coordinato dal Comune di Bologna.
BIRTHH “Born in the Woods”.
Birthh è l’oscuro alter-ego di Alice Bisi, “la coscienza di una ventenne che spende la maggior parte del proprio tempo a pensare a eventi apocalittici”. Un personaggio che, per prendere in prestito il titolo di una delle canzoni del disco, si definisce “Queen Of Failureland”, una giovane regina che non trova pace: “I thought love was enough / But truth is love is dead”. Born In The Woods non è solo la voce di questo personaggio, è il suo stesso corpo: con i suoi colpi di cassa a mimare un inquieto battito cardiaco, i respiri affannosi tra i versi, le sue chitarre nauseanti, i suoi cori caldi, quasi tangibili, intrecciati a tappeti sintetici che avvolgono ed entrano nelle vene. Anche le parole di queste canzoni sono colme di riferimenti alla fisicità, alla carne stessa attraverso cui Birthh si racconta: “I’ll be poison in your blood / And I’ll be darkness in your eyes / And I’ll be propane in your lungs” proclama Wraith, mentre Chlorine descrive un avvelenamento da amore: “You’re chlorine in my veins / The blood flooding to my brain”. L’esito in ogni caso è fatale: “Kill my senses now, I don’t mind / if you want death, darling, death you’ll find” (Senses). Il suono di questo tormento mostra una grande attenzione per i particolari e un gusto per le atmosfere downtempo e ambient. «Ho preferito che i suoni del Wurlitzer e di gran parte delle chitarre avessero un certo timbro lo-fi, a fare da contrasto ai suoni precisi e netti dei beat e degli arpeggiatori. Anche l’organo e l’armonium sono stati inseriti con lo stesso scopo. Mancano quasi del tutto gli elementi della batteria acustica. Abbiamo lavorato molto per aggiungere suoni percussivi presi dalla quotidianità (snap, battiti di mani, acqua, porte che sbattono…) e integrarli dentro ritmi frammentati, a volte disorientanti. In gran parte dei brani non abbiamo usato nemmeno il basso: mi piaceva l’idea di poter fare un disco di musica elettronica senza l’ausilio di questo elemento centrale: per ottenere quella profondità abbiamo optato per delle casse con una frequenza bassissima». Born In The Woods unisce la sensibilità di una scrittura cantautorale, dalle evidenti radici folk, alle ricercatezze degli arrangiamenti elettronici. Il vero elemento distintivo del disco restano le armonie vocali (artificiali e non), che portano le canzoni a climax dai toni quasi gospel, e fanno parlare l’intensa voce di Birthh direttamente al cuore.