Nel suo nuovo album La guerra dei pensieri, Alfiero decide di non nascondersi. Anzi, espone con chiarezza la fatica quotidiana dell’essere, portando alla luce i dubbi, le contraddizioni e le inquietudini che abitano ognuno di noi. Non si tratta di un concept album in senso stretto, ma l’unità tematica che lega le dieci tracce è evidente: il conflitto interiore, la ricerca di senso, l’identità personale.
L’album ha un tono misurato, mai eccessivo. La scrittura è essenziale, asciutta, spesso costruita per sottrazione. I testi si sviluppano in modo narrativo ma lasciano spazio all’interpretazione, senza chiudersi in formule o morali. Alfiero non pretende di avere risposte, ma riesce a porre le domande giuste con naturalezza.
Tra i brani più rappresentativi c’è Avventura, in cui emerge un senso di fuga che non è solo fisico, ma anche psicologico: un desiderio di distacco dalle pressioni, dagli schemi, dalle aspettative. Il pezzo ha un’atmosfera onirica, quasi sospesa, e accompagna l’ascoltatore dentro un piccolo viaggio di liberazione personale.
La paura, invece, è forse il brano più crudo dell’album. Con pochi accordi e una melodia trattenuta, Alfiero racconta il senso di inadeguatezza che spesso blocca le azioni e inquina le relazioni. Non c’è pietismo, ma una constatazione lucida e quasi clinica di uno stato diffuso.
Musicalmente, il disco gioca su un equilibrio ben calibrato tra arrangiamenti minimali e momenti più pieni, dove le chitarre si intrecciano con tastiere e inserti elettronici senza mai risultare invasivi. La produzione valorizza la voce dell’artista, mantenendola sempre al centro, e rafforza il carattere riflessivo dell’opera.
Uno dei punti di forza del disco è la sua capacità di risultare autentico. Non ci sono sovrastrutture o pose forzate: Alfiero canta per esigenza espressiva, e questa urgenza si percepisce in ogni traccia. La sua voce è quella di chi ha imparato ad accettare il proprio caos, e ne fa musica.
La guerra dei pensieri è un album che non grida, ma scava. Un lavoro silenziosamente potente, che merita più di un ascolto per essere davvero compreso, e che lascia un segno proprio per la sua sincerità.