Spazio Jazz prosegue al teatro lo Spazio la location consacrata a tempio per la Blue Note

Spazio Jazz prosegue al teatro lo Spazio la location consacrata a tempio per la Blue Note – Anche nei mesi di aprile e di maggio prosegue la rassegna Spazio Jazz, partita lo scorso autunno presso il teatro lo Spazio, nuova splendida location da quasi un anno consacrata a tempio per la Blue Note. A partire da questa primavera, però, la rassegna cambia look e si sposta anche a San Lorenzo in uno dei locali più conosciuti, dove il Jazz è da sempre un ospite più che gradito.

 

 

Parliamo del Beba Do Samba, storico club romano tradizionalmente molto attento alla cultura brasiliana, ma anche a quanto di meglio può offrire il jazz capitolino. Dunque, a partire dall’aprile 2012 Spazio Jazz diventa una rassegna itinerante, con più concerti e soprattutto con una programmazione che tende a dare spazio ai musicisti emergenti, quelli che portano una ventata di freschezza alla musica e soprattutto alla cultura. Due location differenti ma con un fascino tutto particolare.

 

 

L’una, il teatro lo Spazio, vi offre un buon concerto domenicale affiancato da un ottimo aperitivo, l’ideale per chi non vuole stare a casa l’ultimo giorno del fine settimana. L’altra, il Beba Do Samba, vi immerge in un ambiente vivace, tipico di uno dei quartieri più animati della capitale.

 

 

E allora si parte domenica 1° aprile con il concerto di Caterina Palazzi Quartet – Sudoku Killer che salirà sul palcoscenico del teatro lo Spazio. La formazione si è distinta nel 2011 per il grande successo al Jazzit Award in cui  Caterina Palazzi è stata votata come prima miglior compositrice italiana e come quinto miglior contrabbassista italiano. Il Quartetto, invece, è stato eletto come la quarta miglior formazione italiana nel 2011 e nel 2012 e Sudoku Killer come il secondo miglior album italiano.

 

 

Lo scorso 3 marzo, inoltre, Caterina è stata ospite della trasmissione “Il Dottor Djembe”, in onda su Radio Tre dove ha eseguito insieme a Stefano BollaniMirko Guerrini La Lettera Scarlatta, brano tratto dal suo ultimo album. Un sound graffiante, in cui il linguaggio del rock e quello della musica psichedelica si fondono con quello del jazz, minimo comun denominatore di un progetto dalle chiare tinte sperimentali ed avanguardistiche. Tutto merito dell’affiatamento che ha caratterizzato l’incontro de i musicisti che hanno preso parte a questo progetto, così apprezzato da pubblico e critica.

 

 

Giovedì 12 febbraio, invece, sarà il turno dei G-Unity (Gypsy Project) che saranno di scena al Beba Do Samba per una serata all’insegna del Manouche e della migliore tradizione di questo affascinante genere. Formazione composta da musicisti giovanissimi, che si esibiscono continuamente nelle migliori location che la capitale offre, i G-Unity propongono un’esibizione che ripercorre le musiche composte da Django Reinhard, gitano belga di etnia Sinti, che fuse lo swing americano con la grande tradizione popolare gitana. Da questa fusione, contaminata anche dalla sua vastissima cultura in musica classica, nasce il gipsy jazz/manouche.

 

 

Ritmi veloci ed eccitanti conquistarono l’Europa e l’America prima, il mondo poi. Musica semplice e diretta che dagli anni ’30 ad oggi si afferma grazie alla sua energica ed originale espressività. Il Trio propone il repertorio di Django e della tradizione gipsy jazz, cercando di mantenere lo spirito della cultura gitana, caratterizzato da accattivanti melodie e virtuose improvvisazioni.

 

 

Giovedì 26 febbraio l’appuntamento è sempre a San Lorenzo con un musicista che abbiamo già avuto il piacere di ascoltare proprio presso il teatro lo Spazio. Bruno Marinucci, infatti, salirà sul palcoscenico del Beba Do Samba con il suo ultimo progetto in trio, Nal Tarahra (pubblicato da Raitrade e Videoradio nel 2009) a cui hanno preso parte musicisti di livello internazionale come Randy Brecker alla tromba e Bill Evans ai saxofoni. Preparatevi, quindi, al sound eclettico e minimalista di questa formazione e alla miscela esplosiva di un trio che spazia tra il jazz, il funk e il blues, con un approccio decisamente aperto alle contaminazioni e alla musica minimalista.

 

 

A completare la formazione due compagni di viaggio: Pierpaolo Ranieri al basso elettrico e Marco Rovinelli alla batteria, presenti anch’essi nell’ultimo album del chitarrista romano. Nal Tarahra, che in coreano significa “Seguimi”, è un disco dalle diverse sfaccettature, composto da brani che portano la firma di Bruno Marinucci, in cui emerge tutto il talento di un musicista eclettico, versatile e aperto alla fusione di stili differenti.

 

 

Domenica 6 maggio, invece, la rassegna Spazio Jazz torna presso il teatro lo Spazio con i Delay, formazione composta da Federico Procopio alla chitarra elettrica, Roberto Lo Monaco al basso e Dario Esposito alla batteria. Questo nuovo progetto, nato dell’estro di musicisti tanto talentuosi quanto giovanissimi si muove  dalla musica fusion-sperimentale, dove vengono miscelate le sonorità funk – rock, fino alle atmosfere e all’improvvisazione del jazz europeo, con ritmiche spesso legate al mondo Jungle – Drum’n’ Bass. Il repertorio prevede l’esecuzione di brani originali composti a sei mani che danno luogo ad un susseguirsi di suoni ed atmosfere visionarie, ritmiche con tempi dispari e poliritmie, con grande coinvolgimento emotivo ed un piacevole ascolto per un pubblico eterogeneo.

 

Ultimo appuntamento di Spazio Jazz sarà al Beba Do Sambagiovedì 24 maggio, con gliHard Chord Trio, che chiudono questa prima edizione primaverile della rassegna. L’avventura di questa formazione (Lorenzo Ditta al piano, Paolo Grillo al contrabbasso e Davide Pentassuglia alla batteria) parte nel 2009 da uno stravolgimento di Message in a bottle dei Police, che sarà il punto di partenza della loro trascinante e creativa rivisitazione in chiave jazz di alcuni brani simbolo della storia del rock, da Smells Like Teen Spirit dei Nirvana (… resa in 6/8) a Enter Sandman dei Metallica, da Kashmir dei Led Zeppelin a Teardrop dei Massive Attack. L’anno successivo la band inizia a esibirsi dal vivo e partecipa al Mediterraneo Jazz Contest, dove vince il secondo premio, che investirà subito nella registrazione del debutto discografico Ram Colours.

 

Presentato ufficialmente lo scorso marzo al William’s Club di Roma, l’album include anche composizioni originali. Da questo momento l’attività live degli Hard Chords Trio – che si aggiudicano nel frattempo il premio Elsa Morante per la Musica – si farà sempre più intensa, portandoli sui palchi più importanti della capitale.

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