Dagli esordi negli anni ’70 fino all’uso delle più recenti tecnologie digitali, Carlo Audino ha costruito un percorso artistico coerente, personale e profondamente umano. Cantautore, arrangiatore e tecnico del suono, ha fatto della libertà espressiva il suo marchio distintivo, intrecciando istinto e tecnica, poesia e produzione, vita vissuta e sperimentazione. Da pochi giorni è uscito “Lorenzo e la luna”, il suo nuovo singolo.
Ciao Carlo, benvenuto. Hai iniziato a scrivere negli anni ‘70 e hai attraversato diverse epoche musicali. Qual è la cosa che più è cambiata nel tuo modo di scrivere canzoni?
Secondo la mia opinione scrivere canzoni è un modo per non dimenticare una certa situazione accaduta e per la quale si percepisce una certa importanza. Questo l’ho sempre pensato quindi l’unica cosa che è cambiata è la maturità e la maggiore padronanza nell’esprimersi, sia nella parola che nella musica. Infatti le prime composizioni (ad esempio “Non per Lucia” del 1981 e adattata nel testo nel 2022) hanno una emotività più elementare rispetto ad altre composte molti anni dopo (es. “Cuore in fiamme” composta in prima battuta nel 1999 e rivisitata nel 2024).
La tua musica ha sempre avuto un forte potere evocativo. In “Lorenzo e la Luna” quanto spazio hai lasciato all’istinto rispetto alla tecnica?
“Lorenzo e la Luna” nasce spontaneamente in due momenti. Il primo in un ospedale dove ero ricoverato, dove compongo in pochi minuti il testo (esclusa la seconda strofa), lo trascrivo su un foglio e lo consegno ad una ragazza ricoverata al piano di sotto di cui in quei giorni mi ero innamorato (ed un pochino anche lei di me, a detta del suo amico Lorenzo). La musica nasce solo al mio rientro in casa ma anch’essa di getto, in formato ABAB, regolare, come le fasi lunari. L’apertura dell’inciso, sia nella musica che negli arrangiamenti, esalta la figura della Luna che esce dalle nuvole. Si può affermare che la canzone è nata in maniera istintiva ma per cercare di rendere più comprensibile il senso si applica molta tecnica.
Il tuo percorso artistico ti ha portato a suonare tra Roma, Milano, Londra e il Kent. C’è un posto che ha influenzato particolarmente il tuo stile?
Sicuramente il competitivo ambiente Britannico ha esaltato il mio lato più estroso e originale, anche se poi in Patria i traguardi tecnici raggiunti non sono mai stati apprezzati (anzi!). Ho dovuto rimuovere delle idee avute oltre Manica per poter normalizzare il mio stile a quello che ci si aspetta in Italia.
Nel tempo sei diventato anche arrangiatore e tecnico del suono. Quanto è importante per te avere il controllo della produzione musicale?
Avere il totale controllo della produzione ha il grande pregio di non dover sbracciarsi a far capire ad altri le proprie idee. Di contro a volte sento la mancanza di qualche contrapposizione o diverso punto di vista che inevitabilmente porterebbe ad un prodotto più completo.
Hai scelto di realizzare un videoclip con l’ausilio dell’Intelligenza Artificiale. Pensi che queste nuove tecnologie possano essere un’opportunità creativa o vedi anche dei rischi?
Nella storia dell’uomo qualsiasi progresso tecnologico ha sempre scosso paure ed alimentato fantasmi. Ritengo che la IA sarà un nuovo ennesimo trampolino per migliorare l’umanità, anche se, come per tutte le cose, ci sarà il furbetto che la utilizzerà per finalità negative, almeno finché non verrà soppresso. Per il mio caso specifico ritengo che attualmente per un cantautore realizzare un video in totale libertà e ad un costo abbastanza contenuto sia magnifico ed insostituibile.
Hai già in mente il prossimo passo dopo “Lorenzo e la Luna” o preferisci lasciarti sorprendere dal flusso creativo?
In verità già da prima dell’uscita di “Lorenzo e la Luna” sto lavorando ad un’altra canzone ritmata che uscirà a maggio (“Sogno d’amore”) proprio perché ho notato che occorre anticipare un pochino i tempi altrimenti si rischia di uscire con un brano nuovo troppo tardi rispetto al precedente, soprattutto in considerazione del fatto che mi produco quasi totalmente da solo!