Giovani e anziani, un nuovo patto per il welfare. Non per difendere privilegi ma per dare un domani al nostro Paese

Non per difendere privilegi ma per dare un domani al nostro Paese

 

Auspichiamo che il Governo realizzi quanto prima il pronunciamento della Corte Costituzionale che ha bocciato la norma Fornero contenuta nel Salva Italia del governo Monti”. Il coordinatore del Patto federativo a tutela degli anziani, Antonio Zappi presidente di Anla, affiancato dai vice coordinatori Franco Pardini, presidente Anse, e Michele Poerio, presidente Federspev, esprime la comune determinazione del Patto nell’auspicare “giustizia” su un provvedimento che, citando la sentenza della Corte, ha comportato l’ “irrimediabile vanificazione  delle  aspettative legittimamente nutrite dal lavoratore per il  tempo  successivo  alla cessazione della propria attività”. Accanto a questa determinazione, emerge tuttavia l’attenzione al difficile momento attuale e dunque “Nell’accettazione completa e integrale della sentenza della Corte Costituzionale da parte del Governo” ribadisce Zappiè ragionevole pensare che alla stessa si dia seguito senza indugio da parte dell’autorità di governo”.

Questa la posizione del Patto Federativo a tutela degli anziani che si è recentemente costituito non per rivendicare privilegi o diritti acquisiti bensì per contribuire in maniera concreta alla costruzione del bene comune che altro non è che il tentativo di migliorare le condizioni di  vita delle  famiglie e degli anziani oggi in Italia.

La posizione del Patto è stata espressa a margine della Tavola rotonda “Il contributo degli anziani nella società e la tutela dei loro diritti” svoltasi a Roma nella sede del CNEL con relatori Giuseppe Roma, senior advisor della Fondazione Censis e presidente del Comitato del MIUR per l’Istruzione degli adulti, Valerio Luterotti presidente di  Federazionesanità Lombardia e vice Presidente vicario nazionale, Luciano Stoppa, già attivo nel comparto “personale e organizzazione” dei telefonici e Vincenzo Armaroli, Vice Presidente e Socio Fondatore di 4changing.

Le Associazioni presenti hanno sottolineato la necessità di riaffermare i valori dell’anzianato attivo e sviluppare un vero dialogo fra generazioni perché la risposta al problema delle pensioni deve essere correlata ad un rilancio dell’occupazione giovanile. Un laboratorio di cambiamento che mette a frutto proposte e energie comuni, in una rinnovata tensione a cercare un “nuovo Patto fra le generazioni” perché i giovani di oggi saranno i pensionati di domani: “è errato e dannoso contrapporre interessi fra le generazioni. Non sta qui la soluzione. Neanche fra pubblico e privato o fra classi agiate e quelle meno agiate” ha sottolineato Vincenzo Armaroli. Tutto questo perché nel nostro Paese è in atto “una discriminazione d’età” come dichiarato da Giuseppe Roma. Con forza è necessario affermare la contrarietà a un atteggiamento discriminatorio nei confronti degli anziani. Occorre invece domandarsi quali siano le rinnovate condizioni per un patto fra generazioni, unica via percorribile anche alla luce di dati certi sulla situazione del sistema pensionistico e della necessità di una separazione dei costi sostenuti per il pagamento delle pensioni derivate dai contributi versati dai lavoratori da quelli sostenuti per l’assistenza sociale che dovrebbero essere a carico della fiscalità generale, come sottolineato da Luciano Stoppa.

In questa indagine, Valerio Luterotti, nell’incrocio fra domanda di salute e risposta dei servizi sanitari, ha indicato il ricorso a una terza via: l’attivazione di una serie di risorse dal basso, cioè il potenziamento della cittadinanza attiva, il coinvolgimento del mondo del volontariato e delle cooperative sociali sottolineando che “In questa alleanza strategica, il cittadino diventa non più fruitore di servizi ma coautore”.

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