Vincenzo Greco e il suo “CUBA-LIBRE”, il brano estratto dal nuovo album dal titolo “Tra sogno e realtà”. L’intervista

  1. Come nasce un tuo brano?

Lascio che ad ispirarmi sia la vita di tutti i giorni, con i suoi stimoli e le sue sfide grandi e piccole. Solitamente sono un avvenimento, una storia, una persona a indurmi a riflettere su qualcosa da cui poi scaturisce una primordiale idea di brano. Poi mi capita di fare dei piccoli viaggi alla scoperta di luoghi e aneddoti che mi siano da ispirazione. Altre volte parto da uno stile musicale e su quello costruisco il testo.

  1. E qual è il brano che sta accompagnando la tua estate?

Non c’è un brano in particolare ma sicuramente musica anni ’70: dal pop cantautorale alla disco. Non ho idea del perché ma in estate mi sembra sempre la scelta migliore.

  1. Cosa puoi raccontarci delle tue esperienze musicali precedenti?

Ho suonato in modo amatoriale per un po’ di tempo, finché non ho sentito il bisogno di colmare le mie lacune; così ho deciso di iscrivermi ad una scuola di musica dove effettivamente ho conosciuto il mio insegnante di chitarra (Stefano De Marchi) che è poi diventato il mio arrangiatore/compositore. Ho anche preso lezioni di canto con diverse insegnanti. Da quel momento ho iniziato con i primi saggi, piccole comparse in concorsi canori, concertini, matrimoni…Insomma, la classica gavetta. La svolta però è arrivata col primo disco “Piccolo Re”, perché ho avuto la possibilità di calcare grandi palchi con migliaia di persone grazie alle aperture dei concerti ai Nomadi.

  1. Quanto la TV (mi riferisco ai talent show e ai vari programmi televisivi musicali) ha influenzato la musica italiana negli ultimi anni?

Se parliamo della musica cosiddetta “mainstream”, possiamo dire al 100%. Ma la musica mainstream è prodotta all’1% dei musicisti in circolazione, quindi un campione assolutamente NON rappresentativo della musica in generale. Certo, il campione con maggiore incidenza sul mercato, perché in grado di monopolizzare lo spazio sui network principali ed influenzare pesantemente il rapporto tra domanda e offerta. Il problema di questi show televisivi è che il contenuto musicale è del tutto marginale. Si tratta più di rappresentazioni ricreative dove si fa credere allo spettatore di avere un potere decisionale, ed i mezzi conoscitivi per esprimerlo liberamente, che se non è assolutamente così. Alla gente piace sentirsi giudice degli altri, a prescindere da cosa bisogna giudicare.

  1. Quali sono gli elementi che completano l’immaginario del tuo progetto?

Dischi, concerti, esperienze importanti, idee da condividere con persone stimolanti…Io punto tutto sulla qualità della musica proposta, sul potere effettivo dei suoni organizzati (ma espressi liberamente) di arrivare al bersaglio lasciando un segno nelle coscienze altrui. Credo che i miei sogni, le mie idee, le mie emozioni possano ritagliarsi un piccolo spazio di eternità solo se quello che faccio è autentico, credibile, fatto con la cura che si deve a ciò che si ama veramente.

Articolo precedenteTuttoteatro.com premia i teaser di spettacolo. Il bando scade il 13 settembre
Articolo successivoHey, Ginevra il nuovo singolo dei Calembour