Con il suo nuovo singolo “Aria”, Valentina Indelicato ci regala un’intensa riflessione sulla bellezza e la complessità della vita. Tra sonorità delicate e testi profondi, il brano esplora la fragilità come fonte di forza, invitando gli ascoltatori a riscoprire il valore dei piccoli gesti quotidiani.
Accompagnato da un suggestivo videoclip diretto da Gianluca Scalia, “Aria” rappresenta un viaggio emozionale e artistico, in cui Valentina mette al centro il potere della musica come strumento di connessione e conforto. Un brano che segna un nuovo capitolo nel percorso di un’artista capace di emozionare con autenticità.
“Aria” sembra voler cogliere l’essenza della vita attraverso una lente intima e delicata. In che modo il brano riflette il tuo personale rapporto con la quotidianità e il mistero dell’esistenza?
‘Aria’ per me è un sogno in musica, frutto di una collaborazione con una squadra stupenda non solo dal punto di vista professionale, ma anche musicale ed emozionale. Il testo, scritto da Giuseppe Cucè, e la musica, di Giuseppe Furnari, nonché la canzone nella sua forma finale, sono il risultato di un’unione di sensazioni, emozioni e sensibilità che vibrano a frequenze individuali ma armoniche in un ascolto d’insieme. Credo davvero nella forza della musica come motivo di unione e condivisione, in un mondo in cui la solitudine prende sempre più il sopravvento. In ‘Aria’ ho ritrovato il mio modo di ‘sentire’ la vita e la musica. Per me è un nuovo inizio, l’avvio di un percorso che mi sta regalando emozioni uniche, un sogno. La musica ha il magico potere di farci sentire meno soli, e io vorrei provare a contribuire e farmi strumento nelle sue mani. ‘Aria’ in questo senso è un piccolo grande sogno per me, un invito a riflettere sulla vita e sulla sua essenza, che non ci è concesso conoscere ma di cui possiamo ‘respirare’ e fare nutrimento. La vita è difficile, piena di salite ripide, di momenti tristi e complicati che però – e spesso lo dimentichiamo – ci consentono di sentirci vivi. Allora, forse, la felicità e la bellezza della vita stessa potrebbero ritrovarsi nella semplicità dell’affrontarla, nella riscoperta dell’apparente banalità dei piccoli attimi, di piccoli gesti ed emozioni che, forse, sono un dono prezioso e fugace quanto la vita stessa.
Il videoclip esplora un viaggio simbolico tra emozioni interne e percezioni esterne. Come sei riuscita a bilanciare queste due dimensioni nel racconto visivo e quanto di te c’è nella protagonista?
Il videoclip, a cura di Gianluca Scalia, racconta di un duplice viaggio, una doppia e contemporanea ricerca di vita che nasce nell’io interiore ma che respira e vive del e con il mondo esterno. Il videoclip intende rafforzare il concetto cardine su cui poggia ‘Aria’: parvenza e condizione vitale, che a volte però può essere fredda, cruda e pungente; così la vita. La scatola è un elemento chiave non solo nel mondo interno, ma anche nel mondo esterno: rappresenta gli elementi essenziali della vita, da ritrovare dentro noi e da portare nel mondo esterno, nella connessione di vite e di esperienze al di fuori di noi, in un atteggiamento di condivisione che però ha anche e porta con sé il mistero dei tempi: il segreto della vita. In ‘Aria’ ho ritrovato il mio modo di ‘sentire’ la vita e la musica, e così nel video e nel modo di interpretare.
Le sonorità leggere e libere di “Aria” richiamano una vitalità che sembra intrecciarsi con un senso di inevitabilità. Qual è stato il processo creativo per trovare questo equilibrio musicale tra forza e fragilità?
Credo che alla fragilità appartenga la forza, perché per essere fragili ci vuole coraggio. Così come credo che la vita sia preziosa perché limitata. E allora anche emozionarsi, essere fragili in rinnovato senso, riempire di meraviglia e stupore il tempo appare un dono meraviglioso. ‘Aria’ intende raccontare di un respiro d’essenza vitale che rende fragili ma per questo forti, che dà vita ma che la vita la toglie. E allora tutto resta un equilibrio naturalmente perfetto, non di contrasti ma di armonioso rapporto naturale, dolce e tenero come il cullare del mare e pungente e ruvido come il sale sulla pelle.
La scatola nel videoclip è un elemento ricco di simbolismo. Se dovessi descrivere ciò che rappresenta nella tua vita e nel tuo percorso artistico, quale significato le attribuiresti?
La scatola, all’interno del videoclip, è un elemento chiave non solo nel mondo interno, ma anche nel mondo esterno: rappresenta gli elementi essenziali della vita, da ritrovare dentro noi e da portare nel mondo esterno, nella connessione di vite e di esperienze al di fuori di noi. Amo definirla ‘scatola dei miracoli’, di quegli elementi che rendono veramente miracolosa la vita stessa. Non credo ci sia dato modo di descrivere a parole quello che si trova precisamente al suo interno, non riusciremmo a vedere il fondo, a carpirne il suo antico segreto, la sua essenza. Però sono certa che ognuno di noi riesca ad accarezzarne una parvenza provando emozione, amore, tenerezza. E questo a me succede ogni volta che mi ritrovo a dialogare con la musica, ogni volta che sono con la mia famiglia, ogni volta che sono autenticamente felice di ‘essere’ in quel luogo e in quel momento.
Se dovessi descrivere il tuo viaggio artistico in una sola frase, quale sarebbe?
Riconcorro la felicità e i miei sogni, in viaggio con in mano la sola mappa del cuore.
Cosa speri rimanga nel cuore degli ascoltatori dopo aver ascoltato “Aria”?
Ho iniziato a fare musica con un obiettivo ben preciso: se anche solo una persona riesce a provare un po’ di calore nel suo cuore, ascoltando nel mio piccolo la mia voce, la mia musica, allora io mi sentirò piena. La musica ha il magico potere di farci sentire meno soli, e io vorrei provare a contribuire e farmi strumento nelle sue mani. Spero rimangano tracce di conforto e calore, una lontana tenerezza senza provenienza che collega e unisce, che possa portare sollievo e respiro.