Uomo e natura, connubio fondamentale. Vigilare su questo equilibrio per garantire futuro

Uomo e natura, connubio fondamentale. Vigilare su questo equilibrio per garantire futuro – Nell’Anno Internazionale delle Foreste, in una giornata autunnale perfetta accompagnata dal sole che esaltava i colori delle chiome degli alberi e dalla musica interpretata magnificamente dal Maestro Mario Brunello, si è celebrata oggi in Val di Sella “Foresta viva”. L’iniziativa organizzata dalla Provincia autonoma in collaborazione con Arte Sella, Trentino Marketing, Comune di Borgo Valsugana e Azienda per il Turismo Valsugana, ha visto la partecipazione di oltre 150 persone che hanno seguito con grande interesse le visite guidate dagli ispettori forestali provinciali e hanno poi ascoltato, sotto la grande e vecchia farnia (oltre 400 anni), la 4° Suite di Bach in una versione originalissima proposta dal Maestro Brunello. A fare gli onori di casa la presidente della manifestazione internazionale Arte Sella Laura Tomaselli e il direttore artistico Emanuele Montibeller. A rappresentare la Provincia il dirigente del dipartimento Risorse forestali e montane Generale Romano Masè, accompagnato dal dirigente del servizio Conservazione della natura e valorizzazione ambientale Innocenzo Coppola. Con loro anche Paolo Manfrini direttore generale di Trentino Marketing, il sindaco di Borgo Fabio Dalledonne, il presidente dell’ApT Valsugana Stefano Ravelli. A detta del direttore generale di Trentino Marketing, “Foresta viva” è una formula che può essere considerata “la partenza di un progetto sperimentale per proporre il nostro territorio in una stagione diversa da quella estiva o invernale. L’intento è quello di portare le persone ad apprezzare i nostri meravigliosi boschi e i colori della stagione autunnale”.
“Questo e’ il luogo del cuore – ha esordito la presidente Tomaselli – e oggi nell’anno internazionale delle foreste siamo qui per sottolineare l’importanza e la ricchezza di questo fondamentale patrimonio Arte Sella celebra anche in questo modo il legame fra uomo e natura. In questo luogo si sono sviluppate straordinarie relazioni e oggi rendiamo omaggio a queste relazioni. Voglio ringraziare il dipartimento Risorse forestali e montane qui rappresentato dal suo dirigente Romano Masè. Con noi tutti, i suoi collaboratori si sono distinti per professionalità e competenza”. La presidente Tomaselli ha continuato il suo saluto mettendo in evidenza la fondamentale importanza della relazione corretta tra uomo e ambiente. Il sindaco di Borgo Fabio Dalledonne dando il benvenuto ai presenti e ha detto di sentirsi “orgoglioso di un posto come Arte Sella perchè qui si lavora tutti nella stessa direzione, è questo il tratto distintivo di cio’ che qui si fa”. Il presidente dell’ApT Valsugana Stefano Ravelli, prendendo la parola, ha sottolineato come la manifestazione Arte Sella “sembri un punto d’arrivo e sia invece un punto di partenza, come in questa occasione, e sia – anche – una grande opportunita’ per far conoscere il territorio”.

 

Il dirigente generale Romano Mase’ intervenendo alla breve cerimonia di inizio giornata ha portato il saluto del presidente Lorenzo Dellai e dell’assessore alla Foreste Tiziano Mellarini occupati in altri impegni istituzionali. Ringraziando Arte Sella e tutti i collaboratori ha detto:”E’ un orgoglio e un piacere essere al vostro fianco al servizio del territorio e della gente. Essere qui con voi interpreta efficacemente parte del nostro compito”. Mettendo in rilievo la “connessione magica tra natura e uomo” ha sottolineato l’importanza fondamentale del grandissimo patrimonio forestale del Trentino (territorio occupato da foreste per il 65%). Ha detto di quanto sia importante il connubio fra uomo e natura evidenziando come sia determinante “vigilare sugli equilibri per salvaguardare e garantire ai nostri figli sicurezza, stabilità e opportunità di vivere con acqua e aria di qualità. Che tipo di marketing puo’ fare il Trentino senza questo nostro territorio? Questa giornata è anche un’occasione importante per ascoltare, per riflettere su queste questione perchè il territorio è qualcosa di vivo che chiede la nostra attenzione e il nostro impegno”.

 

Subito dopo i saluti di benvenuto è iniziata la visita guidata ad alcune magnifiche piante che hanno dimora in Val di Sella. A condurre la visita l’ispettore forestale Marco Olivari che ha guidato un primo gruppo verso un frassino maggiore descrivendo alcune caratteristiche di questa pianta come, per esempio, il fatto che la foglia di frassino e’ composta da 12-13 foglioline. Ha poi spiegato che nei nostri boschi vivono due tipi di frassino: quello maggiore e quello minore, detto anche orniello. Ci si è poi avvicinati ad un grande tiglio che, ha detto l’agronomo forestale Olivari, “è usato come abbellimento per viali, il suo profumo è molto gradevole quando e’ in fioritura. Il frutto del tiglio e’ una pallina da cui si ricavano sostanze per la farmocopea”. Il legno di frassino è molto elastico (erano in frassino le racchette da tennis, le mazze da baseboll, gli sci), quello di tiglio era usato (un tempo) per fare i giocattoli. Davanti ad un pino silvestre, Olivari ha sottolineato che a questo sempreverde della famiglia delle Pinaceae, fanno parte il pino nero e il pino mugo che hanno entrambi foglie a due aghi mentre il pino cimbro ha foglie a cinque aghi ed è collocato ad alta quota. Il pino silvestre e’ una pianta pioniera nel senso che attecchisce facilmente anche in zone isolate.

 

L’ispettore forestale sollecitato da una domanda del pubblico ha parlato brevemente della lotta alla processionaria che può esser fatta con aspersione di un bacillo antagonista naturale oppure, durante il periodo invernale quando la temperatura è sotto zero, è possibile sparare al bozzolo della processionaria e tentare di distruggerla.

 

Davanti ad un sorbo montano l’ispettore ha messo in evidenza che questa pianta produce bacche edule rossastre. Questa pianta è parente stretto del sorbo dell’uccellatore ma la sua foglia è semplice (a differenza di quella del sorbo dell’uccellatore che è composta) con pagina inferiore bianca. Passando vicino ad un gruppo di faggi, Olivari ha messo in evidenza come questi siano ben sviluppati, e ha parlato di come si rinnova il bosco: ci sono piante che possono resistere meglio con quantità di luce bassa (nel sottobosco o in boschi poco solatii), una di queste è l’abete bianco. Qualche volta vive al bordo del bosco in quell’ambiente di transizione fra prato-pascolo e bosco. Poi è stata la volta dell’abete rosso che ha il ramo primario pendulo (come le pigne), mentre l’abete bianco ha pigne che stanno rette e quando si “desquamano” (si svestono) rimane sul ramo lo scheletro. Le pigne dell’abete rosso, invece, si aprono e lasciano cadere i semi. L’ispettore passando davanti ad un cespuglio di biancospino ha fatto notare come sia un ottimo rifugio per i piccoli volatili quando si trovano in difficoltà per la presenza di rapaci.

 

Lungo il percorso ad anello si è poi incontrato un pioppo tremulo chiamato così per le sue foglie molto mobili caratterizzate da picciolo molto lungo e schiacciato: così la fogliolina e’ molto vivace e si muove molto con poco vento. Il pioppo si adatta bene ai terreni ricchi di acqua, ha un legno leggero e puo’ andar bene per fare i fiammiferi perchè non ha grande tenacia. Davanti a tre aceri di specie diversa, il sicomoro, l’acero riccio (di Norvegia) e l’acero campestre, Olivari ha detto che “con tutte le specie nostrane si fanno le fasce e i fondi del violoncello, per esempio”. Caratteristica della foglia dell’acero e’ che le due foglie crescono opposte, una di fronte all’altra. Il larice e’ deciduo cioe’ le sue foglie ingialliscono e il 20- 25 per cento del suo volume e’ composta da corteccia – molto spessa e robusta -.

 

La visita è terminata sotto una grande una grande e antica farnia (probabilmente 400 anni) dove l’ispettore ha fatto notare come in Trentino vivano anche rovere e roverella che sono sempre querce così come il leccio – che troviamo vicino al lago di Garda – . Quest’ultimo può vivere anche 800-1000.

 

Ad attendere sotto la grande farnia c’era il Maestro Brunello con il suo violoncello nella custodia rossa, diventata un po’ il simbolo de “I suoni delle Dolomiti”. Prima che il Maestro cominciasse a suonare la presidente di Arte Sella Laura Tomaselli ha detto che “si può salvaguardare il nostro legame con la foresta attraverso – anche – il lavoro di grandi artisti”. Così, in accordo col Maestro Brunello e Marco Paolini (che non era fisicamente presente ma che è amico di Arte Sella) ha letto una poesia di Andrea Zanzotto, il poeta recentemente scomparso che ha celebrato magnificamente la natura. La scelta del trio è caduta su “Perche’ siamo”. Poi Mario Brunello ha ringraziato della magnifica sorpresa di questo incontro autunnale sotto la magnifica farnia e ha cominciato l’esecuzione della quarta Suite di Johan Sebastian Bach composta da sei movimenti.

 

Un’originalissima interpretazione, quella del Maestro, che ha suonato con un violoncello con tavola armonica di una pianta tagliata prima del 1560. Prima di procedere all’esecuzione il Maestro ha invitato il pubblico a pensare anche a questa magia ascoltando la musica e cioè al rapporto che c’e’ fra le piante e il loro utilizzo in ambito artistico: anche quando la pianta muore, qualche volta, rivive ancora nella musica dei grandi artisti. A fine giornata a tutti i presenti è stata regalato un piccolo albero in vaso del vivaio “San Giorgio”, straordinariamento aperto per quest’occasione.

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