Tesori dalla Valnerina, prorogata fino al 5 novembre

Tesori dalla Valnerina, prorogata fino al 5 novembre. Trenta opere straordinarie raccontano la forza di reagire dell’Umbria. Alla Rocca Albornoziana – Museo Nazionale del Ducato di Spoleto proroga fino al 5 novembre l’esposizione unica con opere tratte in salvo dal terremoto e già restaurate. Insieme al biglietto viene consegnata la speciale Card che dà diritto a sconti e agevolazioni nei Musei dell’Umbria e principali Festival.

Il successo di pubblico, con oltre 16mila visitatori, sigla la proroga della mostra “Tesori dalla Valnerina” alla Rocca Albornoziana – Museo Nazionale del Ducato di Spoleto. L’Umbria è una terra che reagisce agli eventi con la forza del suo patrimonio culturale. Sarà visitabile ancora fino al 5 novembre 2017 la mostra con trenta opere straordinarie tratte in salvo dal recente sisma del Centro Italia, organizzata da Regione Umbria, Ministero dei Beni e delle Attività Culturali e del Turismo, Archidiocesi di Spoleto-Norcia, Comune di Spoleto, Comune di Cascia, Comune di Norcia, Comune di Preci e Comune di Sant’Anatolia di Narco. La mostra è a cura di Marica Mercalli, Antonella Pinna e Rosaria Mencarelli. La produzione è affidata a Sistema Museo.
Sculture, dipinti, manufatti, oggetti di oreficeria, arredi e volumi sacri focalizzano il racconto, personale e partecipato, di luoghi e percorsi storici, restituendo una visione della ricchezza artistica di questo straordinario territorio. L’evento si inserisce nel programma “Scoprendo l’Umbria”, fortemente voluto e promosso dalla Regione Umbria per sostenere e valorizzare le attività dei musei, un’esperienza autentica da vivere in oltre 170 tra musei, ecomusei e siti archeologici.
La card consegnata con il biglietto della mostra permette, infatti, di ricevere biglietti ridotti e sconti in molti musei dell’Umbria e nei principali Festival (indicazioni sul sito www.scoprendolumbria.it).

“La mostra ‘Tesori dalla Valnerina’ è stata prorogata per dare modo di visitarla per tutto il periodo estivo e fino ai ponti di autunno – ha annunciato l’assessore regionale alle cultura Fernanda Cecchini – Anche chi ha già visto la mostra avrà un buon motivo per tornarci, poiché verranno esposte nuove opere restaurate. Si tratta di opere che provengono da edifici danneggiati dal terremoto e che sono state messe in sicurezza o restaurate a tempo di record, grazie alla collaborazione con l’Opificio delle Pietre Dure di Firenze e con i Musei Vaticani e all’impegno di restauratori umbri. Il buon andamento della mostra conferma la felice intuizione del progetto regionale ‘Scoprendo l’Umbria’, all’interno del quale si colloca l’esposizione. Il progetto – ha proseguito Cecchini -, realizzato per valorizzare i musei umbri dopo il terremoto e per lanciare un messaggio di una terra che reagisce agli eventi anche attraverso il proprio patrimonio culturale, oltre ad essere una iniziativa molto seguita sui social, con 6300 fan sulla pagina Facebook dedicata e con 136mila visualizzazioni dei video sui musei, si è dimostrata uno strumento efficace di sinergia tra la realtà dei musei ed i Festival umbri. Infatti, a seguito degli accordi prima con il Festival di Spoleto ed ora con il Festival delle Nazioni di Città di Castello, a cui seguirà il coinvolgimento del Todi Festival e della Sagra Musicale Umbra, i visitatori della mostra potranno avvalersi di facilitazioni per assistere ad alcuni spettacoli. Altro traguardo raggiunto dal progetto – ha proseguito l’assessore – è quello dell’adesione di oltre 80 musei umbri che, condividendo la campagna, offrono ai visitatori della mostra sconti sugli ingressi grazie alla speciale Card ‘Scoprendo l’Umbria’ distribuita con il biglietto della mostra. La Card farà da ‘lasciapassare’ per tutta la durata della mostra, senza limitazioni nel numero di strutture visitabili. I risultati raggiunti dimostrano come ‘Scoprendo l’Umbria’, nato per la promozione dei musei post-terremoto, ha raggiunto un traguardo ben oltre le aspettative poiché tende a qualificare e incrementare un’offerta non limitata ai soli musei, creando opportunità di crescita per i residenti, i turisti e per le filiere produttive legate all’offerta culturale. Con questa campagna di promozione – conclude Cecchini – si è voluto compiere un cambio di passo verso una visione condivisa, in cui la cultura può giocare un ruolo importante nel liberare energie per produrre coesione, migliorare la qualità della vita, rafforzare le capacità di innovazione, qualificare la domanda turistica e offrire opportunità ed esperienze significative a residenti e turisti”.

La mostra “Tesori dalla Valnerina” è nata da un’intesa tra Regione Umbria e Ministero dei Beni e delle Attività Culturali e del Turismo per dare conto di un primo intervento di messa in sicurezza e restauro di un gruppo di 30 opere provenienti dalle chiese danneggiate dalle scosse di terremoto e dal Museo della Castellina di Norcia, anch’esso chiuso per inagibilità. Le opere sono state prelevate dagli edifici, grazie al grande lavoro delle squadre formate dai tecnici del Ministero, dai Vigili del Fuoco, dai Carabinieri del Nucleo Tutela Patrimonio Culturale, dall’Esercito e dai volontari della Protezione Civile, e quindi ricoverate nel deposito di sicurezza in località Santo Chiodo di Spoleto, di proprietà della Regione Umbria e concesso nella fase ‘emergenza’ al MiBACT per tutte le attività di salvaguardia dei beni culturali.

In aiuto a questo territorio, nelle settimane successive al terremoto è intervenuta anche la Fondazione Cassa di Risparmio di Firenze che ha costituito una vera e propria task-force di giovani restauratori fiorentini diplomati dell’Opificio delle Pietre Dure. La scelta delle opere da esporre ha voluto mettere in luce anche l’intervento generosamente offerto dai laboratori dei Musei Vaticani. Devozione popolare, tradizione artigiana, natura etnoantropologica dei beni che sono esposti, particolarità che fanno dell’arte della Valnerina un unicum nel contesto dell’arte umbra dal XIII al XVII secolo. La presenza, tra le altre opere, anche di una campana proveniente dal campanile dell’Abbazia di Sant’Eutizio di Preci è stata voluta per rappresentare, tra le tante campane ricoverate al Santo Chiodo, gli edifici e segnatamente i campanili distrutti dal sisma: sono i simboli, spesso, di quanto oggi non esiste più, come nel caso delle campane di Castelluccio di Norcia.
Durante il periodo di mostra è possibile prenotare di giovedì visite guidate al deposito di Santo Chiodo; il 50% del ricavo contribuirà al finanziamento dei restauri delle opere d’arte danneggiate dal sisma.

Alle ferite del sisma enti e cittadini reagiscono invitando tutti gli amanti dell’Umbria a visitare i musei e i monumenti che sono aperti, vitali e offrono uno straordinario spaccato di storia, arte, ambiente e tradizioni.

 

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