Il nostro martello è in mano a mia figlia di Brian Watkins e la traduzione di Enrico Luttmann con Federica Carruba Toscano e Arianna Cremona diretti da regia Martina Glenda, è il thriller in scena dal 10 al 14 dicembre.
Due sorelle, una madre bisognosa di cui occuparsi e Vicky, una pecora che il padre ha regalato alla madre prima di lasciarle. Un’unica cosa unisce le due sorelle: entrambe odiano Vicky. In una cittadina dimenticata tra le praterie, Sarah e Hannah lottano per il loro futuro tra colpe e fantasmi di famiglia. La madre, per sopravvivere, si appiglia ai ricordi di tempi migliori. Sarah ed Hannah sono molto diverse. L’una assennata e premurosa, l’altra irrequieta ed indipendente. Vivono però la stessa oppressione rispetto alla situazione che le circonda. Entrambe sognano di lasciare la piccola cittadina tra le praterie che le tiene prigioniere. Hannah e Sarah raccontano la loro storia in una serie di monologhi che si intrecciano e si completano. Il mancato scambio di battute dirette, traduce una reale assenza di comunicazione tra le due o forse è solo quello che vogliono far credere? Le interpreti, nel restituire questa storia, sono al contempo personaggi e attrici, alternando una recitazione sincera ed empatica a una serie di movimenti che rimandano a una struttura rituale. L’idea di rito diventa guida primaria per l’impostazione dell’azione scenica. Questo cerimoniale permette di rimettere in azione il passato. Tutto ciò che viene raccontato accade mentre lo si racconta. Il desiderio finale è la speranza di essere liberate. Il racconto assume così funzione espiatoria e catartica. Diventa fondamentale la necessità di farsi ascoltare. Per colmare questo bisogno, l’azione scenica è strutturata in un dialogo diretto con il pubblico che nello scambio assume quasi i poteri di un’autorità purgatoriale. I personaggi gli si rivolgono senza opporre alcun filtro. La “quarta parete” non viene rotta, è completamente assente.
Ci avviciniamo al periodo più sentito dell’anno e l’atmosfera del Natale arriva anche al Tor Bella Monaca con Il Canto di Natale un testo che è, da sempre, lo spettacolo di Natale per antonomasia, anche se cupo e, a tratti, pauroso e gotico. Per questi motivi si è cercato di adattarne alcuni passaggi, senza però perderne il significato. Nello spettacolo UN RACCONTO DI NATALE, in scena dal 13 al 22 dicembre (tranne il 16/17/18/19 dicembre) oltre a Mister Scrooge, ci sarà un altro protagonista: lo Spirito del Natale che farà da narratore, interagendo con il pubblico, guiderà Scrooge attraverso i suoi ricordi, i suoi rimorsi e i suoi pentimenti, per fargli capire che un uomo che perde il senso dell’amicizia, dell’amore, e della generosità per il prossimo è un uomo infelice. Sono questi i messaggi che lo spettacolo cerca di dare ai piccoli spettatori ed è per questo che, insieme allo Spirito del Natale, ci saranno due buffi Folletti, Dada e Olaf, che l’aiuteranno nell’impresa e, come dicevamo, attenueranno il carattere cupo del racconto. Ad accompagnare lo spettacolo, diretto da Carla Marchini e Giuseppe Convertini con Marco Bianchi, Lorenzo Branchetti, Biagio Iacovelli, Noemi Parroni, Gaetrno Tizzano, ci saranno le meravigliose musiche di Čajkovskij.
Teatro Tor Bella Monaca – Arena Teatro Tor Bella Monaca
Via Bruno Cirino angolo Via Duilio Cambellotti raggiungibile con Metro C o Linea Bus 20
Ampio parcheggio disponibile
Per informazioni e prenotazioni:
Telefono 062010579 (dalle 10:30 alle 19:30)
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SPETTACOLI: ORE 21; DOMENICA ORE 17:30
Botteghino: dal martedì alla domenica dalle 10,30 alle 21,30
www.teatrotorbellamonaca.it – www.teatriincomune.roma.it
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