Susanna Mantioni a Grande come una Città: per una storia culturale della violenza di genere

Susanna Mantioni a Grande come una Città: per una storia culturale della violenza di genere – Prosegue il ciclo di incontri Amare la storia a cura del Gruppo Storia di Grande come una Città: venerdì 19 aprile presso la Sala Consiliare del III Municipio (Piazza Sempione, 15- dalle ore 18:00 alle 20:00), Susanna Mantioni propone una riflessione sull’aspetto culturale della violenza contro le donne dal titolo Per una storia culturale della violenza di genere, dallo ius corrigendi alla colpevolizzazione della vittima.

La violenza contro le donne è un fenomeno che, in questi ultimi anni, sta ricevendo crescente attenzione mediatica. È spesso presentata come un’emergenza delle società contemporanee ma, in una prospettiva storica, le analisi delle relazioni di genere evidenziano sempre più la continuità del fenomeno sul lungo periodo. Comune alle società che si strutturano intorno alla famiglia patriarcale, si istituisce sulla base della patria potestas, dell’esercizio della giurisdizione domestica e dello ius corrigendi. In tal senso, il concetto di ‘genere’ chiama apertamente in causa la matrice storica, sociale e culturale della violenza. La radica nella posizione diseguale che gli uomini e le donne occupano da secoli nella società e disarticola l’associazione quasi essenzialista tra mascolinità e violenza.

La lezione ha lo scopo di fare il punto su alcuni concetti chiave per comprendere il fenomeno, prendendo in esame alcune vicende particolarmente significative – in special modo sul tema della violenza sessuale – come, per esempio, quella di Franca Viola – che ci permetteranno di identificare anche l’inestricabile intreccio fra rispettabilità, reputazione e credibilità delle vittime.

Susanna Mantioni è dottoressa di ricerca in Studi di Genere presso l’Università Roma Tre e in Storia presso l’Università Complutense Di Madrid, con una tesi in co-tutela fra i due atenei. Collabora con la cattedra di Metodologia e Fonti della Ricerca Storica, presso la facoltà di Lettere e Filosofia e con la cattedra di Storia delle Dottrine Politiche, presso la Facoltà di Scienze Politiche dell’Università degli Studi Roma Tre. È stata vincitrice, nel 2016, del premio Il Paese delle donne, sezione tesi di dottorato, e nel 2018 è stata visiting scholar presso il Centro di Studi di Genere dell’Università di Groningen in Olanda. È autrice di due monografie – Monacazioni forzate e spazi di auto-affermazione femminile. Norma e prassi nel Serenissimo Dominio in età moderna (Gangemi, 2017); Cortigiane e prostitute nella Roma del XVI secolo (Aracne Editrice, 2016) – e di alcuni saggi, fra i quali: «Y fui vestida e hice después la profesión con la boca, pero no con el corazón»: el fenómeno de los monacatos forzosos femeninos en Venecia (siglos XVI-XVII), in Caleidoscopio de la vida cotidiana [Siglos XVI-XVIII] (Siníndice Editorial, Logroño, La Rioja 2016, pp. 279-291), a cura di Gloria Franco Rubio; ‘Vero’ e ‘falso sé’ in alcuni casi studio di monacazioni forzate femminili nella Venezia del XVI e XVII secolo, a cura di R. Bochicchio, V. Ducatelli, C. Lidano, e Conflitti. Antichità, Archeologia, Storia, Linguistica, Letteratura (UniversItalia, Roma 2017, Vol. I, pp. 121-130). Ha curato l’edizione critica di Arcangela Tarabotti, Che le Donne siano della spetie degli Huomini. Un trattato proto-femminista del XVII secolo (Artetetra Edizioni, 2015).

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