Grazie ad un progetto curato dal museo MAXXI, sarà possibile visitare la casa dell’artista futurista fino al 24 ottobre.
Il 26 maggio apre al pubblico la casa museo dell’artista Giacomo Balla, uno dei più grandi esponenti del futurismo italiano. La particolare abitazione, situata in via Oslavia 39B, a Prati, è un’opera d’arte a tutti gli effetti: oggetti, utensili, quadri e sculture, sono stati minuziosamente disegnati dall’artista rendendo lo spazio unico e originale.
Chi era Giacomo Balla
Nato a Torino nel 1871, il Balla fu pittore, scultore e scenografo. E’ tra i pionieri del divisionismo italiano. Nel 1909 grazie all’incontro con Boccioni sposa il movimento futurista insieme a Carrà e Russolo. Il Balla diviene così uno dei principali esponenti del Futurismo, firmando i primi manifesti che determinano le linee teoriche del movimento. Nel 1937 l’artista si allontana dalla corrente futurista a causa di alcuni contrasti interni. Questa sua scelta lo estranierà dall’ambiente e dalla cultura ufficiale del periodo. A partire dal dopoguerra le sue opere verranno definitivamente rivalutate.
Giacomo Balla visse nell’abitazione di via Oslavia insieme alla moglie dal 1929 al 1958, anno della sua morte. La casa fu poi abitata dalle figlie, Elica e Luce, fino agli anni ‘90. Nonostante un attento e scrupoloso restauro supervisionato dalla Sovraintendenza, lo spazio è rimasto chiuso fino ad oggi per questioni legate all’eredità.
Il progetto del Maxxi
Grazie all’iniziativa proposta dal Maxxi, la casa sarà finalmente visitabile ogni fine settimana per cinque mesi, a partire dal 26 maggio, fino al 24 ottobre. Il progetto di apertura prevede anche un’importante mostra presso la galleria numero 5 del Museo Nazionale delle Arti del XXI secolo. Saranno esposte opere inedite create ad hoc per l’occasione con lo scopo di far conoscere il pensiero dell’artista.
Al momento potranno accedere solo piccoli gruppi su prenotazione. L’accesso alla struttura è legato alla durata del progetto e sarà quindi limitato nel tempo, ma la speranza è di restituire l’opera d’arte al pubblico in maniera permanente.