Il ritorno del lupo spiegato agli studenti di San Michele

Il “Centro Istruzione e Formazione” della Fondazione Edmund Mach, in collaborazione con il MUSE e nell’ambito del progetto europeo LIFE WOLFALPS, ha organizzato oggi un’assemblea d’istituto dedicata al fenomeno naturale del ritorno del lupo sulle Alpi centrali. A fare da relatori gli esperti Natalia Bragalanti (MUSE), Alessandro Brugnoli (Associazione Cacciatori Trentini) e Claudio Groff (Servizio foreste e fauna PAT). La platea, formata da 700 studenti, ha seguito con attenzione le relazioni, cercando di capire come e perché il lupo era scomparso dalle montagne alpine e come ora stia tornando. Un bagaglio di conoscenze prezioso per chi in futuro vorrà lavorare nell’ambito agropastorale.

 

Il lupo suscita nell’immaginario collettivo un misto di fascino e timore, forse perché è da sempre protagonista di tante storie e leggende. Gli esperti ne hanno parlato oggi con oltre 700 ragazzi, partendo caratteristiche fisiche e biometriche dell’animale, passando per il riconoscimento delle sue impronte e delle piste e poi indagando la struttura gerarchica del branco e i fenomeni della dispersione.
“La presenza del lupo non è più una favola bensì una realtà che affascina ed intimorisce, dividendo l’opinione pubblica tra chi è felice di questo ritorno e chi lo vede solo come un problema. Negli anni ’70 in Italia il lupo era confinato sugli Appennini con circa un centinaio di soggetti. Oggi, dopo neppure cinquant’anni, gli individui nel Centro e Sud Italia sono circa un migliaio e la specie è arrivata a colonizzare anche le Alpi”, hanno spiegato gli esperti. Agli studenti sono state poi mostrate le tecniche di monitoraggio messe in campo dagli zoologi per tenere traccia degli spostamenti: lo snow tracking, il wolf howling e le fototrappole.
Dopo aver spiegato ai ragazzi come distinguere un lupo da un cane, gli studiosi sono passati a indagare la situazione locale. In Trentino e nelle aree immediatamente limitrofe si stima una presenza di una decina di esemplari. Il branco della Lessinia è il più numeroso, ma ci sono anche animali singoli, come i due individui isolati (una femmina e un maschio) identificati nel Trentino occidentale, nel Brenta e in Alta Val di Non.
L’assemblea d’istituto è stata promossa nell’ambito di LIFE WOLFALPS, progetto europeo dedicato alla realizzazione di una serie di azioni per la conservazione a lungo termine della popolazione alpina di lupo. Uno degli obiettivi principali dell’iniziativa è l’individuazione di strategie funzionali ad assicurare una convivenza stabile tra questi animali e le attività economiche tradizionali, sia nei territori dove il lupo è già presente da tempo, sia nelle zone in cui il processo di naturale ricolonizzazione è attualmente in corso.
Oltre al monitoraggio, tra le attività previste dal progetto vi sono misure di prevenzione degli attacchi da lupo sugli animali domestici, azioni per contrastare il bracconaggio, strategie di controllo dell’ibridazione lupo-cane e attività di comunicazione, necessarie per sfatare falsi miti e credenze e diffondere una conoscenza oggettiva della specie e delle sue interazioni con l’uomo.

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