Proia e il suo universo musicale

E’ uscito “Il controesodo”, il nuovo EP di proia, una raccolta in cinque tracce con cui con cui l’artista ci accompagna in un mondo di “musiche fragili come case antiche”. Un progetto art pop con influenze cantautorali da ascoltare senza pregiudizi, lasciando che l’orecchio si faccia testimone di una vita che altro non è che un “catalogo di storie”.

Definisci la tua musica come “art pop”. Ce ne parli di più?

Forse sono art pop i miei primi lavori, li definisco così perché mi sembra che questa etichetta riesca a includere un tipo di pop più ambizioso, che cerca di inglobare più suoni, più idee diverse. L’ultimo ep è più cantautoriale nel senso classico.

Raccontaci “Il Controesodo” in qualche riga.

È un ep nato abbastanza naturalmente, una manciata di canzoni che hanno lo stesso stile e le stesse tematiche. Ne ho tagliate diverse, che sicuramente tirerò fuori prossimamente.

Qual è l’aspetto della tua musica di cui sei più fiero?

Forse i testi, perché sento che nella musica posso fare ancora molto meglio, sui testi mi sento più maturo, più sicuro.

Qual è invece il tuo tallone d’Achille, l’aspetto su cui senti di dover migliorare?

Vorrei essere più autosufficiente nella produzione, ho bisogno dell’aiuto di altre persone nel mix, nel suono in generale. Mi piacerebbe avere il controllo totale di tutto il processo.

Come speri di continuare la tua esperienza musicale?

Vorrei fare cose sempre più belle, spero di avere ancora idee per molto tempo. Vorrei divertirmi ancora a scrivere e suonare come faccio ora, ma cambiando, cercando nuove strade.

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