Inquadrabile all’interno del genere sci-fi, l’opera si sviluppa principalmente nel 2200, durante il “ragnarök” – ovverosia gli anni della fine del mondo. Ian si risveglia nel letto di una clinica: non sa che cosa gli è successo, è sconvolto, un forte mal di testa lo attanaglia, i pensieri sono confusi. Ma ciò che più di ogni cosa gli appare veramente strana è che davanti a lui, l’aspetto dell’infermiera che lo ha in cura è simile in tutto e per tutto a quello della donna che ha amato per tutta la vita, Sofia, della quale ancora soffre la perdita a causa di una leucemia che gliel’ha portata via per sempre.
Traduttore letterario che si approccia al proprio lavoro come un dovere, ormai svuotato di qualsiasi dedizione o ambizione, al suo risveglio Ian dovrà fare i conti con un mondo del tutto distante da quello che la sua sola immaginazione riesca a concepire. Un mondo in cui i computer hanno quasi completamente sostituito gli esseri umani, o meglio, dove sono diventati necessari per la sopravvivenza.
“Pristine. Il futuro intatto“, narrato attraverso la prima persona di Ian, costruisce uno scenario a metà tra la fascinazione e l’inquietudine.
Un mondo sotterraneo inedito, sorto nelle voragini dell’universo, e dove si rintracciano numerose delle ipotesi e delle preoccupazioni che le generazioni attuali rivolgono al futuro. Il risveglio dunque rappresenta per Ian una sorta di nascita, un’iniziazione davanti a cui egli si sente smarrito e privo della capacità di comprendere che cosa stia accadendo. Improvvisamente catapultato in una dimensione che rimette in discussione anche i giorni che è convinto di aver vissuto. Ma se non fosse così? Se tutto ciò che ha passato, sofferto e vissuto non fosse altro che la rielaborazione di un computer molto sofisticato?
Lo stile scelto adottato da Lo Verde può considerarsi molto letterario: ricco di similitudini e metafore – che rimandano sempre a riflessioni più alte rispetto a quelle espressamente affrontate; ma nonostante l’utilizzo di un linguaggio formale e abbondante di tecnicismi e linguaggi propri del genere, l’autore, all’occorrenza, non rinuncia a ricorrere a uno stile più informale, fatto di dialoghi perfettamente costruiti, a cui si alternano descrizioni e riflessioni – mai troppo ridondanti e sempre pertinenti, attese.
Un’opera, il “Pristine” di Lo Verde, che accompagna il lettore durante un viaggio che lo intrattiene, ma senza mai rinunciare alla riflessione che tiene in piedi tutto il romanzo: qual è il futuro dell’umanità e in che modo riusciremo a salvarci? Il nostro futuro è intatto?
Sinossi ufficiale “Pristine. Il futuro intatto”
Ian è un ragazzo di provincia e osserva il mondo con rancore dalla finestra di casa. Ha perso molte cose negli ultimi anni, tra cui quella che incontra la notte nei suoi sogni e con la quale vuole disperatamente ricongiungersi: la sua amata Sofia.
INFORMAZIONI
Titolo “Pristine. Il futuro intatto”
Autore Terrence Lo Verde
Pagine 288
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