Una notte a Castel Thun con balli, suoni e canti

L’ensemble “La Rossignol”, specializzato nell’esecuzione del repertorio di musica antica, sarà martedì 5 agosto a Castel Thun con uno spettacolo che andrà a riproporre i canti e le danze di Corte del Rinascimento italiano. L’appuntamento con il pubblico è fissato per le ore 21,00. Nel ricco calendario dell’edizione 2014 della rassegna estiva «dicastelincastello», promossa dal Servizio Attività Culturali della Provincia autonoma di Trento e curata dal Centro Servizi Culturali S. Chiara in collaborazione con Museo Castello del Buonconsiglio e Coordinamento Teatrale Trentino, non poteva mancare una programmazione musicale legata alle arie e alle danze del Rinascimento. Il primo appuntamento è fissato per  martedì 5 agosto a Castel Thun, con inizio alle ore 21,00.

 

Piccola e sfarzosa, la corte rinascimentale era, infatti, l’ambiente di lavoro ideale per musici e ballerini che, in quel periodo, erano assai ricercati e perfino contesi dagli esponenti della nobiltà. Il contesto naturale del ballo era la “festa”, un insieme di molteplici azioni caratterizzate da segni, gesti e allegorie articolate e complesse. Tra i grandi Maestri, ricercati organizzatori e animatori di feste e banchetti atti a interpretare la magnificenza dei loro protettori, spiccano Domenico da Piacenza, Guglielmo Ebreo da Pesaro, Fabritio Caroso da Sermoneta e il milanese Cesare Negri. Questi artisti con le loro opere, autentiche pietre miliari della storia della danza, hanno contribuito in modo determinante al prestigioso cammino dell’arte musicale e coreutica.
Lo spettacolo «CON BALLI, SUONI E CANTI», che sarà proposto dall’ensemble “La Rossignol” in costume e con strumenti e stili esecutivi d’epoca, ricostruisce il clima colto e aristocratico, estremamente godibile e molto spettacolare, di una nobile festa cortigiana. Martedì 5 agosto a Castel Thun saranno in scena Liliana Pagliari e Clizia Baronio (danzatrici); Roberto Quintarelli (danzatore e contraltista); Matteo Pagliari (flauti diritti, traversa, stridulo, cornamusa e flauto a tamburo); Francesco Zuvadelli (organo positivo e ghironda) e Domenico Baronio (liuto, chitarrino e colascione).
Per l’accesso al castello è stato fissato un biglietto d’ingresso di 5 euro (ridotto 3 euro) che si consiglia di acquistare in prevendita (primiallaprima.it e presso le Casse Rurali trentine). (fl)

Programma

La Moresca – Tielman Susato Danserye , 1551
Lauro – Bassadanza di L. de’ Medici, musica D. Baronio
Lioncello – Domenico da Piacenza, De arte saltandi, Sec. XV
De voltate in ça e Cupido – Giovanni Ambrosio, Trattato dell’arte del ballo , sec. XV
Petite riense – Guglielmo Ebreo, De pratica seu arte tripudi Sec. XV
Pavana alla venetiana – J.A. Dalza, Intabulatura de Lauto. Libro Quarto, 1508
In questo ballo – Anonimo, Magliabiechiano, BN Firenze, Sec. XVI
La vida de Colin – Maestro Giovannino, Ms. Il Papa , musica MS Montecassino
Bassadanza Fortunosa – Domenico da Piacenza, musica D. Baronio
Canzon dita La Magdalena – P. Attaignant, Neuf basse danse… , 1529
Tre danze da Danserye – Tieleman Susato Danserye , 1551
La Tarantela – Da Floriano Pico, Nuova scelta di sonate , 1608
Almande, due gavotte – Pierre Phalèse “Liber Primus Leviorum…” 1571
Tant que vivray – Claudin de Sermisy, Chansons Nouvelles, 1527
Pavana d’Espagne e Gagliarda – Pierre Phalèse Liber Primus Leviorum… 1571
Rececercada segunda e septima – Diego Ortiz, Tratado de glosas , 1553
Villanella ch’all’acqua vai – Jo. L. di L’arpa, “Primo Libro de Canzone…” Sec. XVI
Spagnoletta, Ardente sole
e Donna Leggiadra – Fabritio Caroso, Il ballarino , 1581
La Mantovana – Anonimo Sec. XVI, Fondo Mus. S.Barbara, Milano
Damigella tutta bella – Vincenzo Calestani, Madrigali et arie”, 1617
So ben mi c’ha bon tempo e
Alta Mendozza – Cesare Negri, Le gratie d’amore , 1602
La Volta – Michael Praetorius, Terpsichore Wolfenbüttel 1612

La Rossignol
Si occupa professionalmente di musica e danza antica. Lo studio delle fonti dirette, le indagini storiche, organologiche e iconografiche, la grande attenzione all’aspetto spettacolare del proprio lavoro hanno portato la Compagnia, sin dal 1987, ad un’intensa attività artistica, in Italia, Svizzera, Francia, Germania, Israele, Tunisia, Algeria, Egitto, Russia, Grecia, India, Cina, Giappone, Romania, Cipro, Spagna, Siria, Libano, Marocco, Slovenia, Ungheria, Bulgaria, Malta, Turchia, Pakistan, Austria, Polonia, Brasile, Albania, Taiwan, Messico, Città del Vaticano, Australia, Kenia, Slovenia, Croazia, Svezia, Colombia, Bolivia, Paesi Bassi, Danimarca, Finlandia, Scandinavia, Kazakhistan, Venezuela, Hong Kong, USA, Arabia Saudita con concerti e spettacoli in festival e rassegne di grande prestigio. Chiamato a far parte del CID (Conseil International de la Danse), all’attivo ha inoltre collaborazioni con la RAI, MEDIASET, TSI e con il cinema, consulenze e direzioni artistiche, tra cui il Festival italiano di musica e danza rinascimentale, corsi di formazione e aggiornamento docenti e la realizzazione di musiche per spettacoli teatrali. Ha inciso numerosi CD dedicati alla musica antica, sia sacra che profana. Altre informazioni, immagini e video in
www.larossignol.com

CASTEL THUN
Castel Thun viene citato per la prima volta in un atto vescovile del 1258, relativo al conferimento del dosso di Belvesino alla famiglia Thun. La concessione prevedeva il diritto di costruire un castello che prese il nome dal luogo in cui venne edificato. Il nucleo originario del castello, datato alla metà del XIII secolo, era costituito da un mastio probabilmente racchiuso da una palizzata in legno. Nei secoli successivi la struttura fu interessata da continui ampliamenti e migliorie, che la trasformarono da modesto fortilizio a grandiosa residenza. Nel corso del Trecento furono costruiti diversi fabbricati all’interno della cinta, a ridosso della muratura stessa. Nel Cinquecento la parte residenziale fu sopraelevata e abbellita sulla scia del rinnovamento architettonico e artistico, di gusto rinascimentale, promosso dal principe vescovo Bernardo Cles (1514-1539). Anche gli apparati difensivi furono completamente ridefiniti nel corso del XVI secolo e in quello successivo.Gli ultimi importanti interventi architettonici si ebbero nel Settecento; fu attuata una regolarizzazione generale del palazzo mediante il livellamento dei piani, secondo il gusto del tempo. Molte superfici esterne furono intonacate per creare un senso di omogeneità nella costruzione. Le invasioni napoleoniche segnarono profondamente il castello, che venne saccheggiato e spogliato di gran parte degli arredi. Con la fine del principato vescovile (1803) la famiglia perse i proventi delle rendite ecclesiastiche; il loro generoso mecenatismo, unito agli investimenti sbagliati di Matteo II Thun (1813-1892), rese irreversibile il tracollo finanziario. Nel 1926 i proprietari furono costretti alla vendita del castello, che venne acquistato dal ramo boemo della famiglia Thun, gli Hohenstein. Questi lo abitarono fino al 1985 quando il conte Zdenko, ultimo discendente, morì senza lasciare eredi. Nel 1992 il castello fu acquisito dalla Provincia autonoma di Trento, che lo ha aperto al pubblico nel 2010, dopo un impegnativo restauro. Castel Thun rappresenta una delle più prestigiose residenze trentine, con oltre 150 stanze che conservano gli arredi originali delle diverse epoche.

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