Natake nei Musei di Roma

Museo di Roma Palazzo Braschi

piazza di san Pantaleo 10, Roma

 

Io Gesu’ ebreo di Betlemme

Regia, scena e drammaturgia di Vittorio Pavoncello

 

 

 

sabato 3 gennaio 2015

ore 17.30 e 21.00

 

 

 

Personaggi

 

Gesù                                                               Sebastiano Vinci

Maria, Maria Maddalena                                 Arianna Ninchi

Giovanni Battista, Giuseppe, Giuda      Giuseppe Alagna

Re Magi, vocalist e percussioni                        Badara Seck

 

Realizzazione

 

Musiche                                                          Seck,Vinci

Costumi                                                          artepoint

assistente alla regia                                          Giuseppe Lorin

grafica e stampa                                              Michela Zanarella

riprese  di scena                                              Paolino Mancini

foto di scena                                            Michele Simola

backstage fotografico                              Patrizia Pieri

 

 

 

Siamo a Betlemme, Gesù avvolto  in un “talled” compare sulla scena della piéce teatrale ideata da Vittorio Pavoncello. Egli è tornato là dove nacque. I luoghi sono irriconoscibili non c’e più nulla di nulla, tutto è stato cancellato. La sua culla/mangiatoia era posta pressappoco dove ora c’è un grosso gomitolo di filo spinato… fuori infuria la guerra, di lontano provengono spari, grida. Gesù si chiede per quale divino destino, dopo molti secoli, si trovi di nuovo fra gli uomini.

Uno a uno sfilano davanti a lui, nella commedia, le persone amate nella sua vita di un tempo con le quali ora si confronta  per capire: Giovanni Battista, adorato, in tono profondo parla con lui ma resta rigido… e nel salutarlo gli dona un bambolotto che lascia  in terra…un insolito Giuseppe che rivendica il  ruolo di padre e accoglie il  perdono di lui mentre  lascia al figlio un misterioso camice. Maddalena, dolce e sensuale, dona al Messia una stella gialla. Vino e pane azzimo vengono offerti, in un gesto sostanziale a Yehoshuah  da Giuda che resta poi  a ascoltare  le sue divine “scuse” agli uomini e al mondo, “chiedo scusa a tutto ciò che è stato creato per essere troppo distante da Dio…”, dice Gesù. E la madre Maria lo attende ancora, verso un finale rivelatore.

Non mancano nel racconto scenico suggestive incursioni musicali tratte dalla fantasia creativa del musicista senegalese Badara Seck, curate anche da Sebastiano Vinci.

 

 

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