Montagne Sacre, un libro che racconta del rapporto millenario tra religiosità e vette, i luoghi più vicini a Dio

Montagne Sacre, un libro che racconta del rapporto millenario tra religiosità e vette, i luoghi più vicini a Dio. John Ruskin, pittore e critico d’arte, scriveva nel sec. XIX: “Ci fu sempre l’idea della santità legata alle solitudine rocciose, ciò anche in relazione al fatto che era sempre sulle cime più elevate che la divinità si manifestava più intimamente agli uomini ed era sui monti che i santi si ritiravano in meditazione, per la speciale comunione con Dio e per prepararsi alla morte”. Venendo a  tempi più recenti, a tutti è noto lo speciale legame che univa  san Giovanni Paolo II alle vette rocciose o innevate e la sua predilezione per quei santuari, come la Mentorella nei dintorni di Roma, che gli consentivano una sosta prima di tutto spirituale oltre che materiale. L’uomo dunque ha visto sempre nella solitudine della montagna un luogo privilegiato per il suo incontro con Dio.

Tutte le culture hanno sacralizzato le vette: la storia delle religioni, la teologia, l’arte, la letteratura e anche la psicologia hanno proposto le loro tesi per provare a spiegarci le motivazioni dell’atteggiamento  dell’uomo nei confronti  dei rilievi. L’autore, l’antropologo Massimo Centini, nel testo “Montagne sacre” ripercorre le tappe principali di questo legame fra Dio e l’Assoluto. Scrive l’autore: “montagna è soprattutto un archetipo, una presenza trasversale nella pratica del “sentire” l’ambiente che accomuna tutti gli uomini, al di là di provenienza e credo. Sta certamente in questa potente forze evocatrice la chiave di volta che ha reso la montagna un simbolo universale, trasversalmente affermatosi nell’iconografica e nell’arte di moltissimi Paesi del mondo. Vi sono casi in cui le vette hanno un ruolo predominante nella dinamica evocativa dell’opera d’arte: ricordiamo, per esempio, la Vergine delle Rocce di Leonardo da Vinci, in cui appunto le rocce, che di fatto sembrano tante vette di una catena montuosa infinita, sarebbero simbolo della futura opera di Cristo sulla terra”.

Ogni tesi ha una sua verità, una propria chiave di lettura per dare un senso alle istanze che possono aver spinto gli uomini ad assegnare, ad alcune montagne in particolare, una caratura sacra, avvolta dal soprannaturale.

In questo libro l’autore ci introduce al rapporto tra la montagna e le religioni, dagli Indiani d’America agli Aborigeni australiani, dalle società preistoriche all’antichità greco-romana, dai culti   orientali alle tradizioni monoteistiche, per poi raccontare la storia delle principali montagne dell’Antico e del Nuovo Testamento che sono state teatro di eventi storici, spirituali e leggendari: Ararat, Moriah, Carmelo, Nebo, Armageddon, Masada, Tabor, Golgota e gli altri monti della Bibbia. Spiega l’antropologo Centini: “Il luogo-immagine costituito dal rilievo si connette perfettamente alla spiritualità cristiana, dal Sinai al Golgota, diventando linguaggio per esprimere metaforicamente la complessità e nello stesso tempo la semplicità di Dio. Come la montagna anche la Parola richiede sforzo, implica un cammino da percorrere per giungere alla conoscenza: la fatica sarà proporzionale alla preparazione, all’allenamento, al nostro impegno per cercare di giungere al luogo dello spirito. Dalla vetta la contemplazione che ha stordito di bellezza i poeti e ispirato i pittori, determinerà una rottura con i ceppi del materialismo. In tal senso sono emblematiche le parole di Francesco Petrarca che, nella sua ascesa al monte Ventoso (aprile 1336), incontrò un «vecchio pastore» il quale cercò di dissuadere Petrarca e il fratello a intraprendere l’impegnativa salita; ma Francesco e Gherardo non cedettero e decisero di continuare seguendo «uno scabroso viottolo» diretto alla cima della montagna. Prima di procedere, lasciarono presso quell’uomo che li aveva avvertiti delle difficolta’, le «vesti inutili, ed ogni altra cosa che ci fosse d’imbarazzo». Lo spogliarsi dalle inutili materialità consente così all’uomo di ascendere verso la vetta, verso la conoscenza, libero dagli appesantimenti di un’esistenza troppo spesso legata ai valori che frenano la salita“.

Questa è la storia dei luoghi dove l’uomo ha cercato (e sfiorato) il Cielo.

L’Autore

Massimo Centini (1955) è laureato in Antropologia culturale presso la Facoltà di Lettere e Filosofia dell’Università di Torino. Ha lavorato a contratto con università e musei italiani e stranieri. Attualmente è docente di Antropologia culturale presso la Fondazione Università Popolare di Torino. Per Edizioni Terra Santa è autore di: La Terra Santa a Roma. Storia, tradizione e leggenda delle reliquie di Terra Santa nella capitale del cristianesimo (2016).

Montagne sacre Storia, mistero e leggenda

Edizioni Terra Santa, Milano 2017

256 pagine

18,00

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