Michele La Ginestra approda sul piccolo schermo di Rai Uno

Michele La Ginestra approda sul piccolo schermo di Rai Uno –

Teatro 7 srl, presenta MICHELE LA GINESTRA – ETTORE BASSI – SERGIO ZECCA

in BANDA [DIS]ARMATA di Adriano Bennicelli con la regia di Roberto Marafante

Teatro Roma dal 10 al 29 Aprile 2012 

Michele La Ginestra sarà sul piccolo schermo dal 5 aprile su Raiuno, nella fiction “Bentornato Nero Wolfe“,  serie televisiva in otto puntate incentrata sulle vicende dell’eccentrico detective Nero Wolfe, personaggio di fantasia nato dalla penna dello scrittore statunitense Rex Stout. Michele La Ginestra interpreta il ruolo del tuttofare Tom Lanzetta. 

Ettore Bassi e Sergio Zecca saranno presto su Rai1 con Il commissario Rex. Bassi nel ruolo di Davide Rivera, il protagonista della fiction; Sergio Zecca in quello del poliziotto Tommaso Bizzarri.

Damiano ha quarant’anni, una moglie rumena che lo chiama “defisiente”, un curriculum fatto solo di colloqui di lavoro e un figlio di cinque anni che tenta di conquistare con l’unico mezzo a sua disposizione: lanciandolo in aria, ovunque, di continuo, entusiasta. Perché è convinto che i bambini abbiano bisogno di volare in aria, perché come lui vivono di aria, immaginano cose che non ci sono, sognano cose che non si avverano.

Iaio fa la manutenzione degli strumenti musicali del Quirinale. E’ l’opposto del suo amico Damiano, un uomo pratico e incazzato con tutto, che Damiano ammira sconfinatamente per la sua capacità di affrontare la vita a testa alta. E per quella di nascondere agli altri la sedia a ruote su cui si muove.

Tito è cieco. Non vede niente se non quello che gli altri non riescono a vedere. Sarebbe professore di musica, ma il provveditorato ha disposto per lui solo un posto d’insegnante di inglese, Vive con sua madre, una donna che combatte una sua battaglia personale a colpi di naftalina contro le tarme. Anche Tito ha una battaglia in corso: quella per evitare di essere sterminato assieme alle tarme.

Perché un non vedente, un non deambulante e un non pensante si ritrovano un giorno sul cornicione del palazzo presidenziale, con uno striscione che rivendica la dignità dei padri? Cosa li porta a questa clamorosa rivolta contro lo stato, armati solo di strumenti musicali? E perché la polizia li considera al pari di terroristi?

Questa è  la storia di tre uomini privi di strumenti.

Assediati da barriere architettoniche e mentali, tentano una disperata insurrezione disarmata. Anzi, disarmante.

Perché siamo tutti bravi a fare le rivoluzioni con la pistola in mano.

Ma provateci voi con una tromba.

Adriano Bennicelli

“Banda (dis) armata” è una “commedia” moderna all’italiana, che cerca la sua strada di qualità, sia nella struttura che nei significati, in autonomia dai cliché della narrazione  televisiva o dalla comicità invadente del “cabaret”… e non è facile.

La commedia non deve solo far ridere, ma anche riflettere; magari deve incuriosire, forse un po’ avvincere; sorprendere, lasciarti con un bel ricordo.

Non deve durare troppo, né troppo poco…

La commedia è come la vita sembra semplice e invece è complicata.

E’ così anche per i nostri personaggi che semplicemente diventeranno amici, ma questo non vorrà dire non complicarsi la vita…

Ma non raccontiamo troppo della trama, perché lo spettacolo è un susseguirsi di piccoli, ma fondamentali, colpi di scena che costringono a cambiare continuamente il punto di vista dei tre protagonisti… e appunto anche la loro vita.

Questo essere sempre in bilico tra la risata e la tragedia permette di viaggiare sul difficile crinale di un allestimento tra il simbolico evocativo e una narrazione divertente, articolata sempre con un ritmo cinematografico.

L’idea di fondo è che ai tre personaggi appartenga un armadio, quell’oggetto casalingo così ingombrante eppure tanto privato…

Quante cose possono avvenire in un armadio, quante se ne possono nascondere!

L’armadio è un mondo, un pezzo di esistenza, la parabola dell’uomo… ha uno sportello che permette di vedere cosa c’è dentro.

Su tutto troneggia un grande orologio che è il simbolo di quello del Palazzo del Quirinale, fulcro della vicenda, un orologio che segna il tempo di una nazione, ma anche il ritmo della vita di tre semplici uomini e della loro musica, sì perchè i nostri eroi hanno trasformato quest’arte nella forza della loro amicizia.

Ecco come sono diventati una banda… una banda armata, ma solo di strumenti musicali… Intorno però ci sono molte persone che non sanno più distinguere strumento da strumento, fra quello che da senso alla vita e quello che l’aliena… e su questo punto non c’è relativismo che tenga!

Roberto Marafante

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