Nell’ambito del progetto C.A.S.E. Contemporary Art Sparkling Event, fino al 6 Dicembre, la mostra di Mauro Molle al Gatsby Cafè – Piazza Vittorio Emanuele II 106 a Roma. A cura di Gianluca Carchia fino al 6 Dicembre.
I dipinti di Molle sono l’esempio della volontà e della necessità di ricercare un nuovo linguaggio per interpretare il mondo contemporaneo. Nelle sue opere si può rintracciare la quotidianità che emerge dal costante “bombardamento”, al quale tutti siamo sottoposti, di immagini e icone pseudo Pop. La pittura quindi, sia come linguaggio espressivo, che come codice di lettura del reale.
Molle, oltre ad essere artista è anche esteta. In questo modo egli indaga il campo visivo percependolo come un precipitato artistico dove coglie i frammenti e i ricordi, che poi vengono giustapposti per creare nuove interpretazioni. Donne e uomini, animali e oggetti, vengono estrapolati dal loro contesto e portati sulla tela per metterli in relazione reciproca e studiarne la struttura. Il risultato è un dipinto completo che ha una sua personale organizzazione, dove ogni meccanismo fa la sua parte e, relazionandosi con gli altri, crea l’opera.
Come un moderno Hieronymus Bosch, egli parte dal reale e, secondo la teoria di Leibniz del calcolo combinatorio, compone sulla tela ricercando un nuovo significato e una nuova identità, sia dei soggetti scelti che della sua arte. Il percorso artistico di Molle ruota intorno alle decostruzioni fisiche e letterali, qui culmina con le serie Little Monochromatic Stories e Little Stories, dove gli umani e gli animali scelti vengono raffigurati durante le loro attività comuni. Una combinazione, questa, che permette di raffigurare diverse identità che mutano e di raffigurarle in un continuo divenire. L’opera, quindi, si risolve per stratificazioni di significato e non di forma, dato che le immagini sono combinate sulla tela e non sovrapposte.
Proprio come ne “Le Città invisibili” di Italo Calvino, il significato del singolo soggetto viene manipolato e ricontestualizzato in rapporto ad un altro elemento, senza perdere la propria originalità. Infatti, ogni dipinto è diverso dagli altri ma l’obiettivo è comune: creare un nuovo linguaggio artistico per interpretare la realtà.
Lo strutturalismo di Calvino e Roland Barthes ha affrontato lo studio della stratificazione del linguaggio e dei suoi registri, analizzando il grado di entropia delle opere artistiche. Il tempo interno delle opere di Molle si nutre della dicotomia che esiste tra uomo e animale, i quali si presentano come frammenti separati che il caso unisce. Il mondo, infatti, si nutre di queste parti separate che si intercambiano. Tuttavia, in Molle il caso non è un elemento di disturbo ma di costruzione, perché nell’era dell’informatizzazione è il fattore che costituisce la realtà.
La stratificazione e la riformulazione linguistica coinvolgono anche la strutturazione del fondo. Le lettere del titolo delle opere si disperdono per distogliere l’attenzione dal significato nominale dell’opera. Una eredità delle Avanguardie storiche che permette all’artista di esplorare il presente, destrutturarlo e ricostruirlo secondo la sua visione. (Gianluca Carchia)
MAURO MOLLE: Inizia l’attività artistica con una ricerca pittorica che racconta la storia e le complessità dell’uomo, partendo dalla serie ”Decostruzioni” dove trova il suo stile più efficace, con figure dal ritmo incalzante e pose impossibili. La bellezza data dalla totalità si spezza e il corpo si frammenta, come in un processo in divenire della specie.
Dopo varie sperimentazioni la figura si modifica e diventa antropomorfa. Gli uomini con teste d’animali dell’ultimo ciclo “Little Stories“ sono il riflesso di uno specchio posizionato nella stanza della nostra più intima natura. Tra verità e apparenza magica, Molle registra e interpreta simboli moderni, vecchie citazioni, miti ‘senza tempo’, emblemi trasfigurati in prodotti di consumo con vita breve, eroi nati e morti, prodotti presentati come totem (telefoni, computer, libri chiusi, t-shirt brandizzate), metabolizzati ma mai digeriti.
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