Le opere di Loriano Aiazzi e Sergio Monari contro la violenza sulle donne

Una mostra-evento a cura di Niccolò Lucarelli, in collaborazione con il Comune di Pistoia, per riflettere sulla figura della donna nella società. La mostra si tiene nelle sale affrescate del Palazzo Comunale, ed è visitabile gratuitamente, nel rispetto delle normative sanitarie, tutti i giorni dal 23 luglio al 15 agosto, in orario 9,00-13,00 e 15,00-18,00. Per visitare la mostra nei fine-settimana è necessario prenotarsi allo 0573 21622.

PISTOIA – Dalla mitologia della Grecia classica alla società contemporanea, la figura della donna è sempre stata centrale per il progresso civile dell’umanità. Nonostante il suo indubbio contributo, la donna ancora oggi non gode del dovuto rispetto, ancora oggi non esiste la democrazia di genere, nei fatti le pari opportunità sono soltanto un concetto retorico, e la vergognosa piaga della violenza sulle donne occupa ancora oggi le pagine dei quotidiani. E con violenza non s’intende soltanto quella fisica, ma anche quella, più subdola, psicologica e morale. Per questo progetto che sin dal titolo vuole indagare la personalità femminile, ancora oggi paradossalmente poco conosciuta e compresa, il curatore ha voluto due scultori, anziché due scultrici, per sottintendere che è l’uomo a dover cambiare atteggiamento e mentalità, a mettersi in gioco e ad ammettere le proprie responsabilità.
Loriano Aiazzi e Sergio Monari, entrambi scultori di lungo corso e dal curriculum internazionale, con partecipazioni anche alla Biennale di Venezia, interpretano Euriclea e Medea, due differenti, ma fondamentali, espressioni della personalità femminile, grazie ai quali l’umanità ha potuto progredire nei secoli. Ispirato nel titolo a un verso del poeta siriano Nizār Tawfīq Qabbānī, Oh donna chi sei è pensato, nei limiti del possibile, come stimolo per una riflessione di carattere sociale attraverso l’arte.
Come nota Lucarelli, “dalle sculture di Aiazzi e Monari scaturisce l’immagine di una donna fiera e libera, dolce e appassionata, un’amazzone e una vestale, che alberga in sé molteplici potenzialità, intuizioni, entusiasmi, sentimenti, sempre pronta a donarli agli altri in nome di un istinto materno esteso alla sua massima portata. Eppure, nella mancata alleanza fra uomo e donna risiedono problematiche che l’umanità si trascina da almeno due millenni, e la violenza sulle donne – non soltanto quella fisica, ma anche quella, più subdola, psicologica e morale – è purtroppo una tematica di vergognosa attualità”. E Sposato, nel suo contributo, sottolinea come “effigiare la Donna sia un rituale, un atto spirituale che affonda le radici all’origine della Coscienza, alla nascita dell’arte: perpetuarlo significa intimamente evocare il principio dell’umanità stessa, concetto troppo spesso diluito nell’attuale società individualista e misogina, macchiata spesso di inadempienza. Proprio per sopperire questa mancanza, la rilettura del mondo classico è la chiave di volta indispensabile a predisporre un futuro compiuto e stabile, caricando l’eredità di un passato che non vuole essere oggetto nostalgico ma supporto di consapevole responsabilità, sia artistica, sia sociale”.
La mostra è accompagnata da una brochure con testi del curatore e del critico d’arte Luca Sposato.

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