L’amore, Faber e le donne

L’amore, Faber e le donne. Chiesa di San Giacomo (Forlì), mercoledì 5 luglio ore 21. Variazioni sul tema dell’amore: si potrebbe utilizzare questo punto di vista per collegare il viaggio musicale in tre giorni che Ravenna Festival propone a Forlì, in felice continuità con le edizioni degli anni passati grazie alla collaborazione con l’Amministrazione Comunale e al determinante sostegno della Fondazione Cassa dei Risparmi di Forlì e di Cariromagna. L’amore che comprende le donne, la spiritualità, la solidarietà verso tutti i propri simili e non solo. Una concezione che sfiora il francescanesimo, insomma; tenendo insieme “amor sacro e amor profano”: da una parte l’omonimo dipinto di Tiziano, dall’altro la lirica “Bocca di rosa”. La prima tappa del viaggio è rappresentata appunto dal concerto spettacolo “Amore che vieni, amore che vai. Fabrizio De André. Le donne e altre storie” (5 luglio, Chiesa di San Giacomo, ore 21) dedicato all’eredità musicale e poetica di Fabrizio De André. In scena la cantautrice e polistrumentista Cristina Donà con sei musicisti da grandissima qualità: Rita Marcotulli (pianoforte), Fabrizio Bosso (tromba), Saverio Lanza (chitarre), Enzo Pietropaoli (contrrabbasso), Cristiano Calcagnile (batteria). Ci rattrista altresì dover segnalare la forzata assenza di colui che sarebbe dovuto essere il settimo componente della ‘band’, ovvero il sassofonista Javier Girotto (più volte apprezzatissimo ospite di Ravenna Festival), vittima di un brutale quanto gratuito atto di violenza avvenuto nei giorni scorsi a Roma. A Girotto va tutta l’umana solidarietà del festival assieme agli auguri di rapida guarigione.

Il viaggio proseguirà con l’attesissimo ritorno al Festival dei Chicago Children’s Choir: i giovanissimi artisti si esibiranno nella Chiesa di S. Giacomo (venerdì 7 luglio, ore 21), diretti da Josephine Lee. Infine femminilità e poesia, spiritualità e impegno sociale, assieme a trascinante energia ritmica, sono gli ingredienti del terzo e ultimo concerto in programma a Forlì. La musicista inglese, di origine indiana, Anoushka Shankar presenterà, in esclusiva per l’Italia e a conclusione della rassegna “Passaggio in India”, “Land of Gold” (domenica 9 luglio, ore 21, Teatro Diego Fabbri), concerto in cui le note del sitar, ora suadenti e delicate e ora potentemente risonanti, si sposeranno al tema dei profughi e del dramma che vivono quotidianamente nel mondo.

«Di solito non amo le canzoni sulle donne scritte dagli uomini, ma De André è l’eccezione». Cristina Donà, negli ultimi vent’anni protagonista indiscussa della scena musicale indipendente italiana, si muove con naturalezza nei territori del jazz, conservando la propria anima di autrice e musicista a tutto tondo. Il suo rapporto con Faber ha solide radici: non a caso nel 2015 ha vinto il premio a lui intitolato per la qualità delle sue reinterpretazioni. Oggi, per raccontare le storie che grande cantautore ha dedicato alle donne, alle passioni che si pensavano eterne e che, invece, si sono rivelate incerte e mutevoli, storie riscritte con straordinaria poesia, la sofisticata artista milanese si fonde con una band di eccellenze jazz, che non hanno paura di sporcarsi le mani con incursioni nel mondo della canzone.

Il filo rosso riguarda, dunque, donne alle prese con la solitudine, l’amore, il degrado e la fatica di vivere, tutte scolpite in modo magistrale, senza retorica né giudizio. D’altra parte Fabrizio De André è straordinario nel descrivere categorie “speciali” di persone: gli ultimi, gli emarginati, le donne che hanno sofferto molto. «Il tema femminile – spiega Donà – è molto sviluppato in De André, moltissimi sono i suoi testi dedicati alle donne, e a quello stesso tema riportano anche tante delle sue canzoni d’amore. Per far sì che concentrarsi su un tema non si trasformasse in un limite, insieme a Rita Marcotulli abbiamo lavorato molto alla scelta dei brani con l’aiuto prezioso di Dori Ghezzi: un lavoro di “spremitura a freddo”, insomma, davvero intenso ma che, crediamo, ha dato buoni frutti. E, soprattutto, la scelta di questo tema è stata fondamentale per entrare a modo mio nelle sue canzoni: così, è come se ogni brano fosse una lettera scritta alla protagonista da un amante, da un amico, da qualcuno che vuole rendere giustizia alla sua storia, facendo rivivere la sua anima».

Le “altre storie” del titolo parlano in ogni caso al femminile, come lo strazio per la perdita del figlio in “Tre madri”, fino ad arrivare all’amore come àncora di salvezza di “Hotel Supramonte”, ricordo poetico del rapimento di Faber e Dori Ghezzi. In ogni caso, sempre figure femminili di rara intensità. La scelta dei brani non è stata facile, per la compagine artistica che sarà in scena appunto mercoledì 5 luglio. «Alcune canzoni non potevano non esserci – aggiunge Cristina Donà – come Bocca di rosa, Marinella, Princesa, Franziska; poi ci sono due canzoni che non conoscevo e per le quali fondamentale è stato il confronto con Dori, entrambe parte di un album straordinario, “La buona novella”, che era anche uno dei preferiti di Faber, in cui si raccontava di un Gesù terreno, umano, capace di insegnare tanto agli uomini proprio per questo e non per i suoi poteri divini o sovrannaturali… Si tratta di “Ave Maria” e di “Tre madri”, nella prima al centro c’è il tema della maternità di Maria, nell’altra quello della crocefissione quindi del dolore della madre per il figlio, un momento molto forte, di grande tensione anche per il pubblico».

Info e prevendite: tel. 0544 249244 – www.ravennafestival.org
Biglietto (posto unico non numerato): 25 euro (22 ridotto).

 

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